Solve et Coagula - Pagina 89
Capitolo 7 - parte 7
Tutto
quello che poteva vedere di lei era il volto, perché per il resto era coperta
da un ampio golf a collo alto in cui le scomparivano perfino le mani. Ma sarebbe
stato abbastanza per tenerlo inchiodato per delle ore. La figura che aveva
davanti sembrava davvero uscita dalle pagine di un libro di fiabe. Gli occhi,
color blu intenso, le brillavano di una misteriosa luce fredda e stellare sotto
la fronte alta, spaziosa e così bianca da far credere che non l’avesse mai toccata
un raggio di sole – a differenza dei capelli che sembravano invece aver rubato,
all’astro diurno, tutto l’oro che potevano. Il naso, piccolo ma ben disegnato, affiorava
tra gli zigomi alti e le guance leggermente paffute e pallide almeno quanto la
fronte, per terminare con una morbida punta rivolta all’insù. Solo a un certo
punto lui credé di individuare in lei, forse nella piega delle labbra ma non ci
avrebbe giurato, qualcosa come una certa durezza, o perfino un accenno di
crudeltà.
«Ti
presento Alessandra, la mia inquilina» disse finalmente Luisa, attenuando almeno
in parte la presa su di lui dell’incantesimo che sembrava averlo paralizzato.
«Piacere
di conoscerti» azzardò Fabrizio, con cautela ma divenendo anche paonazzo quanto
glielo permetteva la sua carnagione scura.
In
effetti avrebbero potuto essere i Cloack and Dagger della situazione, pensò Luisa
con una punta di divertimento.
Fu
però Giulia a intervenire per prima con il chiaro intento di liberare Fabrizio
dal suo imbarazzo. «Sei arrivata tardi per la cena, ma c’è ancora un po’ del
dolce che ho preparato» disse all’indirizzo di Alessandra.
Ma
la ragazza declinò l’offerta con un semplice: «Ho già mangiato, grazie».
Tutto
come previsto, pensò Luisa, che poi aggiunse ad alta voce: «Stavi andando in
cucina, vero?» e indicò con un cenno che il passaggio attraverso la stanza era aperto,
libero da ostacoli.
Alessandra
sembrò per un momento indecisa, poi scosse piano la testa. «No, ero venuta a
vedere chi c’era. Sentivo delle voci».
«Delle
voci sconosciute, è questo che vuoi dire?».
«Delle
voci sconosciute» ripeté lei. «Adesso però devo andare a dormire. Buonanotte» e
subito si voltò per poi allontanarsi a passi rapidi nel corridoio.
«Fine
delle trasmissioni» fu il commento, ironico e isolato, di Giulia.
I
tre cercarono quindi di riprendere il filo del discorso dal punto dove si erano
fermati, ma stentavano a farlo, anche se per almeno due ragioni diverse. Una di
queste ragioni riguardava soltanto Fabrizio, che era ancora visibilmente
imbambolato, mentre l’altra riguardava Giulia e Luisa, che però l’avevano
come persa di vista. Ne conservavano solo una sensazione vaga, del genere della percezione di qualcosa
di indefinito e di molto difficile da decifrare, ma sufficiente tuttavia a lasciarle per un po' come irretite.
La
prima a riprendersi del tutto o quasi fu Giulia, che subito si rivolse a
Fabrizio. «Qualunque cosa tu ti sia messo in testa» gli disse «ti consiglio di
lasciar perdere. Andresti incontro a rogne inimmaginabili».
Fabrizio
si voltò allora a guardarla e lei rimase sorpresa nel constatare l’insolita durezza
del suo sguardo.
«Hei,
l’ho detto solo per il tuo bene» si difese lei.
Luisa
stava intanto cercando di capire a sua volta cosa stesse passando in quel
momento per la testa a Fabrizio, perché era evidente che a dispetto della sua
immobilità fisica i pensieri gli stavano in realtà correndo a mille all’ora.
«Ha
ragione Giulia, Fabrizio. Qualunque impressione tu ti sia fatto di Alessandra, credimi, non è quella giusta».
°_° Io mi immedesimo in Fabrizio perché a prescindere dal tipo di interesse (ovviamente diverso in questo caso :°D - almeno a quanto pare: lui non si è ancora espresso!) solitamente le persone o creature 'strane' mi incuriosiscono per natura, o almeno quelle che percepisco così!
RispondiElimina'Strana' in effetti Alessandra lo è parecchio, ma ci sono dei motivi che si riveleranno pian piano.
EliminaRiguardo invece alla motivazione di Fabrizio, che renderò nota nel prossimo post, penso che potrebbe farti immedesimare ancora di più in lui. Magari poi mi sai dire se ci ho visto giusto ;)
Muchas gracias per il commento!
Non riesco a vedere Alessandra come bionda e con occhi chiari. Per me ha capelli e occhi neri -_- Fatico parecchio quando ne fai la descrizione :P E questa cosa l'ho notata da molto...
RispondiEliminaP.S.: una piccola nota, che per me vale come grande complimento: per quanto io non ami fare confronti, ti dico che ci sono alcuni elementi che accostano il tuo modo di raccontare a quello di Murakami. Lo sto pensando già dai primi capitoli della blog novel.
L'aspetto fisico di Alessandra ha dei risvolti abbastanza strani. Poco tempo dopo averla descritta mi sono reso conto di essermi inconsciamente ispirato nella sua creazione a Theres, la protagonista di "Una piccola stella" di Lindqvist.
EliminaMa la cosa più strana è quello che è successo alcuni mesi dopo, quando facendo ricerche nel web su Hel, mi sono imbattuto nell'immagine che ho usato per la testata di Solve et Coagula, dove Hel è raffigurata praticamente identica a come io vedevo Alessandra. *_*
Murakami lo aveva già accostato qualcun altro a questa blog novel, anche se adesso non ricordo chi. E pensa che io non l'ho mai letto :O
Essendo ignorante in materia, non conoscevo i Cloak and Dagger, sono andata a guardare su Internet. In effetti rendono bene l'idea della coppia!
RispondiEliminaEh si! Alto e scuro lui, piccola e chiara, lei *__*
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