Solve et Coagula - Pagina 99
Capitolo 8 - parte 9
Luisa credeva di capire la sensazione descritta dal padre, ripensando alle tante storie del mito greco che aveva letto dove gli esseri umani erano ridotti in
cenere alla sola vista di cose incommensurabilmente più grandi di loro.
«Ma la cosa peggiore era che non avevo nessun controllo sulle mie
facoltà. Non ero neppure in grado di distogliere lo sguardo e mi consideravo
ormai perduto quando all'improvviso, proprio sul punto di massimo sforzo, la
scena cambiò. O meglio, la scena rimase la stessa ma era come se mi fosse stata fornita una gigantesca lente di
ingrandimento puntata su un singolo dettaglio. Come ti ho detto, c’erano delle
rientranze nella facciata, e adesso la mia visione era tutta occupata
da una di queste nicchie e dalla statua al suo interno. Era una divinità
femminile, ma le mie misteriose conoscenze non si spingevano abbastanza lontano
da dire quale. O forse è un dettaglio che ho dimenticato, insieme a chissà
quanti altri di quell’esperienza. Quello che so è che all’improvviso ogni sensazione
della mia fine imminente era scomparsa e aveva lasciato il posto alla meraviglia.
Alla meraviglia e ad un’altra cosa ancora: l’adorazione».
«L’adorazione?».
«Sì, l’adorazione. Quella che avevo davanti era la mia dea, non avevo
dubbi».
Le parole del padre l'avevano momentaneamente disorientata. «La
statua della tua dea, vuoi dire?».
Lui scosse la testa, facendo precedere alla sue parole la stessa disturbante risatina di prima. «No, non era una statua».
«E cos’era allora?».
«Forse non lo saprò mai esattamente. Ma a un certo punto il colore nero della
superficie cominciò a scrostarsi e a cadere a pezzi rivelandosi come una patina
di superficie. E sotto… sotto c’era l’oro.».
«L'oro? Quindi era davvero una statua». Luisa non riusciva proprio a capire dove lui volesse andare a parare.
«E sotto c’era l’oro dei suoi capelli... È questo che volevo dire».
«Ma dopo i capelli è affiorato anche il suo volto, e il resto del suo corpo, no?».
E Lui, annuendo: «Se ti dico che era ‘bianco come il marmo’ ti faccio pensare di nuovo a una statua, vero? Quindi dico che era bianco come il latte, ma più…».
«Più…?».
«Più… marmoreo».
«Insomma non se ne esce» disse scherzando Luisa, per poi pentirsene subito dopo.
Ma suo padre non dette segno di essersi risentito. «Già. Ma hai presente Lady Ligeia e Lady Rowena? Quelle del racconto di Poe, voglio dire. Immagina un misto delle due». Sembrava invece felice di avere appena trovato l’analogia giusta per farsi capire dalla figlia. Che aveva però, da parte sua, anche raggiunto le prime conclusioni personali.
«Così quando fu caduto tutto il nero, avevi davanti a te la tua dea, cioè la tua donna ideale, in carne e ossa. Sarebbe questo il risultato della tua allucinazione? La materializzazione dei tuoi sogni?».
Lei lo vide allora rabbrividire. Certo per il motivo di sempre: perché non aveva potuto impedirsi di cogliere in quelle parole della figlia un’analogia inquietante con quelle che aveva sentito uscire mille volte dalla bocca di sua moglie - l’accusa che gli veniva sempre rivolta, di essere un sognatore irrecuperabile.
Lei lo vide allora rabbrividire. Certo per il motivo di sempre: perché non aveva potuto impedirsi di cogliere in quelle parole della figlia un’analogia inquietante con quelle che aveva sentito uscire mille volte dalla bocca di sua moglie - l’accusa che gli veniva sempre rivolta, di essere un sognatore irrecuperabile.
«No» esclamò. «Cioè, voglio dire, capisco che prima ho parlato di “dea”, di “adorazione”, ma quella era ancora la fase della meraviglia, prima che… prima che arrivasse…».
Luisa gli lesse negli occhi il seguito della frase e fu il suo turno stavolta di rabbrividire: ora intuiva la verità; ora sapeva che suo padre aveva avuto quello che si chiamava in gergo un bad trip. Ma la cosa più inquietante era rendersi conto che lui, in qualche modo, subiva ancora le conseguenze di quella brutta esperienza. Quasi trent’anni dopo!
*_* Aspettavo con ansia il ritorno di Solve et Coagula e si apre così! Con questa visione spettacolare!!
RispondiEliminaGrazie per la tua partecipazione così sentita, Alessia :)
EliminaIn effetti non è stato facile ripartire dopo uno stacco di tempo così lungo.
Dopo la carta del diavolo (arcano XV), ora tocca alla carta della torre dominare la storia (XVI). Poi toccherà a quella della stella (XVII) ecc. ;-)
Capisco benissimo! :/ Io ho avuto lo stesso 'trauma' con il disegno!
EliminaComunque aspetto l'arrivo della Stella, ho delle idee(!!!)
Direi di sì, in parte l'ho già anticipata ^_^
EliminaBello bello!!! Ciao Ivano, ma questa questa storia esoterica alchimista con il monolite dove comincia?... Curiosa curiosa sono ;)
RispondiEliminaGrazie Anna Maria :)))
EliminaPotrai soddisfare la tua curiosità entrando nella pagina "Solve et Coagula (blog novel)". Il link lo trovi in alto a sinistra accanto a "Home Page".
La dea... Alessandra? Sì, credo di sì!
RispondiEliminaLa torre nei tarocchi è un cambiamento improvviso... quasi violento,,, qualcosa quindi ha cambiato la vita di Massimo. Se non la vita reale, quella sua interiore.
E Massimo qualcosa ha lasciato in eredità a Luisa.
Vado troppo in là con la fantasi?
Buongiorno Patricia :) No, non vai troppo in là con la fantasia. Come vedrai nel numero 100, il cambiamento c'è stato, eccome!
EliminaE cambierà pure Luisa quesa scoperta!
EliminaNon solo Luisa, ma tutto il suo mondo...
EliminaE' davvero difficile riuscire a spiegare le proprie visioni con le parole, in quanto mancano tutti gli altri sensi attivati durante l'esperienza. ... E con questa lettura e questo commento ho superato Massimiliano in classifica attestandomi in quinta posizione! ;-)
RispondiEliminaSenza dubbio supererai con facilità sia Miki Moz che Marco Lazzara. Dopo le cose si fanno difficili... ^_-
EliminaVerissimo, dovrò combattere molto duramente per conquistare le alte vette. In genere, però, sono lenta ma inesorabile... ;-)
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