Tyra Kleen, questa sconosciuta? /2 di 4
Come ho scritto nella prima parte dell'articolo, per la giovane Tyra Kleen fu l'ultimo decennio dell'Ottocento quello della formazione, trascorso prima in Germania (a Dresda dal 1890 al 1892, a Karlsruhe dal 1892 al 1894, e successivamente, fino al 1895, a Monaco di Baviera), dove apprende le tecniche basilari e subisce, nell'ultimo periodo, l'influenza di Max Klinger, poi a Parigi, dove assimila gli stilemi dell'Art Nouveau e dell'arte simbolista. Sempre in Francia, nel 1896, espone per la prima volta le sue opere. Mentre è del 1897 il suo primo lavoro professionale come illustratrice, la già citata versione svedese di Dreams di Olive Schreiner.
Ma è durante il soggiorno italiano, dal 1899 al 1906, che le opere di Tyra Kleen testimoniano della sua raggiunta maturità stilistica.
Nel post precedente avevo già inserito due immagini esemplificative del primo, ma non ultimo, periodo italiano dell'artista, entrambe del 1905. Queste che seguono sono altre opere di quegli anni. Nell'ordine: Bergensdröm (Sogno delle montagne, 190?), Sed non satiati (1902), Homo Sapiens (1903), Satyr (1905), Le rire (1906).
Ma l'attività di Tyra Kleen non era limitata alle sole arti figurative. Nel 1900 dà anche alle stampe il romanzo Lek - Från Roms Bohême-värld (Gioco - Dal mondo bohémien di Roma), una storia di amore e amicizia ambientata nel giro degli artisti scandinavi presenti a Roma in quegli anni, la cui eccentrica protagonista, Sigrid, rispecchia il lato vitale e avventuroso dell'artista, contrapposto a quello più malinconico e sognante che affiora in molte delle sue incisioni.
Tyra Kleen firmò il libro con lo pseudonimo di Isis, probabile indizio dell'esistenza, già allora, di un suo acceso interesse per la teosofia, nota dottrina esoterica i cui principi furono diffusi dalla russa Helena Petrovna Blavatsky a partire dal 1875, con la pubblicazione del suo primo libro, Isis Unveiled, e la fondazione della Società Teosofica.
Le altre sue prove narrative di questo periodo sono il già citato En Psykesaga (Una favola di Psiche, 1902), suo primo libro illustrato, e Nora Saxe, romanzo del 1906 pubblicato sotto lo pseudonimo di Garit. Ma collabora anche, con testi e illustrazioni, ai magazine svedesi Idun, settimanale femminile che porta il nome di una dea della mitologia nordica, e Ord och Bild (Parola e immagine), una rivista letteraria tuttora pubblicata in Svezia.
Tyra Kleen, circa 1910. |
Lasciata la sua abitazione romana di Via Gesù e Maria, nel 1907 Tyra si sposta a Parigi, nel 1908 a Berlino, e nel 1909 di nuovo a Parigi. Per poi, nei mesi di novembre e dicembre del 1910, partecipare alla Prima esposizione internazionale femminile di belle arti, organizzata a Torino dal bisettimanale La donna (un po' l'equivalente italiano del magazine svedese Idun). E' lo stesso dicembre in cui lei, probabilmente sotto la spinta dei suoi studi teosofici, parte (da sola come di regola nei suoi viaggi) per l'India. Vi rimarrà, percorrendola in lungo e in largo, per i successivi tre mesi.
* * *
Le seguenti tre opere, tutte del 1907, L'horreur de vivre, Orkideer e Minnen (I fantasmi del passato) dimostrano come a partire da quell'anno il suo stile subisca un primo vero mutamento, con il parziale abbandono del realismo in favore di una maggiore stilizzazione geometrica dal sapore vagamente escheriano (un'analogia suggerita indubbiamente anche dall'utilizzo di uno stesso mezzo tecnico). Non a caso, l'anno successivo, Tyra Kleen dà alle stampe il suo saggio artistico Form.
L'ultima immagine, Minnen, è accompagnata in calce da questa citazione tratta da un'opera del poeta e occultista francese Stanislas de Guaita, Rosa Mystica (1885):
Regards sans prunelles, et sourires sans lèvres!
Tous les fantômes du vieux temps ensevelis,
Tous les objets jadis reflétés, pêle-mêle,
Souvenirs s'éveillant confus, battaient de l'aile.
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Nota: Le versioni in Italiano dei titoli svedesi dei libri di Tyra Kleen che appaiono nel post sono mie traduzioni personali e non indicano nessuna traduzione italiana effettivamente esistente.
L'immagine di apertura del post è: Tyra Kleen, Solros flickan (1898, part.).
Clicca sull'icona a lato per la visualizzazione intera.
Che bella donna!
RispondiEliminaPagherei per avere l'1% delle sue straordinarie abilità!
I suoi lavori sono stupendi, sempre lattei nel trattamento della luce i primi che hai mostrato mentre poi si fondono anche un po' con Blake, le figure si ritorcono su se stesse, diventa un pullulare di incubi sempre mostrati con la grazia di un animo sensibile... mi fa commuovere tutto questo!
Posso solo prendere in esempio artisti del genere, li fagocito quando li guardo.
Con l'1% non andresti molto lontano, Alessia. E mi sa che già di tuo hai una percentuale ben più alta di abilità ^_^
EliminaComunque mi sembra che queste opere, e in particolare le illustrazioni del 1907, siano molto vicine alla tua concezione dell'arte, sia tematicamente che stilisticamente.
Grazie per la profonda stima, ne sono sempre felice! ^_^
EliminaE comunque sì, diciamo che 'l'incubo' è una dimensione che mi appartiene e non è facile renderlo graficamente e soprattutto affrontarlo, almeno al momento! :/ Per questo quando vedo persone che lo hanno rappresentato così chiaramente ne rimango stregata!
Bellissime opere! Grande abilità espressiva!
RispondiEliminaSono davvero opere meravigliose, Patricia. Mi fa piacere farle conoscere, insieme alla vita decisamente poco ordinaria dell'artista che le ha create :)
EliminaL'horreur de vivre, Orkideer e Minnen mi hanno fatto venire in mente certe opere di Escher molto geometriche e astratte pur nel mantenimento di elementi visuali tangibili. Curioso come anche Escher abbia trascorso molti anni in Italia e ne sia stato ispirato, evidentemente una terra piena di sole come la nostra è quasi un luogo miracoloso per un nordeuropeo abituato a freddo e foschia.
RispondiEliminaSono d'accordo sull'affinità stilistica con Escher. E comunque l'Italia era anche una meta obbligata per l'arte.
EliminaC'è in effetti una buona parte di leggenda in questa attrazione che il sole italiano eserciterebbe sugli svedesi. Una mia vecchia amica svedese quando era in Italia cominciava a lamentarsi del freddo italiano, per lei difficile da tollerare perché accompagnato da troppa umidità, già a fine agosto.
E proprio stamani leggevo su un sito svedese un estratto da un vecchio libro di una scrittrice che raccontava come in estate in Italia avesse nostalgia dell'estate svedese, contrassegnata da giorni lunghi 20 ore.
Ciao Ivano, sono riuscita a ritagliarmi un po' di tempo per leggerti e trovo questi splendidi disegni di questa artista a me sconosciuta. Bel post, ora vado un po' a ritroso a leggerne altri finché il sonno non mi coglie.
RispondiEliminaCiao Anna Maria!
EliminaGrazie per il passaggio in notturna (molti di voi lo fanno, a differenza di me che chiudo tutto alle 22) e grazie per l'apprezzamento del post :)
Il mio problema è che trovo il tempo, la serenità e il silenzio tardi, dopo che tutti sono andati a letto, è per questo che fatico a scrivere più di tanto, soprattutto ora che ospito temporaneamente la famiglia di una delle mie figlie, (causa il ritardo nella consegna della loro casa nuova), la birba di un nipote diverte ma assorbe, ecco perché rubo ore al sonno.
EliminaMi sa che è un problema comune a molti blogger... Io però sono un tipo molto attivo durante la giornata e nel dopocena preferisco staccare. A volte, ma sempre più raramente, esco; altrimenti preferisco leggere o guardare un film.
EliminaLe opere che hai scelto a corredo sono bellissime *__*
RispondiEliminaMinnen è spettacolare!
Dunque, il bello arriva adesso, con la fase indiana *__*
Ciao Ivano, sai che adoro questi tuoi post! ^^
Grazie Glò *_* Fortuna allora che ce ne sia un terzo in programma a differenza dei due previsti inizialmente ;)
EliminaLa fase indiana segna un vero e proprio rovesciamento stilistico come si vede dalle due immagini a colori di apertura dei post. Ma non è tutto... c'è molto altro dietro, come vedrai nella prossima puntata ;)
In questa artista è grande il fascino per il fantastico e il fantasioso, proprio come in Blake e Fuseli.
RispondiEliminaCome temi ci sono delle affinità, però stilisticamente Tyra Kleen mi sembra abbastanza lontana da entrambi questi due pittori.
EliminaMolto interessante questa artista. Forse sbaglio ma ho l'impressione che gli artisti del nord siano molto influenzati dalla natura e si vede (o anche sente) nelle loro opere qualcosa di più "primordiale" e meno filtrato dall'aspetto umano.
RispondiEliminaP.S. nella pagina dei post elencati per categoria, c'è un errore nel link "Il mondo degli animali - Il topo"...proprio su quello ero andata a cliccare :D
forse ho scritto in modo poco chiaro, intendevo che gli autori nordici, anche se non fanno opere esplicitamente naturalistiche, hanno quel qualcosa che fa sentire la forza primordiale della natura. Invece gli autori del sud Europa, anche antichi, presentano una natura più "di facciata".
EliminaC'è anche la terza parte su Tyra? Non riesco a trovarla
Ciao Kukuviza. Anzitutto grazie per visita e commento.
EliminaGià il primo dei due commenti per me era molto chiaro avendo io vissuto in Svezia. La sensazione che si ha là è proprio di questa forza che si impone ovunque, fin nel cuore delle città.
L'articolo su Tyra Kleen si compone di quattro post. Li trovi tutti elencati nella pagina statica "Tutti i post divisi per serie".
E grazie mille per la segnalazione sul post del Topo, che ho corretto.