Meriem, la prima tarzanide /4
Dall'8 aprile al primo luglio 1920, cioè nello stesso anno di uscita del film, il giornale Indiana Weekly Messenger ospita, in 14 installazioni di una pagina ciascuna, il romanzo The Son of Tarzan, con il testo però raggruppato in diciotto anziché ventotto capitoli come nell'originale di Edgar Rice Burroughs. Ognuna delle quattordici installazioni è preceduta dalla seguente illustrazione di apertura.
Chi l'ha realizzata è chiaramente lo stesso autore, a me ignoto (non sono neanche riuscito a decifrare la firma), delle immagini che intervallano qua e là il testo, alcune delle quali, naturalmente, raffigurano anche Meriem. Ecco tre esempi prelevati da tre diverse pagine, nell'ordine la IX, la X e la XIII.
Nell'immagine a sinistra Meriem è insieme a Tarzan e a Jane, che si trovano in Africa alla ricerca del figlio Jack. Non sanno ancora che il Korak di cui Meriem fa menzione è in realtà proprio loro figlio. L'immagine al centro mostra invece Meriem con il suo corteggiatore Morison Baynes, momentaneo rivale in amore di Korak. L'immagine sulla destra, infine, fissa il momento in cui Meriem e Korak si incontrano nuovamente dopo essersi creduti a vicenda morti.
E' facile capire che illustrazioni come queste aggiungono ben poco valore alla pagina scritta e che il loro scopo andava, già in origine, sicuramente poco oltre quello di far respirare il lettore tra una serie di paragrafi e l'altra. L'unico loro pregio, se vogliamo trovargliene uno, è forse quello di rappresentare Meriem nel costume da tarzanide più credibile, analogo cioè in tutto e per tutto a quello di Korak. La pubblicazione andava in ogni caso citata, per dovere di completezza ma anche perché prepara in qualche modo la scena alla vita di Meriem nel fumetto, che è l'argomento di questo e dei prossimi post. Saranno infatti ancora i giornali a ospitare, circa un decennio dopo, quello che è considerato il primo adattamento a fumetti di The Son of Tarzan, sebbene il testo sia ancora presentato in forma di didascalie sotto le vignette, anziché contenuto nei futuri, e a noi più familiari, balloons o nuvolette.
L'autore dei disegni è in questo caso Rex Maxon (1892-1973), secondo in ordine di tempo dei disegnatori di Tarzan a fumetti dopo Harold R. Foster (1892-1982), che si occupò di realizzare le daily strips del personaggio per appena sessanta strisce. Dal 10 giugno 1929 subentrò appunto Rex Maxon, che per un breve periodo del 1931 disegnò anche le prime Sunday Pages (tavole domenicali). Furono le insistenti pressioni dello stesso Edgar Rice Burroughs sullo United Sindycate, che si occupava di fornire le strisce di Tarzan ai giornali, a far sì che Maxon fosse sollevato almeno da questo secondo incarico e le tavole domenicali passassero nelle mani del ben più capace Harold Foster. Continuò tuttavia a lavorare sulle strisce giornaliere, dove le sue evidenti lacune nel disegno e nella composizione della pagina si notavano di meno. Il pubblico pagante in ogni caso, a quanto pare meno esigente di Burroughs, non trovò di che lamentarsi e Maxon rimase "sul pezzo", con un solo breve intervallo, fino al 1946.
Qui a lato, la sua ultima tavola domenicale, pubblicata in data 20 settembre 1931.
Qui a lato, la sua ultima tavola domenicale, pubblicata in data 20 settembre 1931.
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Il suo adattamento di The Son of Tarzan (con didascalie curate da R.W. Palmer) apparve sui quotidiani statunitensi, a cavallo tra il 1929 e il 1930, in 96 strisce giornaliere, che furono poi anche raccolte, nel 1939, in un volume della famosa collana di libri per ragazzi The Better Little Book (nell'immagine in alto la copertina di Henry Wallely). Anche in questo caso possono bastare tre esempi che mostrano le varie metamorfosi a cui Meriem va incontro nel corso del racconto: bambina nell'accampamento arabo, jungle girl, amazzone.
Identico tragitto compie l'adattamento, sempre con i disegni di Maxon e le didascalie di Palmer, del decimo romanzo di Tarzan, Tarzan and the Ant Men. Le 126 strisce giornaliere che lo compongono, apparse sui quotidiani nel 1933, vengono poi raccolte, nel 1945, in un volume della stessa collana. Quella che segue è l'ottava striscia, l'unica in cui appare Meriem, mentre osserva, a fianco di Jack Clayton/Korak e di una coppia di indigeni, il suocero John Clayton/Tarzan esercitarsi alla guida del suo biplano.
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Dopodiché bisognerà attendere altri vent'anni e più per rivedere ancora Meriem, se si eccettuano quelle copertine delle edizioni di The Son of Tarzan (il romanzo) in cui l'editore decide di farla comparire accanto a Korak.
La nuova occasione è il numero 158 del mensile della Gold Key Tarzan of the Apes, pubblicato nel giugno 1966, che presenta al suo interno il secondo adattamento a fumetti del romanzo di Burroughs che vede protagonisti Korak e Meriem. L'immagine di copertina (a sinistra) è di Morris Gollub, mentre i disegni dell'adattamento (in basso due pagine di esempio, non consecutive) sono firmati (su testi di Gaylord DuBois) dal grande Russ Manning (1929-1981), uno dei tre disegnatori considerati imprescindibili tra i tanti che si sono occupati delle storie a fumetti del re della giungla e dei suoi comprimari (gli altri due sono Harold "Hal" Foster e Burne Hogarth). Siamo lontani anni luce dalla legnosità e inaccuratezza dei disegni di Rex Maxon, che mantengono tuttavia ciò nonostante, o forse proprio per questo, a quasi un secolo di distanza, un loro innegabile fascino primitivo.
La nuova occasione è il numero 158 del mensile della Gold Key Tarzan of the Apes, pubblicato nel giugno 1966, che presenta al suo interno il secondo adattamento a fumetti del romanzo di Burroughs che vede protagonisti Korak e Meriem. L'immagine di copertina (a sinistra) è di Morris Gollub, mentre i disegni dell'adattamento (in basso due pagine di esempio, non consecutive) sono firmati (su testi di Gaylord DuBois) dal grande Russ Manning (1929-1981), uno dei tre disegnatori considerati imprescindibili tra i tanti che si sono occupati delle storie a fumetti del re della giungla e dei suoi comprimari (gli altri due sono Harold "Hal" Foster e Burne Hogarth). Siamo lontani anni luce dalla legnosità e inaccuratezza dei disegni di Rex Maxon, che mantengono tuttavia ciò nonostante, o forse proprio per questo, a quasi un secolo di distanza, un loro innegabile fascino primitivo.
E poiché anche Russ Manning, come Rex Maxon, ha realizzato un proprio adattamento di Tarzan and the Ant Men (in Tarzan of the apes #174 del febbraio 1968), non poteva mancare un'altra, ultima Meriem di suo pugno, nella pagina di apertura dell'albo (a sinistra). Sorprende non poco in realtà che Russ Manning, che ha uno dei suoi punti di forza proprio nella rappresentazione di un certo tipo di bellezza femminile, abbia deciso che di Meriem non dovesse esservi traccia nella lunga serie di strisce giornaliere e tavole domenicali che di lì a poco gli sarebbe stato affidato di realizzare. E questo nonostante l'universo da lui delineato sia in assoluto il più fedele a quello rinvenibile nei romanzi di Edgar Rice Burroughs, e nonostante faccia invece ampio uso del personaggio di Korak. Ma il buon Russ si sarà certo fatto i suoi bravi calcoli.
Basta in ogni caso tirare le somme di tutto, per rendersi conto che in oltre mezzo secolo la prima tarzanide è rimasta confinata esclusivamente all'interno dei confini tracciati in origine dallo stesso Burroughs e che si riducono, come abbiamo visto, a un romanzo da protagonista, The Son of Tarzan, alla citazione del suo nome in un romanzo successivo del ciclo, Tarzan and the Golden Lion, e a due fugacissime apparizioni in Tarzan and the Ant Men. Come dire che dopo il 1924 Meriem ha vissuto in un limbo interrotto solo da riproposizioni, in forma di immagine, delle pagine di Burroughs che la riguardano e in nient'altro.
Non è però una situazione destinata a durare ancora a lungo. Nel gennaio 1964, infatti, la Gold Key aveva lanciato sul mercato una testata comprimaria a Tarzan of the Apes intitolata Korak Son of Tarzan. E' sulle pagine di questa pubblicazione che nel 1972 Meriem esce dal limbo e vive la sua nuova, seconda vita. Con quali esiti lo vedremo nel prossimo post.
Basta in ogni caso tirare le somme di tutto, per rendersi conto che in oltre mezzo secolo la prima tarzanide è rimasta confinata esclusivamente all'interno dei confini tracciati in origine dallo stesso Burroughs e che si riducono, come abbiamo visto, a un romanzo da protagonista, The Son of Tarzan, alla citazione del suo nome in un romanzo successivo del ciclo, Tarzan and the Golden Lion, e a due fugacissime apparizioni in Tarzan and the Ant Men. Come dire che dopo il 1924 Meriem ha vissuto in un limbo interrotto solo da riproposizioni, in forma di immagine, delle pagine di Burroughs che la riguardano e in nient'altro.
Non è però una situazione destinata a durare ancora a lungo. Nel gennaio 1964, infatti, la Gold Key aveva lanciato sul mercato una testata comprimaria a Tarzan of the Apes intitolata Korak Son of Tarzan. E' sulle pagine di questa pubblicazione che nel 1972 Meriem esce dal limbo e vive la sua nuova, seconda vita. Con quali esiti lo vedremo nel prossimo post.
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Nell'immagine di apertura: Frank Frazetta, Captive Princess (The Time that People Forgot, 1981).
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Si vede proprio l'evoluzione dello stile tipico del fumetto nei vari decenni. Ti anticipo una domanda per la quale sarà giù sicuramente prevista una risposta: ma successivamente ci qualche legame con la creazione del personaggio di Sheena o quest'ultima non è in nessun modo connessa a Meriem o Jane?
RispondiEliminaSheena, nata nel 1939, cioè 24 anni dopo Meriem, si trova di solito indicata come prima tarzanide del fumetto. Per rispondere alla tua domanda, penso che il suo creatore si sia ispirato direttamente allo stesso Tarzan piuttosto che a Meriem o Jane, personaggi con cui non mi sembra condivida nessuna caratteristica.
EliminaAnche a me era venuta in mente subito Sheena leggendo questo post. Anche perché Meriem proprio non la conoscevo!
EliminaBentornato Marco! Meriem, a differenza di Sheena, finora ha goduto di poca visibilità. La conoscono solo i tarzanofili DOC. Come vedi, però, il materiale per realizzare post su di lei non scarseggia ;-)
EliminaUn altro post-capolavoro: ammiro estasiato il frutto dei tuoi meravigliosi archivi ^_^
RispondiEliminaCerto che leggere un romanzo "in didascalia" non doveva essere facile, ma le mode cambiano e cambiano i gusti. Ecco perché rimango titubamte davanti chi crede che il suo modo preferito di leggere.una storia sia automaticamente il migliore, visto che in passato abbiamo letto senza problemi cose che oggi sembrano non perfette :-P
C'è un'intera generazione di lettori anteguerra che è cresciuta leggendo didascalie invece che balloons. Io da parte mia ci ho avuto poco a che fare, giusto Gordon e Tarzan. Già il Principe Valiant lo trovavo peso e credo di non aver mai completato la lettura di un solo suo albo.
EliminaGrazie per l'alto gradimento del post :-))
Proprio cercando informazioni su un personaggio importante come Sheena - a quanto pare la prima donna ad avere una testata in solitaria - ho scoperto origini molto vaghe. È nata insieme a una valanga di personaggi femminili d'azione calati in ogni genere: action women in guerra, in città, nella giungla e via dicendo. Da articoli dell'epoca, che ho trovato ristampati in pubblicazioni degli anni '70, sembra che non ci fosse dietro chissà che studio: così come c'era la giustiziera o la militare c'era pure la tarzanide, che però poi ha un successo travolgente e seppellisce tutte le altre tarzanidi che riempivano i fumetti. Spero però di trovare qualche info in più...
RispondiEliminaSì, è l'impressione che ho ricavato anch'io: nessuno studio particolare, solo la voglia di provarci e sperare di averla pensata giusta. E così pare sia stato per Sheena. Mentre, per esempio, i tentativi di accostare a Tarzan una tarzanide hanno avuto vita breve. Jane lo è a tutti gli effetti in una storia di Burne Hogarth del 1948, ma la ricordo come un'eccezione.
EliminaBellissimo post, come sempre! In effetti Lucius ha ragione: Sheena sembra proprio ispirata a Meriem!
RispondiEliminaA proposito, ma come mai i romanzi si facevano in didascalia?
Un abbraccio, Franny.
Specifico che in realtà gli autori di Sheena non hanno mai citato alcun personaggio precedente: hanno semplicemente creato in versione femminile stereotipi fissi della narrativa popolare. Tarzan spaccava, e quindi hanno fatto un Tarzan donna. Ma le ricerche proseguono...
EliminaNon sono romanzi, Francesca, ma fumetti, che in questo caso riprendono il testo di romanzi ma condensandolo. Le storie a fumetti di Tarzan, e di altri personaggi che apparivano sui quotidiani americani, sono state a lungo raccontate per mezzo di didascalie anziché di nuvolette.
EliminaUn abbraccio altrettanto e grazie per anche a te per aver gradito :-))
Su Sheena, vedo che ha pensato a risponderti lo stesso Lucius e ti dico che condivido le sue parole.
EliminaIn effetti se si allarga la tavola con i disegni di Rex Maxon, risultano alquanto imprecisi. Soprattutto i corpi umani mi sembrano sproporzionati.
RispondiEliminaLa bellissima immagine di apertura mi ha ricordato "L'ultimo dei Mohicani", specie lui.
(Certo che è buffo leggere di un Tarzan suocero!) :)
Sono d'accordo, Cristina. Burroughs ci aveva visto giusto a premere perché Maxon fosse sollevato almeno dall'incarico delle pagine a colori domenicali.
EliminaRiguardo alla questione "suocero", suona strano solo perché la versione ufficiale di Tarzan alla fine è diventata quella del cinema, in realtà estremamente distorta rispetto all'originale ;-)
Caro, Ivano, allora è proprio vero che ne sai una più del Diavolo! :)
RispondiEliminaHo iniziato la lettura dei post dedicati a Meriem accostandomi con il classico pregiudizio di chi, come me, ha poca dimestichezza con questo genere di fumetto e crede che sia impossibile trovarvi qualcosa di intrigante. È bastato che passassi in rassegna il primo numero per cambiare radicalmente opinione e ora (perdona il ritardo!), che me li sono “bevuti” tutti d’un fiato, commento.
Anzitutto, mi colpisci sempre più tu, con la tua impressionante capacità di magnetizzare il lettore, coinvolgendolo in settori e storie di nicchia più accattivanti che mai. In seconda battuta, sono rimasta affascinata dai disegni, sia quelli esteticamente riusciti e particolareggiati, che quelli più grossolani, e dal metodo di narrazione, didascalico che, al di là del giudizio sulla funzionalità, è senza dubbio degno di nota (per me, poi, rappresenta una scoperta e ti dirò che non mi dispiace del tutto…). In terza battuta, proprio attraverso questa ricognizione, mi hai permesso di comprendere quanto lavoro ci sia realmente dietro la produzione di un fumetto, quanta ricerca sia stata fatta per raggiungere risultati di successo e quanti professionisti coinvolga quel processo. Tutte cose che, se non si è veri amanti del genere, passano come scontate e banali, mentre non lo sono affatto!
Insomma, Ivano, anche se il modello di queste Tarzanidi non mi sconfinfera del tutto, mi hai catturata un’altra volta! :D
Sei bravissimo, come sempre ^_^
Troppo buona, Clementina. Non è la prima volta che ricevo commenti generosi ma questo tuo si attesta senza dubbio nella top ten. E poi perché scusarti? In certi periodi in cui si è particolarmente impegnati è difficile non solo scrivere molti post ma anche seguire e commentare quelli degli altri... ne so qualcosa io, che questo mese non sono ancora riuscito neanche a leggere tutte le prove degli altri partecipanti di Insieme Raccontiamo, ed è la prima volta che mi succede. Va be', spero di riuscire a rimettermi presto in carreggiata.
EliminaSono comunque davvero contento di essere riuscito a farti interessare a un argomento che esula dalle tue normali passioni. Come saprai, esiste già un quinto capitolo di questa serie e entro fine mese dovrebbe arrivarne un sesto. Prima però toccherà a un post "one shot" che potrebbe anche risvegliarti delle memorie, nel caso, non impossibile, che tu sia tra coloro che hanno saputo ma dimenticato ;-)
Oh oh... Credevo di aver inserito il commento in coda al post 5 e invece... Che pasticciona! 😂 Comunque, Ivano, è vero, sei riuscito a farmi piacere qualcosa che avevo sempre snobbato. Ovviamente a torto.
EliminaMa ora mi offri un'anticipazione sul post one shot, alludi a un possibile risveglio di memoria... e mannaggia, mi lasci sul filo del rasoio così? 🙃😊 Certo che lo leggerò, ci puoi giurare!
Tremendissimo...
Ahaha! Ciao 🤣
Anche tu ci tieni sul filo di lana col tuo racconto... Quindi pari siam ;-)
EliminaCiao a presto ^__^