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Da Lord of Light ad Argo /3 - La difficile arte di scrivere un articolo e salvarsi dalle fonti




Non credo di dire nulla di nuovo se affermo che redigere un articolo impegnativo per il proprio blog richiede di necessità l'utilizzo di un buon numero di fonti. Il problema è che spesso tali fonti, come ho avuto ampio modo di verificare nel corso della stesura del mio ultimo articolo, Da Lord of Light Ad Argo, si dimostrano lacunose e/o imprecise, anche nel caso di periodici a diffusione nazionale che teoricamente dovrebbero essere affidabili. Ciò sembra dipendere, in gran parte, dal noto principio secondo cui, nella trasmissione da una persona all'altra, il contenuto originario di un discorso subisce una graduale e involontaria modifica. Un po' meno noto è che questo principio sembra valere anche quando si ha a che fare con la trasmissione da una pagina scritta all'altra - con il risultato, nel mio caso, che ho continuato a percepire come stonate alcune parti di Da Lord of Light Ad Argo anche dopo aver licenziato l'articolo, in particolare per quel che riguarda la fumosa vicenda del parco tematico Science Fiction Land. Mi sono perciò chiesto se e come avrei potuto rimediare alla cosa, e la prima risposta che mi sono dato è stata di provare ad andare oltre le fonti più appariscenti (quelle che svettano nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca) e risalire la corrente del tempo, fino magari ad arrivare alla cronaca in diretta dei fatti. Ciò che sto per esporvi, attraverso una breve serie di esempi, è l'esito di questa mia nuova serie di ricerche.

Ho scritto, per esempio, nella seconda parte del mio articolo, che Science Fiction Land…
…doveva servire, a dire di Geller, ad attrarre ulteriori finanziamenti per la realizzazione del film, ma è evidente come la sua stessa concezione situasse il progetto ben al di là di questo scopo pratico immediato.

Le parti in grassetto non sono tali nel post originale, ma ho scelto di evidenziarle adesso per sottolineare il modo in cui avevo espresso, fin dall'inizio, la mia perplessità davanti alla notizia - reperita in un articolo scritto di pugno da Barry Geller - che il parco servisse a finanziare il film. Davvero degli investitori avrebbero trovato più conveniente finanziare un improbabile parco dei divertimenti - il cui successo era tutto da verificare - piuttosto che finanziare direttamente il film? mi ero domandato.

Non dubito tuttora che Geller sia un testimone più che attendibile dei fatti, e tuttavia, almeno in questo caso, ho trovato più convincente quel che ho letto in un articolo del Rocky Mountain News pubblicato il 30 novembre 1979 con il titolo Look out Disneyland - Science City is Coming. Si tratta di un reportage della conferenza data ad Aurora (la cittadina del Colorado nei cui pressi sarebbe dovuto sorgere il parco) dallo stesso Geller e parte del suo staff in quella stessa settimana. Una fonte diretta, quindi, che non attinge a una fonte precedente bensì all'evento stesso, e alla quale hanno senza dubbio attinto vari articoli successivi. Ecco una mia traduzione del suo incipit:
L’inizio dei lavori su uno dei più ambiziosi progetti cinematografici mai intrapresi è previsto nei dintorni di Denver nel luglio del 1980. Il film, un colossal fantasy-fantascientifico intitolato Lord of Light viene pubblicizzato come la pellicola a più alto budget mai prodotta e porterà alla fine alla creazione di un parco tematico dedicato alla fantascienza grande tre volte Disneyland.
Almeno così dicono i suoi produttori.
Questa settimana il supervisore alla produzione Jerry Schafer e il boss del progetto Barry Ira Geller sono arrivati a Denver, con al seguito uno staff di creatori e finanziatori, per annunciare i loro piani riguardo al film, ai mille acri del parco e ai diecimila acri dell’area industriale e manifatturiera che sarà chiamata Città della Scienza.

Il contingente professionale include il truccatore John Chambers, creatore dello Spock di Star Trek, e Maurice Stein (che, con Chambers, creò i costumi e il make-up per Il pianeta delle scimmie); il cartoonist Jack Kirby, creatore dei supereroi dei fumetti Capitan America, Incredibile Hulk e Uomo Ragno*; e l’attore Rosey Grier, che si è descritto come uno “soltanto in cerca di lavoro”.

Ed ecco, alcune righe dopo, un vivace ritratto della conferenza:
Schafer, ex stunt man, sceneggiatore cinematografico e produttore di spettacoli in Las Vegas, ha fatto da portavoce nel corso di una conferenza durata un’ora alla presenza di almeno cento persone, inclusi praticamente tutti i giornali e le stazioni televisive del posto e alcuni politici locali provenienti sia da Aurora (che potrebbe alla fine decidere di annettersi il parco) sia da Denver.
Mentre lui parlava, tre “clown futuristici” con costumi iridescenti blu e verdi, facce verdi e parrucche verdi, stavano ai margini del pubblico. Diversi sketch in bianco e nero, comprendenti i bizzarri ritratti di mezza dozzina di personaggi che devono apparire nel film, ed elaborati disegni degli scenari quasi barocchi del film erano affissi alle pareti.
Schafer ha detto che questo film da 50,000,000 di dollari – e il parco da 400,000,000 di dollari, saranno finanziati dalla vendita di lotti della Città della Scienza…
[…]
Partendo con soli 500,000 dollari, ma con una “irrevocabile lettera di credito” di 400,000,000 di dollari dalla Royal bank of Canada, ha detto Schafer, la compagnia prevede di incassare sostanziosi introiti per finanziare il film.

Appare chiaro, da queste righe, che non il parco doveva servire a finanziare il film, bensì la vendita di lotti della Città della Scienza, dieci volte più grande nelle dimensioni, che potevano essere utilizzati dagli acquirenti a scopi ben più pratici di quelli di una improbabile Las Vegas della fantascienza. Stranamente, però, nessuno o quasi degli articoli più recenti fa parola dell'esistenza, all'interno del progetto, di questa cittadella.




La stessa fonte diretta mi ha inoltre permesso di trovare una spiegazione anche alla discordanza di cifre offerta dai diversi articoli, e che io avevo così sintetizzato nel mio post (il grassetto, anche in questo caso, l’ho aggiunto adesso):
Alcuni soggetti di Las Vegas e delle banche, canadesi e americane, versarono infatti (a seconda delle fonti) dai 50,000,000 ai 450,000,000 di dollari sull'apposito conto bancario e Geller poté opzionare l'acquisto (sempre a seconda delle fonti) di 400-1000 acri di terra in Colorado.

Basta infatti confrontare quel che ho scritto nel post con l'articolo di giornale, per vedere che la discrepanza tra le fonti è in realtà dovuta al fatto che i redattori degli articoli più recenti hanno dato i numeri, ossia pescato dal mucchio delle cifre fornite da Jerry Schafer nel corso della conferenza.

Veniamo infine a un terzo esempio, tratto da un'altra parte del secondo post, dove ho scritto:
Per la cronaca, queste persone "dotate di immaginazione ai più alti livelli" erano - oltre ai già citati John Chambers e Donald Broadbent (1926-1993) – il celebre scrittore Ray Bradbury (1920-2012), il pioniere dei videogiochi Gary Gygax (1938-2008) e gli architetti visionari Paolo Soleri (1919-2013) e Buckminster Fuller (1895-1983), tutti coinvolti da Geller nel suo progetto.

In questo particolare caso, il nome di Gary Gygax mi era stato fornito da una fonte isolata, e precisamente l’articolo di James Romberger, The Deceptions of Argo - dedicato, come indica il titolo, alla falsificazione dei fatti operata dal film Argo - ma è molto probabile che si tratti di uno sbaglio. Lo stesso Romberger aveva infatti intervistato Barry Geller oltre dieci anni prima, nel 2002, ed ecco cosa dice testualmente Geller nell’intervista:
Gary Gygax è stato alla lettera il Padre del gioco interattivo fantasy, checché ne dica Steve Jackson. Con l'invenzione di Dungeons and Dragons dette il via all'intero genere. Gary era, ovviamente, un fan di Jack [Kirby], così mi venne l'idea di farli incontrare (nel 1983) per vedere quel che sarebbe successo... I due si piacquero, ma purtroppo dal loro incontro non scaturì nulla di professionale.**

Ora, il fatto che Geller non citi né qui né altrove Gary Gygax come uno dei partecipanti (tra il 1977 e il 1979) al progetto Science Fiction Land, mi fa ritenere probabile che sia stato in realtà lo stesso Romberger a mescolare involontariamente le carte e che il nome di Gigax vada perciò tolto dall'elenco di nomi del post.

Ma a questo punto mi sono anche detto: perché non osare oltre e cercare di rintracciare TUTTI gli articoli che Il Rocky Mountain News di Denver ha dedicato in quei giorni al progetto Science Fiction Land - così da avere una panoramica in diretta di tutto? La missione non solo si è rivelata alla fine possibile, ma ha dato proprio i risultati che speravo.
Ma, di nuovo, andiamo per ordine. Dopo il reportage del 30 novembre 1979 sulla conferenza , il Rocky Mountain News torna sull’argomento il 9 dicembre 1979, con un articolo intitolato Aurora park backer bankrupt in ’78. Era risultato, da indagini svolte dal giornale sull'ex stuntman, non solo che Jerry Schafer non godeva di alcuna linea di credito di 400,000,000 di dollari, ma aveva bensì dichiarato bancarotta l'anno prima.
In quanto a Geller, il suo ex amministratore di condominio, certo William Deanyer, aveva mostrato a un reporter del giornale lo scalcinato appartamento dove lo sceneggiatore e produttore aveva vissuto fino a poco tempo prima e descritto il suo stile di vita bohemien. “Non vedo in che modo Barry Geller potrebbe mai realizzare un film del genere” era stata la conclusione di Deanyer. “Quando stava qui aveva una macchina per scrivere a noleggio, e una Mercedes gialla, sempre a noleggio, che dovette restituire perché a corto di denaro”.




Un terzo articolo del Rocky Mountain News, intitolato Fantasy park planner is arrested, esce in data 14 dicembre 1979 con la notizia, stavolta, dell’arresto di Jerry Schafer per frode finanziaria relativa all’episodio (a cui ho accennato nelle note al testo nel secondo post) dell’immigrato Michael Fesch, che parlava a malapena l’inglese ma era stato convinto a contribuire al progetto Lord of Light con 50,000 dollari. Il titolare delle indagini, il procuratore distrettuale Robert Callagher, aveva emesso un ordine di cattura anche nei confronti di Barry Geller, che però si trovava in quel momento in Europa, e posto sotto indagine un membro della commissione urbanistica di Aurora, di nome Henry Govone, nel cui ufficio era avvenuto l’incontro tra Schafer, Geller e l’immigrato circuito. L'operazione, equiparabile a un'emissione di titoli, violava tre differenti articoli del codice legislativo: non rientrava nelle prerogative né di Geller né di Schafer, non aveva ottenuto la necessaria approvazione da parte dello stato, l’investitore non era stato messo a corrente dei potenziali rischi a cui andava incontro.

Due settimane dopo, e siamo al 28 dicembre 1979, il Rocky Mountain News esce con un quarto articolo, Promoters hit with 11 felonies, che riporta il nome, accanto a quelli di Jerry Schafer e Barry Geller, di un terzo uomo: Larry Chance, vice-presidente della compagnia di Schafer, la Sanford Entertainment International Inc. Ai tre, riporta l’articolo, erano contestati in totale undici capi d’accusa. Cinque - per furto, cospirazione e frode finanziaria - erano rivolti a Schafer, che era stato arrestato due settimane prima e rilasciato dietro cauzione. Se condannato, Schafer rischiava fino a 15 anni di prigione. Tre - per frode finanziaria e cospirazione - a Geller, che era ricercato dal 13 dicembre. Geller si presenterà alle autorità giudiziarie otto ore dopo l’ufficializzazione delle accuse e otterrà la libertà su cauzione. Altri tre capi di accusa - per cospirazione e sostituzione di persona - furono contestati a Chance, arrestato la settimana successiva a Schafer e anche lui rilasciato dietro cauzione. Chance era accusato in particolare di essersi sostituito a Barry Geller il 7 novembre, giorno in cui, secondo i rilievi della corte, era avvenuto l’episodio della circonvenzione dell’immigrato Michael Fesch, e di aver falsificato la sua firma. Se condannato, rischiava fino a 8 anni di prigione.
Ma l’articolo riportava anche una dichiarazione di Schafer, secondo cui il progetto del parco era ancora in buona salute ma la stampa locale e il procuratore Gallagher lo stavano ostacolando.

Le cose non stavano quindi, almeno riguardo a Geller, come sembrava a prima vista. Quando infatti, alcuni mesi dopo, il 4 aprile 1980, esce l’ultimo articolo del Rocky dedicato a Science Fiction Land, Aurora’s ex mayor, 3 city aides indicted, il nome di Barry Geller, che era stato prosciolto da ogni accusa, non vi compare più. A differenza di quelli di Jerry Schafer, Larry Chance e dei politici locali coinvolti a vario titolo nello scandalo.


* * *


* In realtà questo dato è solo in parte esatto: Jack Kirby è sì il co-creatore di Capitan America (con Joe Simon) e di Hulk (con Stan Lee)  ma non dell'Uomo Ragno, che è stato creato da Stan Lee e Steve Dikto.

** Romberger, James and Van Cook, Marguerite; Eyewash: About Argo. In: Comic Art Forum #2, Winter 2003.

L'immagine in alto sotto il titolo è: Jack Kirby, Portraits (Chine: Mike Royer, colori: Max Englert; detail).
Clicca sull'icona a lato per la visualizzazione intera.

Commenti

  1. Il lavoro di ricerca delle informazioni, e della loro validazione, così come della precedente verifica dell'attendibilità delle fonti, è sempre lungo, complesso e faticoso, se fatto con serietà. In casi come questo, dove tutto è opaco fin dall'origine, posso solo immaginare quanto tempo ti ci sarà voluto... Hai fatto un lavoro davvero lodevole!

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    1. Grazie, Cle! E' stato faticoso ma anche appassionante, tanto che per ora non riesco a staccarmi dall'argomento. Ho infatti in programma di dedicargli un altro paio di post :-)

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  2. Gran pezzo, complimenti per il lavoro di ricerca, non deve essere stato affatto semplice. Certo che un parco del genere, tra le montagne del Colorado sarebbe stato un innovazione, ad oggi non esiste nulla del genere, sarebbe stato il sogno di ogni appassionato di Jack Kirby, poco ma sicuro ;-) Cheers!

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    1. I progetti architettonici di Kirby sembrano provenire da un altro pianeta, avanti anni luce rispetto alla Terra. Un'utopia nel senso stretto del termine...
      Grazie per i complimenti, Cassidy :-))

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  3. Questo purtroppo è un problema che capita quando si fanno delle ricerche, specialmente su argomenti rimasti per la loro stessa dinamica in una posizione ambigua. Cercare di trarre una verità da varie fonti talvolta contraddittorie è il compito del ricercatore. Direi che ti sei destreggiato abbastanza bene ;-)

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    1. E' comunque sorprendente come siano diventate confuse certe parti della storia con il passare degli anni, man mano che si perdevano sempre più i contatti con la fonte originale.
      Grazie Ariano e a presto ;-)

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  4. Comunque non mi avrebbe stupito la costruzione di un parco per finanziare un progetto cinematografico. Sarebbe stata una possente manovra pubblicitaria, perché no.
    Concordo sull'impegno che richiede ogni ricerca. Molti di noi blogger sono della vecchia guardia, si documentano ben bene, insomma, ancora studiamo, Ivano. :)

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    1. A me invece la cosa non appariva molto logica. Finanziare un parco dei divertimenti o direttamente il film non mi sembrava fare una grande differenza, trattandosi in entrambi i casi di show business, con tutte le incognite del caso. La Città della Scienza offriva sicuramente più garanzie di ritorno economico a chi investiva i propri capitali.
      Riguardo alla documentazione, si tende a pensare che gli articoli più in vista nei motori di ricerca siano anche i migliori, ma non è per niente detto che sia così, come dimostra anche questo caso.
      Grazie del commento, Luz :-))

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    2. Sì, ma metti che concomitante al primo film, diciamo, della saga di Harry Potter si fosse costruito un parco a tema. Sapendo che non solo avrebbe fatto da lancio ma che avrebbe avuto successo anche in seguito, al termine dell'ondata del film.

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    3. Capisco cosa vuoi dire, Luz, ma c'è una differenza. Il primo film di Harry Potter era tratto da un bestseller internazionale, il film di Barry Geller da un libro poco conosciuto di Roger Zelazny.

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  5. Insomma, un gran bel progetto basato sul nulla cosmico. Non mi spiego perché non ci abbiamo mai pensato noi italiani ad una cosa del genere... no, in realtà di cose del genere ne abbiamo fatte e ne facciamo, ma sicuramente non altrettanto fantascientifiche (in senso stretto).
    Complimenti per l''immenso lavoro di ricerca. So bene cosa significa infilarsi in un ginepraio del genere....

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    1. La frase "Almeno così dicono i suoi produttori" contenuta nel primo articolo di giornale dedicato al progetto fa capire che un certo scetticismo aleggiava fin da subito.
      Grazie per i complimenti! Non ho difficoltà a immaginare che con i tuoi speciali aprilini ti sia fatto anche tu le ossa a districarti tra le fonti ^^

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  6. Credo che la spiegazione di fondo di fronte alle tante contraddizioni in cui ti sei imbattuto sia che è una vicenda talmente assurda, pasticciata e grottesca, che se non si sapesse fosse vera, si direbbe che è inventata di sana pianta.
    Tra l'altro credo che nel film Captain America - The Winter Soldier in un dialogo si facesse riferimento all'episodio.

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    1. Grazie dell'input, Marco ^_^ Mi metterò alla ricerca del dialogo incriminato, anche se non credo che avrò voglia di vedere il film. Mi scarico i sottotitoli e lo cerco lì ^^

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  7. Visto che sensazione di estasi che fornisce il viaggiare nelle fonti dirette? L'avvento del digitale ci permette di bypassare decenni di chiacchiere e falsificazioni (volute o meno) e andare ad abbeverarci alla fonte. Io sono un drogato di questa pratica, perché chiunque può accedere ad informazioni rimaste sconosciute ai più, a volte anche per secoli! (Per fortuna le università condividono copie digitali di molti loro libri antichi, dove si possono trovare opere italiane spesso dimentticate dall'Italia!)
    Ora però mi hai fatto venir voglia di un'altra "dose" :-P

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    1. Come non darti ragione, Lucius! Pensa all'assurdo dettaglio che in nessuna delle fonti da me utilizzate per prime avevo trovato citato il nome di Larry Chance. Con il risultato che Barry Geller usciva pulito dall'inchiesta ma non si sapeva come e perché.
      E sono felice di farti sapere che un'altra dose è presto in arrivo. Anzi due, di cui l'ultima credo davvero sorprendente ;-)

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    2. La cosa più bella di queste ricerche è trovare "piste" ignorate da chi si limita al "copia e incolla", spesso riassumendo e quindi cambiando il testo. Ricordo quando sfogliavo testi del Seicento a caccia di Shakespeare, scoprendo quanto fossero assurde certe affermazioni che ancora oggi rimbalzano di qua e di là. Che goduria scoprire "prove" antiche ^_^

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    3. Tu poi che sei noto per essere il biblio-archeologo della blogosfera... :-)

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  8. Interessantissima questa serie di articoli!
    Quando ho letto la frase "incriminata", nella seconda parte, non mi ero posta il problema. L'avevo interpretata così: il progetto del parco faceva vedere che c'era molto di più in ballo, non solo il film e quindi un finanziatore sarebbe stato più incentivato a donare per il film, rispetto a se non ci fosse stato il progetto. Il progetto del parco dava una maggiore credibilità al progetto del film.

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    1. Grazie mille dell'apprezzamento, Kukuviza (sei Bulgara?)! E' una serie di articoli che mi ha fatto molto sudare, dopo che la versione originale dei fatti era finita sommersa da un mare di ricostruzioni di tutti i tipi: sommarie, lacunose, distorte, o modificate deliberatamente come nel caso del film Argo .

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