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Ivan e Maria (Иван да Марья)




Sette o forse otto anni fa, in occasione di una festa di capodanno, mi capitò di incontrare una ragazza di nome Maria. Niente di insolito a prima vista, dal momento che l'Italia è piena di donne con questo nome e non c'è nulla di straordinario nell'incontrarne una. Ma questa Maria in particolare non era italiana, bensì una russa di San Pietroburgo che portava quel nome come molte sue connazionali e, più in generale, come moltissime donne del vecchio continente. In Svezia, per esempio, si incontrano donne di nome Maria quasi a ogni angolo, insieme a tantissime altre di nome Anna o Pia. Si incontrano anche tante donne di nome Lotta, ma questo è un altro discorso.
Lasciando ora da parte le svedesi e tornando alla Maria russa, accadde che nel momento in cui saltò fuori che io mi chiamavo Ivano lei pensò subito, com'è naturale, al russo Ivan. Mi affannai allora a spiegarle (parlavamo in inglese) che il mio nome è in realtà di origine celtica e non corrisponde all'Ivan Russo, che sarebbe in realtà il nostro Giovanni, ma all'Yves francese. Si chiamava difatti così un cavaliere della tavola rotonda che amava andarsene a spasso accompagnato da un leone. Sia come sia, finimmo per parlare ugualmente di Ivan e Maria. Mi disse che erano la coppia per eccellenza delle fiabe russe e che mentre a volte erano fratello e sorella altre volte finivano per sposarsi. Lì per lì non mi venne in mente di chiederle se poteva capitare che si sposassero anche quando erano fratello e sorella, ma una specie di risposta l'avrei avuta un po' di tempo dopo, come potrete rendervi conto da soli se leggerete fino in fondo questo post.
Il discorso deviò poi sulla botanica, ma senza andare fuori tema. Maria mi spiegò che sul suolo della Grande Madre Russia cresce un fiore bicolore che sembra davvero la combinazione di due fiori diversi fiori e, secondo la loro tradizione popolare, simboleggia l'unione indissolubile di Ivan e Maria che non possono vivere l'uno senza l'altra. Mi promise inoltre che al suo ritorno a San Pietroburgo, previsto di lì a quattro giorni, mi avrebbe inviato per e-mail una foto del fiore. Maria mantenne la promessa e meno di una settimana dopo ricevetti una sua e-mail con allegata questa immagine:




La cosa strana è che in Russia il nome comune di questo fiore sembra essere proprio Ivan-e-Maria, mentre il nome scientifico universale è melampyrum nemorosum. In Italia, dove è presente nel Nord e in parte del Centro, è conosciuto sia come spigarola violacea che come melampiro dei boschi.
Mi ero poi messo alla ricerca nel web di fiabe russe che parlassero di Ivan e Maria, scaricandone infine una in lingua inglese* che mi ripromisi di leggere alla prima occasione. Cosa che però ho fatto soltanto ieri, chiedendomi poi se non fosse anche arrivato il momento di sfruttare la mia passione per la traduzione di fiabe per creare un nuovo post. Tanto più che la fiaba in questione dovrebbe avere il valore aggiunto di essere inedita in Italia. Perlomeno non è tra quelle del libro di Afanasjev pubblicato dalla Einaudi, che è un po' la bibbia italiana delle fiabe russe.


Ivan, Maria e la volpe d'oro


C'era una volta in un paese lontano una bellissima principessa di nome Maria, figlia adottiva dello zar e della zarina. Maria amava suo padre ed era sempre pronta a obbedirgli. Lo zar doveva però stare lontano dalla figlia e dalla moglie per tutto il tempo di un lungo viaggio. La principessa pianse molto per questo. Pregava e supplicava il padre di non lasciarla, ma lui doveva partire. Prima di andarsene, però, lo zar disse alla figlia di scegliersi un pretendente che fosse in grado di prendersi cura di lei e dei loro possedimenti fino al suo ritorno.
"L'uomo che sceglierai dovrà essere ricco, intelligente e di nobile nascita" le spiegò. Erano gli unici requisiti richiesti dallo zar, e Maria sapeva che gli avrebbe obbedito.
La principessa annunciò così di essere in cerca di un pretendente, e in tanti vennero da tutto il paese, per mettersi in fila e avere la possibilità di corteggiare la bella principessa.
Un contadino di nome Ivan a sentire la notizia fu pazzo di gioia. Il suo amore per Maria era cominciato quando era ancora un bambino, un giorno in cui gli capitò di scorgere la sua bellezza. Da allora il suo amore per lei aveva continuato a crescere come un fiore che si apre alla luce del sole. Sapeva dei requisiti richiesti, ma non gli importava. Non sapeva neppure chi erano i suoi veri genitori, ma era cresciuto come un contadino fin da bambino, da quando i suoi genitori adottivi lo avevano trovato. Della sua famiglia precedente conservava un solo ricordo: la coperta con sopra ricamata la lettera M in cui lo avevano avvolto da piccolo. Ma aveva deciso di viaggiare lo stesso attraverso tutti e trenta i paesi che lo separavano dal trentesimo regno.
La principessa Maria intanto era stordita alla vista dei tanti principi arrivati nel suo regno per prenderla in sposa. Ma non era colpita da nessuno di loro, perché sapeva che volevano sposarla solo perché suo padre possedeva il più grande regno di tutta la Russia. Maria si rifiutava di avere a che fare con quei pretendenti con cui non si sentiva a proprio agio.
Nel frattempo Ivan continuava il suo lungo viaggio, con il pensiero fisso di Maria che lo spingeva a andare avanti. Stava per arrivare nei pressi di un incrocio quando incontrò una volpe d'oro. Ivan si avvicinò con la speranza che la volpe gli avrebbe indicato la strada per arrivare dalla bella principessa Maria. La volpe d'oro accettò di indicargli la direzione da prendere, ma a condizione che Ivan le desse qualcosa mangiare. Ivan era in difficoltà perché non sapeva se gli conveniva dar da mangiare alla volpe. Aveva portato con sé abbastanza cibo solo per il suo viaggio attraverso trenta paesi fino al trentesimo regno. Ma la volpe d'oro promise a Ivan che oltre a indicargli la strada, l'avrebbe aiutato le prossime tre volte in cui avrebbe avuto bisogno. Tutto quello che doveva fare è schioccare le dita e la volpe d’oro sarebbe comparsa ad aiutarlo nel momento stesso. Ivan accettò e divise con la volpe una parte del cibo che aveva portato con sé. Ringraziò poi la volpe d'oro e si rimise in viaggio. Ma quando ormai pensava di essere quasi arrivato, si trovò davanti a un altro bivio. Era molto preoccupato e non sapeva cosa fare, poiché si era perso in una terra che non conosceva. Poi si ricordò della volpe d'oro e della sua promessa. Fece schioccare le dita e subito gli apparve la volpe d'oro.
"In che modo ti posso aiutare stavolta Ivan?" chiese la volpe d'oro.
Ivan spiegò che si era di nuovo perso nel suo viaggio per andare dalla principessa Maria. La volpe d'oro gli indicò allora la strada da seguire, come gli aveva promesso. Ivan la ringraziò ancora una volta e riprese il suo viaggio.
La principessa Maria cominciava intanto a spazientirsi e a dubitare che avrebbe mai trovato il pretendente giusto. Nessuno di quelli che le chiedevano la mano era il suo tipo. Sapeva qual era il tipo di ragazzo che voleva e nessuno di quelli che aveva visto finora era quel tipo di ragazzo. La principessa Maria era così sul punto di sospendere la sua ricerca, quando si ricordò di quanto fosse importante tutto questo per suo padre. Solo per la voglia di compiacerlo si decise a incontrare altri pretendenti. Ma sperava anche di trovarne presto uno che le andasse a genio.
A Ivan era venuto nel frattempo in mente che non sarebbe stato permesso di vedere la principessa a nessuno che non fosse nobile di nascita. Vi rifletté sopra per molte notti ma non riusciva a trovare una soluzione. Si ricordò allora della volpe d’oro e pensò che forse lo avrebbe potuto aiutare. Fece schioccare le dita e subito apparve l’animale.
"Come posso aiutarti stavolta Ivan?" chiese la volpe d'oro.
Ivan spiegò la sua situazione e chiese se c'era un modo in cui lei potesse aiutarlo. La volpe d'oro gli rispose che lo avrebbe trasformato in un principe per un giorno, a condizione però che non mentisse alla principessa sulla sua vera identità. Ivan accettò subito l’offerta, senza pensare a quel che sarebbe successo se la principessa Maria gli avesse chiesto notizie sulle sue origini.
Tre giorni dopo, Ivan arrivò a destinazione. Si mise in fila in attesa della sua possibilità di incontrare la bella principessa, e mentre aspettava il suo turno si sentiva davvero destinato ad essere un principe. Finalmente toccò a lui incontrare la Principessa Maria. Entrò nella stanza e la vide seduta su un trono circondata dalla sua servitù.
Era sbalordito dalla sua bellezza e non riusciva a distogliere lo sguardo. La principessa Maria lo accolse e vide tutta la preoccupazione che aveva dipinta in volto. Gli chiese se stesse bene, ma tutto quello che Ivan riuscì a dire fu: "La vostra bellezza è come un sole che sorge nel mio cuore".
La principessa Maria sentì che questo corteggiatore intendeva davvero dire quello che dicevano le sue parole. Aveva la sensazione che fosse diverso dagli altri. Cominciò allora a fargli domande sulle sue origini, ma lui continuava a rimanere seduto e a fissarla con lo sguardo senza decidersi a fare niente. Quando la principessa Maria gli fece la stessa domanda per la terza volta, Ivan si alzò in fretta, si scusò con lei, e corse fuori del palazzo. La principessa Maria si sentì allora prendere da una grande angoscia perché aveva la sensazione che era lui l'uomo con cui avrebbe dovuto sposarsi ma non sapeva nemmeno come si chiamava. Ma gli mise alle calcagna uno dei suoi servi, che seguì Ivan fino a una capanna nel bosco.
Ivan era molto preoccupato per non essere riuscito a dire una parola alla principessa Maria. "Come posso parlare con una principessa quando non sono neppure un principe" pensò ad alta voce. Poi si ricordò della volpe d'oro. Aveva ancora una possibilità di chiedere il suo aiuto e decise di farsi consigliare da lei. Schioccò le dita e di nuovo fece comparire l'animale.
"In cosa posso aiutarti stavolta Ivan?" chiese la volpe d'oro.
Ivan spiegò che teneva così tanto alla principessa Maria che non sarebbe mai stato capace di mentirle. La volpe d'oro gli rispose semplicemente che tutti i suoi problemi si sarebbero risolti se fosse andato dalla principessa e le avesse mostrato la sua coperta. Ivan rimase deluso del consiglio, pensando che se avesse agito in quel modo non avrebbe risolto nessuno dei suoi problemi. Ma la volpe d'oro scomparve subito dopo averlo consigliato, prima che Ivan potesse fare altre domande. Ivan schioccò allora le dita per farla tornare, dimenticandosi però che aveva già chiesto aiuto alla volpe d'oro per le tre volte che gli era consentito.
Ma il servo della principessa Maria aveva ascoltato la conversazione tra la volpe d'oro e Ivan e aveva scoperto che lui non era veramente un principe e che era pazzo di amore per la sua padrona. Al suo ritorno, fece subito rapporto alla principessa e le disse quello che era successo. Le raccontò tutto ma si scordò di nominare la coperta. In un primo momento la principessa Maria si arrabbiò con Ivan perché le aveva mentito, ma non riusciva a smettere di pensare al suo sguardo. "La ragione per cui non mi ha detto niente è perché non voleva mentirmi" pensò. Ma la principessa sapeva che Ivan sarebbe tornato, e ordinò alle guardie di non perdere mai di vista la strada che portava al castello.
Ivan aveva infine deciso di seguire il consiglio della volpe d'oro. "Finora non mi ha mai mentito" pensò. Partì così per il castello, viaggiando attraverso il bosco finché non fu a destinazione. Quando le guardie lo videro da lontano, dissero immediatamente alla principessa che il suo Ivan era in viaggio. Lei lo accolse al cancello e gli disse che conosceva il suo segreto. Ivan cercò di giustificarsi ma lei non lo lasciò parlare. La principessa Maria era innamorata di Ivan anche se non era un principe, e sebbene sapeva che suo padre non sarebbe stato contento, lo scelse come suo marito.
Quando suo padre tornò dal suo viaggio, entrò nel palazzo desideroso di ritrovare sua moglie, la figlia e il marito della figlia. Vide che la sua adorata Maria aveva trovato un pretendente e fu al settimo cielo, anche se non riconosceva l'uomo che aveva conquistato il cuore della figlia.
Prima che suo padre potesse dire qualcosa, la principessa Maria gli si avvicinò e gli disse: "Ivan è ricco nel suo amore per me, intelligente per come si è travestito per incontrarmi, e anche se non è un principe io lo amo".
Suo padre era un po’ deluso che Ivan non fosse un principe, ma accettò la scelta della figlia. Stava per dare a Maria la sua approvazione quando notò la coperta con la M ricamata sopra. "Dove hai preso questo coperta, figlio mio?" chiese lo zar. Ivan disse la verità: "Mi copriva quando i miei genitori adottivi mi trovarono da bambino".
Un enorme sorriso si affacciò sul volto dello zar. "Tu sei un principe, figlio mio" esclamò. "Quando eri bambino una volpe d'oro ci disse che perché la vita di nostro figlio fosse piena di felicità avremmo dovuto allontanarlo da noi. Tua madre e io volevamo solo la tua felicità, così ti abbiamo posato sulla corrente del fiume come la volpe insisteva che facessimo. Mentre stavamo per lasciarti andare, venne la tua sorella adottiva Maria e posò la sua coperta su di te per coprirti". E subito, una volta scoperta la verità, il principe Ivan e la principessa Maria si sposarono.
Io ero lì a bere idromele; mi colava giù per i baffi, ma non me entrava una goccia in bocca.


* * *


* Notizie sulla fonte in lingua inglese: Ivan, Maria, and The Golden Fox. From: Amy Miteff, Russian Fairy Tales, Russian 0090. Completed February 22, 2003.

L'immagine di apertura del post è: Victor Vasnetsov, Nesmeyana princess (1916-26).
Clicca sull'icona a lato per la visualizzazione intera.

Commenti

  1. Questo è il motivo per cui sono diventato un tuo fan accanito. Sommovimento di neuroni ad ogni lettura, e la fantasia spazia...

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    1. Pane, neuroni e fantasia quindi... Grazie mille Massimiliano!
      Felice di averti tra i miei fan accaniti :))

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  2. Chissà de Propp l'ha letta e analizzata... ;-)
    Sembra "Cenerentola" al contrario. E comunque ricordo anche un racconto del Decameron con un uomo del popolo che diventa re sposando una principessa (in quel caso senza scoperta di origini nobili, resta plebeo ma assurge al trono).

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    1. Quello del povero che dopo aver conquistato la principessa si scopre a sua volta principe è un tema classico delle fiabe. Qui è interessante che alla fine il vero figlio risulti lui e la sorella adottata. Un modo per risolvere il problema scomodo dell'incesto.
      Uno si domanda anche cosa ne sia stato della regina madre per tutto il tempo... forse era a letto con l'influenza :-D

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    2. Riguardo a Propp, bisognerebbe chiedere a Marcella... è lei la proppologa ;)

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  3. Ci sarebbe da discutere per giorni sul perché miti, leggende, fiabe, hanno tutte una matrice comune e argomenti ricorrenti.

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    1. Il libro forse più riuscito che ho letto al riguardo è: "Strutture antropologiche dell'immaginario" di Gilbert Durand.

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  4. Gìà, anni e anni fa, ere fa, scrissi una tesina sulle costanti analogie delle figure di riferimento nelle varie religioni da Mitra a Gesù Cristo, con tutto quello che c'era prima durante e dopo, frequentavo una scuola cattolica... non voglio dirti le facce...già da ragazzino ero un gran rompipalle.

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    1. Anche a me piaceva mettere in crisi i miei insegnanti di elementari e medie in materia di politica e religione...

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  5. Non avevo dubbi, ti ho già chiamato Ivano il Dissacratore, più volte anche...sino a che non mi mandi a quel paese...

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  6. Ivano, questa dolce e bella storia, mette in luce non solo la tua innata curiosità ma anche la tua sensibilità. Bello leggerti.
    Quanto alla fiaba, sappi che mi è capitato di trovarla sulle antologie per le medie ed è sempre un piacere per i ragazzini studiarla. Un rovesciamento dei consueti ruoli crea interesse.

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    1. Grazie mille delle belle parole, Luz :)
      Saresti anche in grado di indicarmi i libri di testo precisi nei quali hai trovato la storia, Luz? L'unico risultato che appare in internet è quello relativo al mio blog...

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    2. Impossibile che risulti perché all'interno dei contenuti di un'antologia, precisamente nella sezione "La fiaba". Mi pare si trattasse de Il quadrato magico di Rosetta Zordan.

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    3. Grazie mille, Luz. Farò il possibile per rintracciarlo ;)

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  7. Bravo Ivano! Bella favola. Non la conoscevo ancora.
    Nota però la furbizia.... la figlia che si credeva naturale era adottata mentre il vero figlio era un altro.
    Come soluzione al problema incesto non c'è che dire. Ottima soluzione.

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    1. Già, un vero colpo di scena, Patricia... Potrei usarlo nella blog novel, che ne dici? ;D

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  8. Maria è davvero un nome molto comune in Russia, ricordo per esempio la principessina Mar'ja Bolkonski in Guerra e pace.
    Inoltre i nomi Marusca e Mascia ne sono in effetti dei vezzeggiativi.

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    1. Non lo avrei mai detto che Mascia fosse collegato a Maria. La "S" dà tutt'altra sfumatura, no?

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  9. Mi ha colpito molto il fiore "doppio", non mi è mai capitato di vederne :O
    La fiaba è molto curiosa per il rovesciamento finale, e complimenti per la traduzione che scorre benissimo ^^

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    1. Neanche a me è mai capitato di vederne, Glò. Non so neanche se ne esistano altre specie oltre a questo Ivan-e-Maria.
      Grazie mille per aver apprezzato la mia traduzione :)))

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  10. Ti incontri sempre delle persone favolose! Spiegami come fai!

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    1. Incontravo... dopo i cinquant'anni ho perso questa capacità. Spero non in modo definitivo :O

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    2. Ma che importa Ivano anzi nella mezza età vale questa massima che dovresti conoscere:“Le véritable voyage de découverte ne consiste pas à chercher de nouveaux paysages, mais à avoir de nouveaux yeux. ”

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    3. Infatti, Massimiliano... anch'io do tutta la colpa a Proust ;)

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  11. Bellissimo, post, a cominciare dal curioso fiore che anch'io non avevo mai visto, con la favola finale. Quello che pero' rende unici i tuoi post e' che spesso nascono da tue esperienze personali :)

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    1. Grazie Anna Maria! L'esperienza personale per me è sempre un valore aggiunto e cerco che sia all'origine del maggior numero di post possibile :)

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  12. Ciao Ivano, bello leggere una favola proprio nei giorni in cui ho finito di leggere "sulla fiaba" di Italo Calvino (la coincidenza mi è piaciuta molto!). Quella che riporti tu, poi, ha un fascino tutto suo, visto che è associata a una tua esperienza personale.
    Passerò più tempo da queste parti, d'ora in poi! ;)

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    1. Grazie Marina, sei la benvenuta! :))
      Cercherò di ricambiare a mia volta il più possibile, anche se ti confesso che mi sento un po' assediato dai blog sulla scrittura. Seguo già Penna Blu, Anima di carta e Appunti a Margine e a me piace dividermi tra blog di genere diverso com'è nella tipologia del mio blog, che parla di tutto un po' eccetto che di cronaca e di politica.
      Comunque mi farò presto vivo senz'altro :)

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    2. Non farti alcun problema, Ivano: niente "do ut des" in questo nostro mondo! ;)

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  13. ( pst pst... bene, bravi, continuate a distrarlo così riusciamo a metterci in pari con la blog novel...) hahahaha

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    1. Ahahahah! Buona questa! Proverò anche domani a trattenermi, Massimiliano, ma non so se ci riuscirò...

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    2. Max!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
      Tu sarai indietro con la lettura ma noi scalpitiamo... P)

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    3. Sorry, è la mia natura egoista tipica del maschio Italiano medio gh gh gh

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  14. Complimenti Ivano...davvero molto ben scritto...grazie!

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    1. Grazie a te Pia, per il passaggio e il commento!
      Come hai letto nel post, il tuo nome è molto diffuso nei paesi scandinavi. E' quasi impossibile abitare da quelle parti e non avere almeno un'amica di nome Pia.

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  15. Qualcuno potrebbe dire che a tutto c'è un perché, io mi limito a ringraziare te e il fato per questa bella fiaba (e ovviamente tutto il contorno, non si finisce mai di imparare), ma...

    c'è un ma!

    Io ero lì a bere idromele; mi colava giù per i baffi, ma non me entrava una goccia in bocca.

    un modo di concludere alquanto enigmatico o è solo una mia impressione? mi sfugge qualcosa?

    PS: ovviamente una possibilità mi gironzola in mente, ma preferisco prima togliermi l'eventuale dubbio :P

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    1. La frase citata è una tipica formula di chiusura delle fiabe russe, paragonabile al nostro: "Stretta è la foglia, larga la via, dite la vostra che io ho detto la mia".
      Come dire che di quel che lui racconta è stato testimone oculare, allo stesso tempo che insinua la possibilità che possa esser stato qualcosa di più simile a un sogno.

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    2. Lui riferito al potenziale autore, deduco.

      Ed io che già mi facevo i film sul fatto che potesse essere la volpe a narrare il tutto :D

      Grazie per il chiarimento ^_^

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    3. Lui inteso come il narratore della fiaba, che è in realtà un racconto orale.
      Grazie a te per il commento :)

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