Solve et Coagula - Pagina 140
Parte II - Capitolo 1 /12
Massimo stava per far girare la chiave nella toppa, ma poi si immobilizzò di colpo, al pensiero che la casa potesse non essere deserta come sembrava. Dopotutto Paula Susi faceva l’infermiera e anche se in quel periodo non stava
lavorando aveva forse preso l’abitudine di dormire a orari insoliti. Provò
allora il pulsante del campanello, che non sembrava però funzionante. A quel punto poteva solo finire di aprire la porta e così fece.
La luce pomeridiana che entrava dalla porta alle sue
spalle non si rivelò certo in grado di illuminare l'intera sala d'ingresso, ma Massimo notò comunque che a dispetto dell’apparenza esterna dell'edificio la stanza era arredata con gusto moderno. La parete alla sinistra, più lontana dall'ingresso, era attraversata in lungo e in
largo da scaffali ricolmi di libri, ma il suo occhio esercitato gli permise
anche di notare, a dispetto della semioscurità, che quasi un’intera fila
ospitava una collezione di 33 giri. La stessa parete ospitava inoltre, in una sorta di nicchia ricavata tra i libri e i dischi, l’impianto ad alta fedeltà. A
quella vista Massimo sentì gran parte delle sue tensioni svanire. Non solo il locale rivelava l’assoluta normalità della vita di chi l'abitava, ma gli
mostrava quella stessa persona come un’anima affine. Bastava forse questo a
spiegare perché si fosse sentito attratto a prima vista da Paula Susi, pensò Massimo, sebbene
non ancora a chiarire perché la donna fosse stata in grado di prevenire, e forse anche dirigere
le sue mosse, con tanta precisione.
Premette poi l’interruttore della luce, ma senza risultato perché la
stanza rimase immersa come prima nella semioscurità. Ecco un inconveniente
serio. Che la zona fosse soggetta in quel momento a un blackout non
era impossibile ma era certo più probabile, e di molto, che l'abitazione avesse staccata la corrente. Massimo pensò allora di rimediare aprendo la finestra, ma ebbe appena il tempo di raggiungerla prima di accorgersi di qualcosa alle sue spalle che identificò subito, nel silenzio che gli sembrò divenuto all’improvviso
totale, come il suono di un respiro. La sua prima impressione fu che dovesse appartenere un animale, in particolare a un cane di grossa taglia, e si sentì
gelare il sangue nelle vene. A fatica, ma riuscì comunque a reprimere
l’impulso di lanciarsi a tutta velocità verso la porta e la strada e costringersi invece a muoversi con estrema lentezza, a piccoli passi laterali.
Il che sembrò funzionare, perché gli permise di coprire in un tempo relativamente breve metà della distanza che lo separava dalla
porta senza nessun attacco da parte dell’animale. Fu allora
che una voce femminile, calda ma con un timbro stranamente metallico, fece il suo nome.
Massimo si immobilizzò di colpo. «Paula?» chiese incerto, e senza ancora decidersi a guardare nella
direzione della voce.
«Adesso puoi voltarti, sono vestita» scherzò lei.
C’è poco da scherzare,
pensò Massimo, che provò all’improvviso una forte rabbia nei confronti della
donna. Tutta quella messinscena gli sembrava non solo fuori luogo ma anche di
cattivo gusto. Obbedì comunque al comando di voltarsi e vide il contorno della donna affiorare in prossimità della parete opposta a quella d'ingresso. Era sprofondata in una poltrona.
«Potresti chiudere la porta?» continuò lei come nulla fosse.
«Non c’è luce» obiettò Massimo «Apriamo prima una finestra».
«Non c’è luce elettrica» lo riprese lei. «In quanto alle
finestre, preferisco che rimangano chiuse». E senza aggiungere altro fece
brillare nell’oscurità la fiamma di un accendino con cui accese la candela centrale di un candelabro posizionato sul basso tavolino che aveva di fronte.
«Adesso, se ti decidi a chiudere la porta, faccio lo stesso con le altre sei».
«C’è forse un blackout?» chiese ancora Massimo.
Paula scosse la testa e Massimo finalmente, alla
luce della fiammella, cominciò a distinguere qualcosa del suo volto. La forma era quella triangolare che ricordava, con la fronte ampia e il mento sottile, ma la massa dei capelli era adesso tutta scomposta, quasi si fosse dimenticata di pettinarsi quel giorno. Ma fu soprattutto l'apparente differenza tra un occhio e l'altro a colpirlo, con il sinistro che sembrava dotato della capacità di convogliare e rimandare molto più della fiamma della candela di quanto non facesse il destro. Ancor più della prima volta, trovò che l'amalgama così insolito di quei particolari conferisse alla donna un'aria a un tempo affascinante e inquietante.
Il vano "segreto" di Massimo con i vinili e l'impianto stereo! :O E anche gli occhi di Paula, sì...
RispondiEliminaCiao Gloria. Massimo era già un appassionato e collezionista di libri e dischi, ma il vano segreto non lo aveva ancora approntato all'epoca. Lo farà solo dopo la nascita di Luisa. E senza sapere da dove ha tratto l'ispirazione ^^
EliminaEh ma appunto, intendevo che quel suo spazio ha un'origine precisa a questo punto!
EliminaGià! Ritorna qualcosa della prima parte.
RispondiEliminaI vinili e gli occhi di Luisa... quelli differenti della fine della prima parte.
Uhm.... Luisa... reincarnazione di Paula in qualche maniera. Magari la figlia ma con la sua essenza dentro.
Ciao Patricia. Molti dei temi della prima parte hanno la loro origine in questa seconda, che cronologicamente è precedente.
EliminaCon quegli occhi... magari Paula soffriva di neurofibromatosi...
RispondiEliminaSignifica quindi che mi aspetta un capitolo di "Ore d'orrore" dedicato a Solve et Coagula? ;D
EliminaIl segreto sta sempre negli occhi che dicono più delle parole.
RispondiEliminaIl che può rappresentare un inconveniente non da poco ;D
EliminaCiao Annalisa!
Mi fanno sorridere i continui tentativi di Massimo di darsi una spiegazione razionale su quanto accade, vedi ad esempio il blackout. Secondo me in quel momento Paula Susi si stava leccando le labbra come un gatto alla vista di un boccone prelibato.
RispondiEliminaE poi ecco che ritorna il tema degli occhi uno diverso dall'altro, a fugare ogni dubbio sulla stranezza della situazione!
Gli occhi diversi l'uno dall'altro rimandano ovviamente anche alla stretta connessione esistente tra le figure di Paula Susi e Luisa ^^
EliminaSìsì, di questo mi ricordavo bene, essendo "fresca" di lettura della Parte I. :-)
EliminaOttimo... così se ho dei dubbi su qualcosa so a chi rivolgermi ;D
EliminaAhahah!!! Mi fai ribaltare. :-D
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