Trilogia delle Madri /11: La Prima Madre nella visione di Rudolf Steiner
Morte è quanto vediamo da svegli;
quanto vediamo dormendo, sogno.
Eraclito, Dell'Origine [fr. 90]
1413 e.v. Secondo l'insegnamento di Rudolf Steiner questa particolare data segna l'inizio della quinta era post-atlantidea, la nostra. Ma è anche l'inizio di un cambio di paradigma che si svolge all'insegna di un capovolgimento di prospettiva: il mondo interiore della coscienza, che fino ad allora aveva costituito la
realtà primaria, ed era stato il principale campo di indagine, diviene una realtà secondaria; il mondo fisico esteriore, considerato fino ad allora una realtà
secondaria, diventa la realtà primaria e il nuovo principale
oggetto di studio. È una constatazione fondamentale, questa, per capire la
particolare interpretazione che Rudolf Steiner dà della natura delle Madri.
Riprendiamo intanto in considerazione l’identificazione che Steiner fa tra le Madri e le tre dee Rhea, Demetra, Persefone, e tra queste e le fasi
Saturnia, solare e lunare dell'evoluzione terrestre intesa nel suo senso più ampio.
[Se] solleviamo lo sguardo verso Saturno, Sole, Luna, vi troviamo le Madri che i misteri greci hanno espresso in una forma diversa: Prosperpina [Persefone], Demetra, Rhea.
Così scrive Steiner nella quarta conferenza del ciclo La scienza dello spirito e il Faust di Goethe, dedicata esplicitamente al tema delle Madri.
Sembrerebbe, dal passo citato, che la corrispondenza sia: Persefone-Saturno, Demetra-Sole, Rhea-Luna. Steiner, tuttavia, se nella sua conferenza mantiene
sempre invariata la successione Saturno-Sole-Luna, non fa altrettanto con i nomi delle tre dee, che elenca secondo un ordine variabile. E questo confonde le
cose.
A me sembra in ogni caso che l’identificazione più plausibile sia questa: Rhea-Saturno, Demetra-Sole e Persefone-Luna. Per una pura questione di genealogia
divina: Rhea, una titanide, appartiene alla prima generazione di dei; Demetra,
figlia di Crono e Rhea (e quindi sorella di Zeus), appartiene alla generazione
successiva di dei; terza e ultima viene Persefone, figlia di Demetra.
Ma qualunque sia l'interpretazione corretta, è sempre utile ricordare che Steiner non
sta parlando di corpi planetari, ma delle forze che vi sono connesse e che,
lungi dall’avere esaurito la loro azione, continuano ad influire anche sul
corso della quarta, attuale fase di evoluzione terrestre. Queste forze sono le Madri.
Forse ricorderete, dalla mia esposizione generale dell'insegnamento steineriano in tre parti, quanta influenza abbiano
avuto gli impulsi, o forze, lunari sul particolare corso della quarta, attuale, fase evolutiva cosmica: la fase detta "terrestre". Il particolare rapporto pianeta-satellite fa in effetti sì che l'insieme Terra-Luna
formi come un’unità, dove gli impulsi lunari invadono tutto lo spazio esistente tra
la Luna e la Terra e l'interno della Terra stessa. E' come se, in un certo senso, la Terra ospitasse nella sua interiorità la Luna, che rimane in ogni caso un agglomerato di forze estranee che necessitano, per così dire, di essere maneggiate con
cura. Le sole persone in grado di farlo con cognizione di causa sono gli
iniziati alla scienza spirituale, ripartita tra i vari oracoli, con i misteri che vi sono connessi. Le stesse forze sono altrimenti subite
passivamente dal resto dell'umanità.
E' a causa di questa perturbazione lunare che si forma, all'interno del globo terrestre, qualcosa che Steiner definisce "essere elettrico" o anche “impulso lunare rimasto
indietro” o “ritardato” - una definizione che indica chiaramente delle forze, o impulsi, che non stanno al passo dell’ordinario percorso
evolutivo diventando, al contrario, un ostacolo al suo processo.
I greci della IV età post-atlantidea, continua Steiner, erano ancora in
grado di riconoscere l’affinità di questo particolare "essere elettrico", una delle Madri, con le forze della riproduzione, della crescita, della prosperità. Mantenevano però tutto celato dietro il velo del segreto misterico. E altrettanto facevano con quel che aveva a che fare con le altre due
Madri. Mentre la decadenza della civiltà caratteristica delle successive età post-atlantidee è legata a doppio nodo alla desacralizzazione e messa allo scoperto, sotto gli occhi di
tutti, di tali forze. Durante il nostro quinto periodo post-atlantideo è successo con l'elettricità; nel sesto e settimo periodo
post-atlantideo, proseguendo la fase di decadenza della civiltà, succederà con
le altre due forze o Madri.
La misura in cui tali forze lunari, la terza (o forse prima) Madre, siano collegate al male, lo si evince meglio dalla conferenza
successiva del ciclo, la quinta, dove Steiner afferma che ogni periodo evolutivo ha un suo particolare compito da assolvere. Quello del quinto periodo post-atlantideo, iniziato nel 1413 e destinato a terminare
nel 3573, è di confrontarsi con “il problema del male”.
Il male si accosterà all’uomo del quinto periodo post-atlantideo in tutte le diverse forme possibili e in modo tale che egli dovrà risolvere scientificamente la natura, l’essenza di esso e venire a capo, nel suo amare e odiare, di tutto ciò che proviene dal male, dovrà lottare, combattere contro le controforze che il male opporrà agli impulsi del suo volere.
Come vi sarete forse accorti, qui entra in gioco un punto fondamentale
della questione, che si ricollega con quanto ho scritto all'inizio del post: se le Madri sono di per sé concepibili, in una data misura, come forze negative e contro-iniziatiche, la pienezza della loro azione funesta si manifesta solo una volta che, sottratte al loro alveo naturale, che è quello sotterraneo del
sacro e del segreto, sono "traslate" nel mondo di superficie della conoscenza profana
e utilitaristica.
La Luna (le forze o impulsi lunari) è quindi la prima, e per ora unica Madre, a essersi resa tangibile, in forma di elettricità, sulla
Terra. Le altre due rimangono, per il momento, in attesa nelle loro profondità sotterranee, accessibili solo a coloro che sono in grado di penetrare, nella misura in cui è loro possibile, oltre il velo del segreto che ancora le tiene separate dal resto dell'umanità.
* * *
Il frammento di Eraclito è nella traduzione di Angelo Tonelli. Da: Eraclito, Dell'Origine. Feltrinelli, 1993.
L'immagine di apertura del post è: Rudolf Steiner, Das Ich erkennet sich im Tode (Tema da Faust per il primo Goetheanum).
Clicca sull'icona a lato per la visualizzazione intera.
Le altre immagini sono dei fermi immagine dal film Suspiria di Dario Argento (1977).
L'immagine di apertura del post è: Rudolf Steiner, Das Ich erkennet sich im Tode (Tema da Faust per il primo Goetheanum).
Clicca sull'icona a lato per la visualizzazione intera.
Allacciandomi a un commento di Tom sul mio ultimo post, ecco, questa tua serie di post possono effettivamente definirsi un saggio.
RispondiEliminaGrazie mille, Ariano, delle belle parole e della segnalazione del commento di TOM, che non avevo letto. Ho rimediato e detto la mia adesso ;-)
EliminaSplendida nuova tappa di uno splendido viaggio ^_^
RispondiEliminaTroppo gentile, Lucius. Grazie! *__*
EliminaMi associo a Lucius e Ariano e spero che questo viaggio duri ancora a lungo
RispondiEliminaGrazie Nick! Non so dirti in realtà quanto ancora durerà il viaggio. Non è nulla di davvero sistematico e non ho intenzione di ripetere cose già dette da altri riguardo alla Trilogia.
EliminaDecisamente un saggio per intenditori di grande livello.
RispondiEliminaGrazie Marina.... cerco di fare del mio meglio, sperando sia abbastanza. A presto! :-)
EliminaDi Steiner non ho letto La scienza dello spirito e il Faust di Goethe mentre, come sai, ho letto La scienza occulta nelle sue linee generali. I tuoi articoli così ragionati contribuiscono a fare chiarezza su alcuni punti di una materia assai complessa.
RispondiEliminaSe la "tappa Steiner" mi dava qualche pensiero, la prossima mi fa venir voglia di chiudere direttamente il blog. L'ho già iniziata e temo che non riuscirò a dedicarmi ad altro per un po' di giorni.
EliminaGrazie delle belle parole, Cristina :-))
La tentazione irresistibile di chiudere il blog piglia spesso anche a me. Ho l'impressione che stia diventando una specie di Golem che vive di vita propria e sia sempre più difficile da gestire. Prima però chiuderei la saracinesca Facebook.
EliminaLa mia era un'esagerazione, Cristina. La tentazione di chiudere il blog per il momento neanche mi sfiora. E' che alcuni post richiedono più impegno di quanto sarebbe auspicabile per una semplice passione non remunerata.
EliminaAh, meno male! :-) La mia però non era un'esagerazione, ogni tanto mi viene davvero voglia di chiuderlo.
EliminaInteressantissimo articolo: devo assolutamente recuperare tutti i post precedenti.
RispondiEliminaContentissimo di averti interessata così tanto, Clementina. Grazie e a presto :-))
EliminaCome sempre, ho letto con interesse, ma non saprei bene cosa/come commentare.
RispondiEliminaComunque mi è tornata alla mente l'eta dell'oro di cui parlava Virgilio e l'avvento del fanciullo. Mi chiedo se questa visione abbia ispirato Steiner. Interessante notare che in entrambi si possono trovare riferimento a pianeti/metalli.
E' qualcosa che gli si avvicina molto, Marco. La tradizione della suddivisione in ere con il nome di metalli è cominciata con Esiodo ed è stata poi ripresa da Ovidio, Lucrezio e Virgilio.
EliminaInteressante, anch'io però non so bene cosa commentare non conoscendo Steiner, leggere i tuoi post sarà un modo per approfondire.
RispondiEliminaDal prossimo post, il discorso verterà su altro, Giulia. Anche se il pensatore austriaco tornerà prima o poi a far capolino, la serie non è incentrata su Steiner ma sulle Madri.
Elimina