Solve et Coagula - Pagina 166
Parte II - Capitolo 3 /9
Sembrava che tutta la stanchezza accumulata
impercettibilmente in oltre un mese di peregrinazioni, avesse infine sommerso
Massimo in una volta sola. Tutto ciò che si trovò a desiderare, una volta uscito dal
ristorante, era tornarsene al più presto in albergo e infilarsi sotto le coperte. Per questo accolse con enorme sollievo le prime parole che Paula gli rivolse in strada, nella tiepida aria serale.
«Niente
passeggiata al chiar di luna, stasera, anche se tutto inviterebbe a farla. E niente locali, niente concerti, niente
di niente. Domani ci attende una giornata faticosa e non possiamo fare tardi.
Ce ne staremo tranquilli a letto a guardare la tv» fu quello che lei gli disse.
E poiché durante la cena non erano tornati una sola volta sull’argomento dell’indomani, Massimo pensò di cogliere al balzo l’occasione.
«Cosa intendi con “giornata
faticosa”?» le chiese, non senza un po’ di ansia.
«Sette chilometri a piedi» replicò telegrafica la ragazza.
La risposta lasciò Massimo perplesso. «Non mi sembrano poi così tanti. Ho fatto di
peggio in varie occasioni».
Paula rise brevemente prima di rispondergli di nuovo. «Saranno in
gran parte sotto il sole, tutti in salita e lungo un sentiero accidentato».
«Sembra divertente» scherzò Massimo. «In ogni caso, dove siamo
diretti? Non in direzione del Monte, mi pare di capire».
«In direzione di Mont Saint Michel? No. Ma anche sì, in un certo
senso».
«Cos'è, un indovinello?».
«No, nessun indovinello. Anzi, non ti tengo oltre in sospeso. Ci
arrampicheremo su un cucuzzolo dalla cui cima avremo una visione privilegiata dell'abbazia e di tutta la baia».
«Non ne vedo molti di cucuzzoli da queste parti…» osservò Massimo.
«E chi ha detto che resteremo da queste parti?» ribatté Paula. «A dirla tutta, non
resteremo neanche in Normandia. Per la prima volta ci sposteremo in
Bretagna».
Avevano scelto una stanza del secondo piano, una di quelle affacciate sul retro dell’albergo, con le pareti incorniciate da decorazioni in stile floreale art decό, e l'arredamento in tema. Oltre
la porta-finestra, un piccolo balcone sporgeva su un giardino - un angolo paradisiaco, illuminato in quel momento dall’alto da uno
spicchio di luna, la cui vista ebbe su Massimo uno strano effetto. Affiorò in lui un ricordo lontano e quasi dimenticato, all’apparenza
privo di ogni nesso con quel che aveva sotto gli occhi, che lo riportò ai suoi undici anni, a una sera in cui suo padre lo aveva accompagnato al cinema a vedere Gli aristogatti. Più esattamente, rivide sullo schermo della sua memoria la scena in cui Romeo incontra per la prima volta Duchessa, in riva al fiume. Ricordò, come fosse allora, lo sguardo della
gatta, completamente rapito dalla figura del randagio. Paula, ne era più che
certo, non lo avrebbe mai guardato a quel modo, e si trovò a chiedersi perché.
«Perché così malinconico?» gli chiese la ragazza, in piedi al suo fianco.
«Non staremo separati per sempre».
Romeo e Duchessa scomparvero all’istante dalla mente di Massimo, mentre
il cuore gli balzava in gola.
«Ci rivedremo tra poco meno di trent’anni» continuò la ragazza,
come se parlasse del più e del meno.
Lui non sapeva se doveva mettersi a ridere o cosa. «Immagino che dovrei essere
felice di sentirmelo dire» ironizzò.
Paula ignorò la battuta e continuò a parlare con lo stesso tono serio di prima.
«Domani, più o meno a quest’ora, ti darò la parola-chiave che
ti farà ricordare di me».
«Ti assicuro che non ho problemi di memoria e non corro nessun
rischio di dimenticarmi di te» osservò Massimo, che corse col pensiero al Calvados come possibile spiegazione degli strani discorsi della sua compagna di viaggio. «Mi piacerebbe però sapere il perché di questo gioco da
ragazzini, così all’improvviso».
Ma lei, anziché rispondergli di nuovo, cominciò a cantare. Era la stessa nenia finlandese che gli aveva già cantato una volta, su un pullman, poco dopo l’inizio del loro viaggio insieme.
Uhm.... Paula ritorna come Alessandra oppure si reincarna in Luisa? Ricordo che ad un certo punto gli occhi di Luisa csmbiano...
RispondiEliminaAcquetta, cara Patricia. In realtà Paula è... non posso dirlo ancora, perché sarebbe un mega-spoiler ^^
EliminaAggiungo comunque che in questo stesso post c'è un indizio importante sul ritorno di Paula.
EliminaTi credo Ivano. Lo rileggerò con calma stasera. Oggi ho pochissimo tempo,
RispondiEliminaGli Aristogatti è uno dei miei cartoni animati preferiti. La scena che menzioni la ricordo benissimo, ed è proprio così come la descrivi, con lei che guarda sognante il gattone randagio che sta arrivando.
RispondiEliminaPer il resto, sono d'accordo con Pat: Paula sarà poi la reincarnazione di Luisa... ma a questo punto devo aspettare anch'io il responso con il prosieguo della storia!
Devo ripetermi: acquetta. Le cose sono un po' diverse da così. Per arrivare a un inizio di soluzione, bisogna sommare una delle pagine finali della prima parte a una frase detta in questo post ;-)
EliminaAllora è veramente dura!
EliminaAbbastanza ;-)
EliminaLa citazione de Gli Aristogatti è un autentico spasso e provoca un’eccellente discordanza con l’atmosfera della scena. Attendo con inquietudine il seguito ;-) :-)
RispondiEliminaHai detto bene, Clementina: discordanza. Troppo spesso in narrativa tutto oscilla intorno a un tracciato lineare da cui ci si discosta pochissimo. Il che appiattisce un po' tutto. Anche in musica è la dissonanza a tener desta l'attenzione ^^
EliminaIl seguito arriverà, ma con il solito ritmo. Ci sono altri tre-quattro post inframezzo ;-)
Ma Paula ragazza... shhhhh! Come faccio a commentare col rischio di fare spoiler? :P Non ho risolto l'enigma, ma secondo me...
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