Solve et Coagula - Pagina 66
Capitolo 6 - parte 2
«Voglio dire che quando
mi hanno accompagnata da lei ho avuto la netta sensazione che non si aspettasse
di vederti. Mi è sembrata stupita e disorientata. Poi però si è rilassata di
nuovo e deve essere successo nel momento in cui si è resa conto che c’ero io al
posto tuo».
«E se fosse davvero
così, come te lo spieghi?».
Giulia dette un’alzata di spalle.
«Non me lo spiego. Però
rimane il fatto che questa è l’impressione che ho avuto».
Luisa non sapeva proprio
cosa pensare. In realtà, non aveva neppure elementi sufficienti per incolpare
l’amica di qualcosa, così tutto quello che poteva fare era prendere atto del
fallimento del suo piano.
«Non ti ho ancora detto
tutto, però…» riprese Giulia interrompendo il breve silenzio.
«Che altro c’è ancora!»
esclamò Luisa ormai avvilita.
«A proposito
dell’Imperatore e dell’Imperatrice, cioè di te e Fabrizio…».
Nella mente di Luisa si
accese all’istante il segnale di allarme rosso.
«Che c’entra adesso quella
storia?» protestò «Perché ne avete parlato senza di me?».
Giulia non poté evitare
di sorridere davanti a quell’esternazione.
«Ricordati che pur
sapendo benissimo chi ero, Eva Luna fingeva di stare parlando con te. In ogni
caso c’è qualcosa che devo mostrarti».
E detto questo Giulia
prese dalla propria borsa il suo mazzo di tarocchi personale e passò in
rassegna, una dopo l’altra, le varie carte finché non trovò le due che cercava
e che erano, manco a dirlo, l’Imperatore e l’Imperatrice. Le posò poi davanti a
sé sul tavolo e le fece ruotare entrambe di 180°, facendo sì che risultassero
nel giusto verso per Luisa.
«Osserva bene, cosa vedi?» le chiese subito dopo.
«Vedo due carte, cosa altro dovrei vedere?» replicò Luisa, preoccupata e incuriosita al tempo stesso.
Giulia, a quel punto, sorrise esattamente di quel genere di sorriso, giocosamente sadico, che Luisa si era aspettata di vederle spuntare da un momento all’altro sulle labbra. «Ti spiego. Se ricordi, la posizione in cui eravate seduti tu e Fabrizio la sera della conferenza era esattamente questa, cioè lui, l’Imperatore, era alla tua sinistra, e tu, l’imperatrice, eri alla sua destra, giusto?».
«Giusto» assentì Luisa, sempre più perplessa.
«Bene, adesso osserva cosa succede se faccio così». E detto questo, Giulia, invertì la posizione delle due carte.
«Vedo due carte, cosa altro dovrei vedere?» replicò Luisa, preoccupata e incuriosita al tempo stesso.
Giulia, a quel punto, sorrise esattamente di quel genere di sorriso, giocosamente sadico, che Luisa si era aspettata di vederle spuntare da un momento all’altro sulle labbra. «Ti spiego. Se ricordi, la posizione in cui eravate seduti tu e Fabrizio la sera della conferenza era esattamente questa, cioè lui, l’Imperatore, era alla tua sinistra, e tu, l’imperatrice, eri alla sua destra, giusto?».
«Giusto» assentì Luisa, sempre più perplessa.
«Bene, adesso osserva cosa succede se faccio così». E detto questo, Giulia, invertì la posizione delle due carte.
«E ora noti qualcosa di
diverso da prima?» chiese ancora.
«Ovvio che noto qualcosa di diverso» esclamò Luisa «hai invertito la posizione delle carte!».
Giulia sospirò. «Non limitarti alla posizione delle carte, osserva i dettagli delle figure. Come noterai, adesso l’Imperatore è rivolto verso l’Imperatrice e, allo stesso modo, lo sguardo dell’Imperatrice è rivolto verso di lui. Nella posizione precedente, invece, che è poi quella che riguarda te e Fabrizio, l’Imperatore era rivolto nella direzione opposta a quella dell’Imperatrice e lo stesso valeva per lo sguardo di lei…».
Luisa, a quel punto, non riuscì a trattenersi oltre e fermò l’amica. «Non starai cercando di farmi credere che fa qualche differenza, vero?».
«Ovvio che noto qualcosa di diverso» esclamò Luisa «hai invertito la posizione delle carte!».
Giulia sospirò. «Non limitarti alla posizione delle carte, osserva i dettagli delle figure. Come noterai, adesso l’Imperatore è rivolto verso l’Imperatrice e, allo stesso modo, lo sguardo dell’Imperatrice è rivolto verso di lui. Nella posizione precedente, invece, che è poi quella che riguarda te e Fabrizio, l’Imperatore era rivolto nella direzione opposta a quella dell’Imperatrice e lo stesso valeva per lo sguardo di lei…».
Luisa, a quel punto, non riuscì a trattenersi oltre e fermò l’amica. «Non starai cercando di farmi credere che fa qualche differenza, vero?».
(Il dedalo delle storie, 21 dicembre 2013)
Sorrido un pochino a questo tuo racconto, perchè ,una volta più spesso,facevo anch'io i tarocchi...
RispondiEliminaMi vuoi bene lo stesso? Posso ancora essere tua amica?
Si, ti prego, non mi mettere al confino!
Un abbraccio forte!
Guarda Nella, che io amo questo genere di cose. Non leggo i tarocchi ma li ho visti leggere varie volte da Alejandro Jodorowsky e a osservare qualcosina ho imparato. Anche se solo un milionesimo, o anche meno, di quel che sa lui.
EliminaAggiungo che sono felicissimo di averti come lettrice. Un abbraccio a te!
EliminaCome sai, l'Imperatore e l'Imperatrice simboleggiano il potere terreno. Ma non basta: per l'interpretazione bisogna anche vedere se le carte sono dritte o capovolte!
RispondiEliminaNon so, io mi rifaccio a quello che ho visto fare a Jodo. Lui leggeva le carte come se fossero parti di un racconto... o, per usare un'altra analogia, come se fossero le vignette di un fumetto.
EliminaCioè... tu hai conosciuto Jodorowsky? :O
RispondiEliminaSì, Glò, anche molto bene. Ne ho parlato più nel dettaglio in questo post:
Eliminahttp://ivanolandi.blogspot.it/2014/10/una-mina-inesplosa-il-premio-unia.html
Be', l'avevo pure letto :O Ma non ricordavo assolutamente! -_-
EliminaWow! L'inserimento delle immagini con i tarocchi regala a questa puntata qualcosa in più. E' quello che tenterei di fare con il mio nuovo romanzo, tramite l'inserimento di immagini.
RispondiEliminaDomanda da profana: a parte il simbolismo delle carte, sono importanti anche i colori nelle immagini? Perché noto delle corrispondenze, specie tra il blu e il rosso degli abiti.
Sui colori dei Tarocchi ti invito a leggere il seguente, interessante brano di Jodorowsky, al cui mazzo appartengono le carte che ho utilizzato in questo post:
EliminaSe, in origine, i disegni dei Tarocchi erano dipinti a mano, in seguito furono prodotti in gran quantità con metodi diversi secondo le epoche. Ogni nuovo metodo portò con sè anche i propri limiti riguardo alla ricchezza dei tratti e al numero dei colori utilizzati.
Anche il metodo di colorazione con lo stencil non permetteva una grande precisione e, soprattutto, imponeva un numero relativamente limitato di colori. Un gioco fabbricato per un re era molto più ricco di colori di un gioco fabbricato per il grande pubblico. La quantità di colori utilizzati venne limitata quando le macchine industriali fecero la loro apparizione nella stampa nel XIX secolo.
Il fatto che numerosi esemplari di Tarocchi di Marsiglia furono stampati da tipografi diversi e in differenti epoche, ma con enormi similitudini, prova che esistesse un canone comune originale. A secondo dei tipografi, i tratti e i colori furono riprodotti con maggiore o minore fedeltà. I tipografi che non erano iniziati al simbolismo avevano semplificato il canone originale all’estremo. Coloro che li hanno copiati hanno aggiunto ancora errori su errori. Quando noi studiamo tutti i Tarocchi giunti fino a noi, ci rendiamo conto che alcuni non sono che delle copie di Tarocchi più antichi. E si possono anche trovare degli errori evidenti copiati da Tarocchi in altri Tarocchi più recenti. Ciò prova che quest’ultimi non sono che cloni affievoliti di quelli precedenti.Quindi non si deve attribuire loro un valore esoterico che non possiedono.
Al contrario, certi Tarocchi hanno tracciati assolutamente identici e sovrapponibili e, tuttavia, ciascuno di loro possiede simboli esoterici autentici al posto giusto, che non appaiono in altri. In questo caso non si tratta di clonaggio tra loro: anzi, si può dire che questi Tarocchi simili, sono stati copiati a partire da Tarocchi più antichi, oggi scomparsi.
Fino ad oggi, il gioco di carte che si avvicinava maggiormente a questo ideale erano i Tarocchi di Paul Marteau. Al contempo, per quel che concerne i tratti, sono l’esatta copia dei Tarocchi di Besançon, stampati da Grimaud alla fine del XIX secolo, che, a loro volta, riproducono altri Tarocchi di Besançon, stampati da Lequart e firmati « Arnoult 1748 », come dimostra la sovrapposizione di questi tre giochi al computer.
Mentre i colori utilizzati nelle edizioni successive dei Tarocchi di Nicolas Conver rispettano abbastanza fedelmente i colori della Tradizione, esiste un’edizione del 1880 dei Tarocchi di Nicolas Conver (1760) che utilizzò dei colori che non avevano nulla a che vedere con la suddetta Tradizione. Ora, sono i colori di questa edizione che furono ripresi da Paul Marteau. Questi colori sono stati sicuramente suggeriti da qualcuno della fabbrica Conver (divenuta fabbrica Camoin) più orientato verso la Psicologia che verso il Simbolismo; non sono i colori scelti dagli Iniziati che hanno trasmesso i Tarocchi di Marsiglia in origine; rappresentano, quindi, un’intrusione nella trasmissione del sapere iniziatico. Anche se l’interpretazione di questi colori può risultare interessante per un neofita o uno psicologo,provocherà conflitti nell’animo del discepolo e sarà rifiutata dall’iniziato.
Capita, interessantissimo. Grazie mille del brano, spero che tu non abbia dovuto ricopiarlo tutto a mano... mi spiacerebbe...
EliminaTranquilla, ho solo dovuto fare un copia-incolla.
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