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Meriem, la prima tarzanide /2




Nel romanzo The Son of Tarzan, Meriem ha, tra le altre caratteristiche, quella di essere rapita in continuazione, talvolta con l’opzione aggiunta del tentativo di stupro. Rapita in origine da uno sceicco arabo, si trova poi nel corso del romanzo a esserlo da scimmioni, indigeni africani, uomini bianchi e di nuovo dallo stesso sceicco. La storia racchiude inoltre un po' tutti i cliché del romance tradizionale: i due protagonisti che a un certo punto della vicenda credono l'amato/a morto/a; il rivale in amore che giunge a un passo dal realizzare il proprio progetto prima che la "resurrezione" del vero amato rimetta tutto in gioco; il "colpo di scena" finale, dove si scopre che dietro le spoglie della trovatella araba si nasconde in realtà una aristocratica europea - così che è anche abolito ogni possibile ostacolo di convenienza sociale alla celebrazione delle nozze, giacché i due innamorati si scoprono di pari rango. E ciò nonostante, un Edgar Rice Burroughs in gran forma riesce a mantenere tutto nei confini della credibilità e anche ad avvincere il suo pubblico con una serie di colpi di scena azzeccati.

Korak, di alcuni anni più grande di Meriem (Miriam, nell’edizione italiana di riferimento), è il primo tra i due adolescenti ad avvertire il risveglio della sessualità e a provare attrazione fisica nei confronti della compagna di vita nella giungla.

Korak le si avvicinò. Lei vide nei suoi occhi una luce nuova, ma non riusciva a capirla. Non comprendeva quanto fosse vicina per lui la completa maturità e neppure quanto significasse di nuovo, nella loro vita, la luce negli occhi di Korak.
- Miriam - mormorò egli, e la voce gli si alterò quando mise una mano bruna sulla sua spalla nuda.
-Miriam!
Bruscamente l’attirò a sé. Lei alzò il viso per guardarlo, sorridendo e allora egli si chinò e la baciò sulle labbra. Neppure allora lei capì. Non ricordava d’essere mai stata baciata in quel modo, prima. Era una cosa deliziosa: le piaceva. Pensò che fosse, per Korak, il modo di mostrarle la sua contentezza per il fatto che lo scimmione non fosse riuscito a fuggire con lei. E lei era altrettanto contenta, così che mise le braccia intorno al collo dell’uccisore e lo baciò ancora e ancora. Poi, vedendo la bambola infilata nella sua cintura, la riprese e la baciò come aveva baciato Korak.
Korak volle dire qualcosa, voleva dirle quanto l’amasse, ma la rivelazione del suo amore lo soffocava e d’altra parte il vocabolario dei Mangani era limitato. (pag. 124) *


Più esplicito il poster che pubblicizza il sesto episodio (La compagna dell'uccisore) del serial cinematografico, dove la mano di Korak non si posa esattamente sulla spalla della ragazza. E’ un segno evidente della relativa libertà d’azione di cui ancora godevano registi, sceneggiatori e produttori prima dell’effettiva entrata in vigore, nel 1934, del cosiddetto codice Hays (dal nome di colui che ne stilò per primo alcune delle linee guida). Non sorprende così che a cadere vittima per prima della mannaia del codice sia proprio una pellicola di Tarzan: Tarzan and His Mate (Tarzan e la compagna), che comprendeva in origine una scena di nudo di Jane/Maureen O'Sullivan poi eliminata dal negativo del film.
Le concessioni a un pacato erotismo non sono in ogni caso l’unico elemento ad aver reso The Son of Tarzan un film dalla cattiva fama. In uno degli episodi finali, quando l’elefante libera Korak dal villaggio in cui è finito prigioniero strappando il palo a cui è legato e fuggendo con esso nella giungla, l’attore che interpreta Korak adulto, Kamuela C. Searle (1890-1924), si ferì gravemente e fu sostituito da un altro attore per le scene successive. Pare che Searle sia poi morto di cancro pochi anni dopo, all’età di trentatré anni, ma circolò a lungo, anche riportata da fonti autorevoli, la voce che fosse invece morto per le conseguenze delle ferite riportate nell’incidente con l’elefante.
In un caso o nell’altro, la vita cinematografica di Korak e Meriem si conclude con The Son of Tarzan. Il “figlio di Tarzan”, interpretato da Johnny Sheffield (1931-2010), che comparirà con il nomignolo di Boy, in otto dei dodici film del ciclo di Johnny Weismuller (1904-1984), è solo un figlio adottivo della coppia più celebre della giungla africana e non ha nulla a che vedere con Korak. La ragione alla base di questa scelta è piuttosto nota e a che vedere con la circostanza che, a differenza che nei romanzi di Burroughs, i Tarzan e Jane cinematografici convivono senza essersi mai sposati.
Il “vero” figlio di Tarzan ricomparirà comunque in alcuni dei romanzi successivi del ciclo: l’ottavo, Tarzan the Terrible (Tarzan il terribile); il nono, Tarzan and the Golden Lion (Tarzan e il leone d’oro); il decimo, Tarzan and the Ant-Men (Tarzan e gli uomini-formica). Mentre Meriem, che viene menzionata due volte in Tarzan and the Golden Lion, riappare di persona all’inizio e alla fine di Tarzan and the Ant-Men. In questa seconda occasione, con lei e Korak c’è anche loro figlio, Jackie. Sono gli ultimi fuochi dell'epopea di Tarzan offerta nella dimensione di saga famigliare, prima che Burroughs, dall'undicesimo romanzo in poi, abolisca quasi ogni traccia di continuità, rendendo le avventure del suo Tarzan delle storie a sé stanti.
Korak, e in parte molto minore Meriem, continueranno a vivere, dopo di allora, solo nel fumetto, come vedremo nel corso della galleria di immagini che inauguro adesso, cominciando naturalmente dall'inizio.


Il primo illustratore in assoluto a immortalare Meriem è Patrick John Monahan (Patrick John Sullivan, 1882-1931) nel 1915, sulla copertina di All-Story Weekly che ospita la prima puntata del romanzo. La sua Meriem è una donna dall'età indefinibile e abbigliata in stile arabo, molto più aderente, nella sua caratterizzazione, ai cliché delle illustrazioni dell'epoca che alla descrizione che di lei fa Edgar Rice Burroughs.

Molto più fedele al testo, e più affascinante, la versione di James Allen St. John (1872-1957), illustratore della prima edizione in volume (1917) del romanzo.


Meriem non trova spazio in questa occasione sulla copertina del libro, ma appare in varie illustrazioni interne, a cominciare dal frontespizio, che raffigura uno dei momenti di climax del libro.


Frontispiece - no title

Il suo Korak si batteva contro un altro Mangani che l'aveva rapita; ma lei non cercava di mettersi in salvo su un ramo per godersi lo spettacolo, di lontano, come avrebbe fatto una femmina Mangani. Lei, invece, appoggiò la punta della lancia al fianco dello scimmione e gliela infilò profondamente nel cuore. (pag. 122)

La seconda illustrazione con Meriem e la numero IX, che la mostra ancora bambina con in braccio la bambola Gika.

Ecco, a seguire, tutte le altre illustrazioni del volume in cui è presente Meriem, accompagnate dal numero romano e il titolo con cui figurano nel libro e dalla parte di testo corrispondente.


XI. The capture of Meriem

Korak si voltò per dar battaglia. Miriam, armata della sua leggera lancia, era al suo fianco. Un nembo di frecce appuntite volò intorno a loro. Una trapassò la spalla di Korak, un'altra la gamba: egli cadde. (pag. 130)


XIII. Meriem was brought forth into the sunlight

Quando Miriam, uscita dal buio della capanna fu portata davanti a loro, i due uomini si voltarono a guardarla con tutta l'apparenza del disinteresse. E non fu senza fatica che Malbihn trattenne un'esclamazione di stupore: la bellezza della ragazza gli aveva indiscutibilmente mozzato il respiro. (pag. 149)


XIV. Both men fired at once

Non che nel cuore indurito dello svedese si fosse improvvisamente risvegliata la pietà: era solo rabbia verso il canagliesco compagno. Miriam lottava contro il suo assalitore che riversava su di lei una gragnuola di colpi. Jensen, con un fiotto di triviali imprecazioni contro l'antico amico, balzò nella tenda. Malbihn, interrotto, respinta la propria vittima, si volse ad affrontare il furioso attacco di Jensen, afferrando la pistola che portava al fianco. Jensen, vedendo il fulmineo movimento della mano dell'altro, estrasse la sua pistola quasi simultaneamente. Ambedue gli uomini fecero fuoco insieme. (pag. 157)


XVII. Slowly and one by one they approached the girl

Per qualche minuto la ragazza fece una vera e propria conversazione con i babbuini i quali le resero tutti i suoi vestiti con evidente sollecitudine, e poi le rimasero intorno pieni di curiosità mentre lei si rivestiva. Chiacchieravano con lei, e lei rispondeva. L'onorevole Morison Baynes si lasciò cadere seduto ai piedi di un albero, asciugandosi la fronte madida. (pag. 192)


XVIII. Meriem's leap saved her from a horrible death

Korak emise un'esclamazione di sorpresa e di approvazione perché, proprio mentre Numa piombava sul dorso dell'animale, la ragazza balzò su dalla sella aggrappandosi ai rami dell'albero che le stava sopra. (pag. 214)


XIX. Meriem stopped short

Miriam si fermò di colpo, ascoltò ancora, fiutò - più che mai come una tigre - in allarme. Dietro un cespuglio, un corriere negro, nudo, si accovacciò, spiando dietro le fronde; la vide fare un passo verso la lettera: la ragazza l'aveva notata. Allora il negro si alzò tranquillamente e si mise in cammino seguendo l'ombra degli arbusti che si estendevano lungo il recinto; si allontanò rapidamente. Le orecchie esercitate di Miriam seguirono tutti i suoi movimenti; ma la ragazza non cercò di scoprire chi fosse. Aveva intuito che si trattava di un messaggio dell'onorevole Morison: si chinò e raccolse la busta. (pag. 226)


XXII. The flight of Meriem

A monte del fiume, dietro la curva, Malbihn diede ordine alle imbarcazioni di accostare. Scese a terra con la guida, e si mosse cautamente alla ricerca di un punto da cui poter sorvegliare la canoa che aveva lasciato in bella vista. Sorrideva in anticipo del successo quasi certo del suo stratagemma: prima o poi, l aragazza sarebbe tornata e avrebbe tentato di passare sulla riva opposta con la canoa. Bastava aspettare che gliene venisse l'idea. Ma non aveva previsto che le venisse così presto; di modo che, arrivando alla piccola altura da cui poteva sorvegliare le acque, quel che vide gli fece salire alle labbra una volgare imprecazione: la sua preda aveva già attraversato la metà del fiume. (pag. 252)


XXVII. With naked hands he faced the maddened Tantor

Una strana figura era discesa giù dall'albero che Miriam stava per raggiungere; balzò oltre la fanciulla, proprio incontro all'elefante che caricava. Era un gigante bianco, seminudo. Intorno alle spalle portava una corda arrotolata; alla vita, infilato nel perizoma, un coltello. Non aveva altre armi. A mani nude affrontava Tantor folle di rabbia. Un secco ordine uscì dalle labbra dello straniero: il grande animale si fermò di colpo e Miriam poté balzare su un ramo, al sicuro. (pag. 311)


* * *

* Tutte le traduzioni del testo in italiano, così come i numeri di pagina indicati, sono relativi all'edizione Giunti del 1971: Il figlio di Tarzan. Traduzione di R. Caporali e B. Reynaudo.

L'immagine di apertura del post è: Nicolas Bournay, Chasseresse (2015, detail).
Clicca sull'icona a lato per la visualizzazione intera.

Commenti

  1. Che meraviglia. I libri illustrati ormai sono diventati un fenomeno di nicchia per la cosiddetta "letteratura per ragazzi" ed è un peccato. In passato erano la norma anche per libri destinati a un pubblico adulto e occasione di sfoggio di virtuosismo grafico di disegnatori poi passati alla storia come Aubrey Beardsley o Edmund Dulac.

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    1. Illustrazioni davvero notevoli queste di St John! Ci vogliono però illustratori bravi come lui, Beardsley o Dulac per rendere a dovere un testo. La BUR ha di recente dato inizio a una collana di libri di grande formato che riproducono le illustrazioni con cui le opere erano apparse nelle loro vecchie edizioni... Io ho preso "Jane Eyre", ma le illustrazioni in quel caso appaiono davvero superflue.

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  2. Ne so davvero poco di tutto ciò che c'è dietro Tarzan, ma grazie a te sto scoprendo qualcosa in più. :-)

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    1. Felice del tuo interesse, Raffaele. E vedrai che ce ne saranno ancora di cose da scoprire nei prossimi post della serie ;-)

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  3. Neanche farlo apposta! :-D
    O disegni sono davvero fenomenali e la tua passione nell'andare a prendere certe chicche non è da meno

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    1. Già, tu pubblichi un post sui libri illustrati e io faccio altrettanto nello stesso giorno. Una bella coincidenza. E hai ragione su entrambi i fronti... i disegni di St John sono fenomenali e di passione in questa particolare serie di post ce ne sto mettendo un bel po' :-))

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    2. Lo posso usare come Record culturale?

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    3. Certo che sì, Ferruccio, però ti consiglio di leggere prima la nota che ho messo nel primo post su Meriem, a proposito di Rima, che la precede di alcuni anni, così che ti puoi regolare meglio.

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    4. Linko il post e vedo cosa riesco a fare

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  4. Che meraviglia! Mi fai venir voglia di andare a scansionare le illustrazioni di miei vecchi romanzi di Verne! (Erano gli unici che ho conosciuto illustrati.)
    Per la Jungle Girl ovviamente batto le mani a lungo ;-)

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    1. Le illustrazioni di Verne di cui parli sono forse quelle che sembrano incisioni, un po' alla Dorè per intenderci?

      Grazie per l'applauso, Lucius. Pensa che io avevo dieci anni quando sono stato conquistato da questa jungle girl ^__^
      Ma è citata in quell'elenco di cui parlavi, apparso su Akim se ho capito bene?

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    2. Proprio quelle! Considera che sono in media edizioni Mursia degli anni Settanta, comprate credo usate, che ho letto nei primi anni Ottanta. Inoltre tempo fa su bancarella trovai un libro di Salgari illustrato da Carlo Jacono: il libro non l'ho conservato, ma le illustrazioni me le sono scansionate ;-)

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  5. Mi piace Tarzan, ho letto i libri e quando è possibile vedo i film relativi a questo filone.
    Grazie per il tuo post, è un ottimo approfondimenti e le illustrazioni sono fantastiche.
    Un abbraccio.

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    1. Bello! Non sapevo di questo tuo interesse *__*
      Grazie a te, per aver gradito il post e per avermelo fatto sapere :-)
      Un abbraccio.

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  6. Certo che, nella locandina The Son of Tarzan, oltre alla mano indagatrice di lui, lei risulta pienotta, ben lungi dalle bellezze tisiche che vanno di moda ora. Le illustrazioni in bianco e nero sono davvero molto belle. Mi piace molto quella con lei bambina, potrebbe essere anche una bimba afghana o siriana dei nostri giorni.

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    1. Nel prossimo post presenterò ancora altre versioni grafiche di Meriem, Cristina, alcune davvero, diciamo, particolari :-))

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