The Studio Section One - Barry Smith /6
Nota introduttiva: Pochi giorni fa la Section Six di The Studio è giunta al suo epilogo con il post numero 10. Nel frattempo ho anche pubblicato un nuovo post, l'undicesimo, della Section Three dedicata a Bernie Wrightson. Mi mancava ancora, per chiudere il discorso per il 2018, un ultimo capitolo relativo alla Section One su Barry Smith. Diviso in due parti unicamente per ragioni di lunghezza, la parte che presento in questo primo post riprende e approfondisce elementi già trattati in precedenza, ma che ritengo necessario riproporvi come premessa al seguito dell'articolo.
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A dispetto della sua crescente insofferenza per il modo di operare della Marvel (date di consegna, tempi di pagamento... quasi tutto, temo) Barry agì sempre da consumato professionista per tutto il tempo della nostra collaborazione all'adattamento delle storie barbariche di Robert E. Howard. In compenso, il crescente impegno che lui metteva in ogni albo stava avendo un costo. I mesi non diventano più lunghi, le scadenze di lavoro non si allontanano nel tempo solo perché un artista decide di rendere le sue vignette sempre più meditate, sempre più ricche di dettagli. A Barry, in realtà, doveva piuttosto sembrare che il tempo tra un albo e l'altro diventasse sempre più ristretto. Forse rimpiangeva i tempi in cui Conan the Barbarian arrancava con la sua periodicità bimestrale, prima che il successo di vendite motivasse l'editore Martin Goodman - senza consultare l'assillato artista, o lo sceneggiatore/redattore associato (io) e forse neanche il redattore capo Stan Lee - a riportare l'albo alla periodicità mensile con il numero 16.
Queste parole di Roy Thomas provengono dall'introduzione al quarto volume di The Chronicles of Conan, l'edizione Dark Horse di tutte le storie, ricolorate in digitale, apparse sul periodico Marvel Conan the Barbarian nel suo lungo arco di vita.
Barry Windsor-Smith, Belît (1974). |
Era da un po' che volevo inserire una donna guerriera negli anni della giovinezza di Conan, un'equivalente delle piratesse Belît e Valeria, che lui avrebbe però entrambe incontrato in anni più tardi. Sapevo anche che colore di capelli doveva avere questa sua nuova compagna d'avventure; Belît aveva capelli nero corvino, Valeria era bionda... così la nuova donna doveva essere una rossa.
Mi piacerebbe poter dire che avevo ormai una tale familiarità con l'opera di Howard extra-Conan da aver subito pensato a The Shadow of the Vulture... ma la verità è che fu un ammiratore di Conan di nome Allan Howard - senza nessuna parentela conosciuta con Robert E. - a indirizzarmici.
Allan Howard aveva infatti scritto un articolo, "Conan on Crusade" - sulla narrativa di R.E. Howard ambientata appunto nel periodo delle crociate o subito dopo - che Roy Thomas aveva avuto modo di leggere nel volume The Conan Sword-Book di L.Sprague de Camp, raccolta di articoli apparsi sulla fanzine specializzata Amra. Così si conclude il paragrafo d'articolo che tratta di The Shadow of the Vulture:
Von Kambalch, a volte in tempi diversi in simultanea, se la spassava e combatteva, in entrambi i casi magnificamente, in compagnia di una gattina russa dai capelli rossi che sarebbe stata la compagna ideale di Conan. In realtà, avrebbe potuto perfino essere un po' troppo per lui.
Ne fui conquistato all'istante - continua Roy Thomas -. Questo personaggio, che Allan chissà perché non citava per nome, sembrava chiedere di diventare parte della saga di Conan. Così mi misi subito in contatto con Glenn Lord, l'agente letterario che curava gli interessi della REH Estate [a cui la Marvel pagava all'epoca 200 dollari ad albo], che mi inviò le fotocopie di The Shadow of the Vulture.
Vidi così che il nome del personaggio era Red Sonya di Rogatino, e che nella storia era la sorella gemella guerriera di Sophia, un personaggio storico reale dei tempi dell'assedio, un'amante dello stesso Solimano, se ricordo bene. Amai la storia, amai il personaggio, e amai il nome.
Che lui muta però in Red Sonja, per sottolineare che il personaggio delle sue avventure di Conan non corrispondeva al 100% a quello creato da Robert E. Howard per una storia di genere diverso ambientata in un'epoca diversa.
Sebbene, in realtà - precisa Thomas - quel che Conan e Red Sonja fanno nella storia a fumetti ricalchi al 99% ciò che von Kambalch e Red Sonya fanno nel racconto di Howard.
La sexy evoluzione del costume di Red Sonja negli anni '70. |
Quando ricevetti la prima mandata di tavole - spiega Roy Thomas -, la sua [di Barry Smith] introduzione di Mikhal Oglu era una vignetta a campo medio di lui che parla al principe Yezdigerd, in quella che è poi diventata la pagina 6. Mi sembrava un'introduzione dell'Avvoltoio troppo poco drammatica, così mi misi alla scrivania e scrissi una nuova pagina 5 con sei vignette da far precedere a quella di Barry. Inviai lo scritto con il resto delle pagine all'inchiostratore Sal Buscema, lui stesso un disegnatore nient'affatto male... che la disegnò e la inchiostrò. Il risultato è l'unica pagina della serie di albi di Conan di Barry a cui lui non abbia messo mano.
Nel frattempo, però, Barry Smith, di crisi in crisi, aveva deciso, e stavolta sul serio, di smettere di disegnare gli albi di Conan the Barbarian. L'ultimo suo numero è il 24, che presenta nelle sue pagine The Song of Red Sonja, altra storia capolavoro che affianca per la seconda volta a Conan la guerriera rosso chiomata. Testi a parte, che restano appannaggio di Roy Thomas, per il resto Barry Smith richiede e ottiene di fare tutto da solo: disegno, inchiostrazione, colorazione (dopo che già da tempo aveva ottenuto di poter realizzare di sua mano le grafiche dei titoli).
Accadde così che un giorno Stan Lee chiamò Roy Thomas nel suo ufficio, per chiedergli quale sarebbe stato, secondo lui, il futuro di Conan the Barbarian senza più Barry Smith.
Penso che vinceremo un po' meno awards e che venderemo più albi,
gli rispose Thomas. E così andò: i premi della critica uscirono di scena, mentre in compenso le vendite degli albi della collana raggiunsero e mantennero, ancora per un paio di anni, un apice.
Ma come sapete, o dovreste sapere, se avete letto con attenzione tutta la Section One di The Studio, non era ancora finita. Roy Thomas e Barry Smith si erano già accordati per realizzare insieme Red Nails e allo stesso tempo resuscitare, a due anni e mezzo di distanza, Savage Tales, il magazine in bianco e nero (e non soggetto alle censure della Comics Code Authority) che l'editore Martin Goodman aveva scelto di chiudere dopo un solo numero. Molte cose erano infatti cambiate da allora: la Marvel era stata acquistata da un colosso editoriale e Stan Lee da caporedattore era diventato editore, lasciando il suo posto vacante proprio a Roy Thomas.
E di nuovo, la meticolosità di Barry Smith - unita alle vicissitudini esistenziali delle quali senza dubbio lui non faceva parola al suo sceneggiatore - crea ritardi nelle date di consegna, al punto da costringere Roy Thomas a ricorrere a un altro disegnatore, Pablo Marcos, per completare i disegni e le chine delle ultime tre-quattro pagine della prima parte di Red Nails.
Meglio andarono le cose con la seconda parte, grazie ai quattro mesi di separazione tra il secondo e il terzo numero di Savage Tales. Al punto che Barry Smith si concesse anche il lusso di adattare la poesia di Howard Cimmeria, sebbene variandola, con grande costernazione di Roy Thomas, in un paio di punti.
Se non fosse stato per la difficoltà di reperire lo stesso carattere tipografico usato da Barry - ricorda Thomas - lo avrei probabilmente costretto a ritornare sui suoi passi. C'è un limite a tutto.
Dopo i primi cinque numeri, poi, a Savage Tales viene affiancata una nuova rivista, The Savage Sword of Conan, tutta dedicata a Conan e più in generale al mondo di R.E. Howard, mentre Savage Tales ritorna alla formula proposta nel suo primo numero, senza Conan e con Ka-Zar come personaggio principale.
Non fu tuttavia per niente facile, per la Marvel di Stan Lee, rinunciare nei suoi albi al binomio Barry Smith-R.E. Howard, e si cercò per questo di mantenerlo in vita il più a lungo possibile, anche dopo la fuga verso altri lidi dell'ormai celebre artista anglo-americano. Vedremo come nella seconda parte di questo articolo, il Capitolo settimo e ultimo della Section One.
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The Studio - Complete Comics Chronology XVI: October 1972 - February 1973
Puoi vedere le immagini in formato più grande cliccandoci sopra.
Bernard Albert Wrightson: Back cover Nightmare #10 - Skywald Publishing Corporation, October 1972 (Magazine) Editor: Al Hewetson Writer: Al Hewetson | |
Jeffrey Catherine Jones: "Escape" (2 pg) Swank - Hearst Communications, Inc., November 1972 (Magazine) Editor: Jay Fielden | |
Bernard Albert Wrightson: Partial inking on "Slaves of the Mahars" pg 1, 2 Weird Worlds #2 - DC, November 1972 (Comic-book) Editor: Dennis O'Neil Writer: Len Wein Penciler: Alan Weiss | |
Barry Windsor-Smith: Cover + "The Monster of the Monoliths!" (20 pg)* Conan the Barbarian #21 - Marvel Comics Group, December 1972 (Comic-book) Editor: Roy Thomas Writer: Roy Thomas Inkers: Dan Adkins; Sal Buscema; P. Craig Russell; Val Mayerik; Mark Kersey * With: P. Craig Russell; Val Mayerik | |
Michael William Kaluta: Cover + Title page* Forbidden Tales of Dark Mansion #8 - DC, December 1972 (Comic-book) Editor: Joe Orlando; E. Nelson Bridwell Writer: E. Nelson Bridwell (*) | |
Bernard Albert Wrightson: Cover + Title page House of Mystery #209 - DC, December 1972 (Comic-book) Editors: Joe Orlando; E. Nelson Bridwell | |
Bernard Albert Wrightson: Cover House of Secrets #103 - DC, December 1972 (Comic-book) Editors: Joe Orlando; E. Nelson Bridwell Writer: E. Nelson Bridwell | |
Michael William Kaluta: "Gathering Tarel" (7 pg) Korak, Son of Tarzan #49 - DC, December 1972 (Comic-book) Editor: Joe Kubert Writer: Len Wein | |
Jeffrey Catherine Jones: Idyl (1 pg) National Lampoon #33 - NL Communications, Inc, December 1972 (Magazine) Editors: Doug Kenney, Henry Beard | |
Michael William Kaluta: Cover Adventure Comics #425 - DC Comics, December 1972 (Comic-book) Editors: Joe Orlando; E. Nelson Bridwell | |
Bernard Albert Wrightson: Inside front cover + Back cover Sword and Fantasy - 1973 (Fanzine) | |
Barry Windsor-Smith: Cover + "The Coming of Conan" (19 pg)* + Pin-up ("Special Hyborian Page") Conan the Barbarian #22 - Marvel Comics Group, January 1973 (Comic-book) Editor: Stan Lee Writer: Roy Thomas Inker: Dan Adkins * Reprint from Conan the Barbarian #1 | |
Michael William Kaluta: Cover Detective Comics #431 - DC, January 1973 (Comic-book) Editor: Joe Orlando; E. Nelson Bridwell Writer: E. Nelson Bridwell | |
Michael William Kaluta: Cover House of Mystery #210 - DC Comics, January 1973 (Comic-book) Editors: Joe Orlando; E. Nelson Bridwell | |
Michael William Kaluta: "Terror from the Sky!" (6.5 pg) Korak, Son of Tarzan #50 - DC, January 1973 (Comic-book) Editors: Joe Kubert; Jeff Rovin Writer: Len Wein | |
Bernard Albert Wrightson: Cover + "The Man Who Wanted Forever" (24 pg) Swamp Thing #2 - DC Comics, January 1973 (Comic-book) Editors: Joe Orlando; E. Nelson Bridwell Writer: Len Wein | |
Barry Windsor-Smith: "The Shadow of the Vulture!" (21 pg) Conan the Barbarian #23 - Marvel Comics Group, February 1973 (Comic-book) Editor: Roy Thomas Writer: Roy Thomas Inkers: Sal Buscema; Dan Adkins; Chic Stone | |
Michael William Kaluta: Title page Forbidden Tales of Dark Mansion #9 - DC, February 1973 (Comic-book) Editors: Joe Orlando; E. Nelson Bridwell | |
Bernard Albert Wrightson: Cover + Title page House of Mystery #211 - DC Comics, February 1973 (Comic-book) Editors: Joe Orlando; E. Nelson Bridwell | |
Jeffrey Catherine Jones: Idyl (1 pg) National Lampoon #35 - NL Communications, Inc, February 1973 (Magazine) Editors: Doug Kenney, Henry Beard | |
Michael William Kaluta: "The Spawn of Frankenstein part I" (7.5 pg) The Phantom Stranger #23 - DC Comics, February 1973 (Comic-book) Editors: Joe Orlando; E. Nelson Bridwell Writer: Marv Wolfman |
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Note
Tutte le citazioni di Roy Thomas provengono da The Chronicles of Conan Volume 4, Dark Horse 2004.
L'immagine di apertura del post è: Barry Windsor-Smith, The Last Atlantean (1981, detail).
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Red Sonja è diventata uno spinoff di Conan, però non ho mai letto nulla delle sue storie. Per me l'era Hyboriana è Conan, punto ;-)
RispondiEliminaIn effetti, tolte le due grandi storie realizzate dal duo Thomas-Smith, "L'ombra dell'avvoltoio" e "La canzone di Red Sonja", non è che Red Sonja sia stata degnamente impiegata nel fumetto e nel cinema. Peccato, perché come dimostrano le due storie citate è un personaggio dal grande potenziale, se finisce nelle mani giuste.
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