Un fatto per ogni anno /2: 1979-1997
Questo post riprende direttamente da dove mi ero interrotto nella prima parte.
1979: Questo anno da solo dovrebbe occupare un intero post.
Mi limiterò a dire che:
Faccio il mio primo viaggio all’estero. A
Parigi, anche se la destinazione originaria era l’Irlanda.
Realizzo un mio antico sogno e comincio a
prendere lezioni private di pianoforte.
Incontro Marzia, una ragazza molto più giovane
di me (ma solo in senso relativo alle nostre età di allora: 14 anni lei e 18 io)
di cui mi invaghisco all’istante. Marzia non è il suo vero nome, ma in tutti i miei
scritti la chiamo così e dunque anche qui.
1980: Anno cupissimo. Per la prima e unica volta in vita mia
coltivo pensieri suicidi. Decido tuttavia, a dispetto di me stesso, di continuare gli studi e mi
iscrivo all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Nel corso dell’estate mi leggo, uno di seguito all’altro,
tutti e cinque i libri di Carlos Castaneda pubblicati fino ad allora. Cambieranno per sempre la mia visione delle cose.
1980-1981: Decido di passare un capodanno alternativo e mi concedo
dieci giorni di meditazione vipassana a Milano, e precisamente nei
locali dell’ex Macondo. Da allora, la pratico quotidianamente ancora oggi, sebbene in una forma modificata rispetto all'inizio.
1981: Trovo lavoro per un anno come archivista in una
biblioteca comunale sperduta nel Mugello fiorentino. Ogni giorno mi attendono più
di due ore di viaggio in autobus, con due cambi intermedi, all’andata, e stessa
cosa al ritorno.
1982: Abbandono definitivamente gli studi di disegno e
pittura e mi iscrivo al corso di fonologia (musica elettronica) del
Conservatorio di Firenze tenuto da Albert Mayr.
1983: Dopo la prova di fine corso, in cui ognuno degli
allievi doveva presentare una propria composizione, il musicista Giancarlo
Cardini mi prende da una parte e si complimenta con me per il mio lavoro: un preludio a un’opera immaginaria su Orfeo e
Euridice. Particolarità: le prove d’esame vengono trasmesse all’esterno
del conservatorio attraverso un sistema di altoparlanti e la redazione del TG3 ci tira su un servizio per il telegiornale regionale della Toscana.
1984: Grazie a un amico che dirige un’associazione di scambi
culturali tra Italia e Perù incontro Hernan Huarace Mamani, primo della lunga serie di sciamani
della mia vita. Prima che qualcuno me lo chieda nei
commenti: no, non ho letto nessuno dei best-sellers con cui poi è diventato noto al grande
pubblico.
Ho un’esperienza di tipo proustiano mentre leggo un albo di Uncanny X-Men, il #138 dell'ottobre
1980. Attraverso una vignetta dell’albo stabilisco una connessione spontanea con l’estate del 1967, l’ultima trascorsa sulle pendici del Falterona, e mi
ritrovo sommerso da un fiume in piena di ricordi dimenticati.
Trovo lavoro (in nero) presso un distributore di benzina.
1985: Continuo a lavorare (in nero) al distributore di benzina e trascorro
la mia seconda e ultima estate di vacanza a Monghidoro (la prima era stata nel 1978, ricordate?).
1986: Comincio a trascrivere episodi del mio passato più
lontano su un taccuino moleskine (l’acquisto mi era stato ispirato dalla
lettura de Le vie dei canti di Bruce
Chatwin). Sarà l’unico moleskine della mia vita; mi trovo di gran lunga meglio
sui normali quaderni formato protocollo.
1987: Mentre continuo a lavorare (in nero) al distributore di benzina,
a studiare pianoforte e a scribacchiare, inizio a praticare arti marziali:
dapprima solo karate, poi karate e tai chi chuan.
Mi ricongiungo con Marzia dopo una lunga pausa di
separazione. Al momento del reincontro, per un lungo istante, ho l’impressione
che sia appena scesa da un altro pianeta (storia verissima!).
1988: Mi decido finalmente a tornare a trascorrere, dopo 21
anni, il mio periodo di ferie estive alle pendici del Falterona. Vesto sempre e solo di nero e vengo scambiato più volte, da
turisti occasionali, per il parroco del paese, con cui finirò per stringere una
salda amicizia che continua tutt’oggi.
1989: Arti marziali, musica e scrittura occupano sempre più
spazio nella mia vita. L’attrito con la vita lavorativa comincia a farsi
difficile da sostenere.
1990: Alla fine mollo il lavoro al distributore di benzina e
mi faccio assumere come cameriere (stavolta in regola) all’unico ristorante giapponese
presente all’epoca nella mia città. In breve tempo imparo i rudimenti della lingua.
1991: Un anno in cui non ho memoria sia accaduto qualcosa di particolarmente rilevante.
1992: Dopo venti mesi mollo il lavoro al ristorante
giapponese e dapprima trovo lavoro come letterista in una casa editrice di
fumetti. Poi un amico riesce a raccomandarmi come suo sostituto in una scuola
privata nelle vesti di insegnante di sceneggiature di fumetti. Ma devo
dar fondo a tutte le mie risorse creative per arrivare indenne alla fine dell'anno.
1993: Grazie alla raccomandazione di un amico ex anarchico
divenuto prete, trovo lavoro in una libreria cattolica del centro di Firenze.
Un’amica che frequenta la costa azzurra mi dice di conoscere
di persona il disegnatore Moebius e i suoi associati di Aedena che si sono
stabiliti laggiù. Mi dà tutte le coordinate per mettermi in contatto con loro.
Io ho da pochi mesi iniziato una relazione ufficiale con una ragazza e all’inizio
dell’estate parto con lei in direzione Baie des Anges. Incontro alcuni
fumettisti del gruppo, tutti radunati intorno al carismatico contattista
Jean-Paul Appel Guery, ma non Moebius che ha già da un po’ fatto le valige per
i Pirenei.
1994: L’attrazione della Baia degli Angeli è su di me irresistibile
e vi passo, con la mia compagna, la seconda estate di vacanze di fila. Ritrovo, insieme agli
ex aedeni dell’anno precedente, anche una mia vecchia conoscenza: l’esploratore Timothy Paterson.
1995: Per la prima volta fuori dall’Europa. Dapprima in
Canada, poi a Los Angeles e infine alle Hawaii, dove io e la mia compagna affittiamo
un appartamentino che dà su Kapalua Bay a un prezzo incredibilmente basso.
1996: Torno per la seconda volta a Los Angeles, dove assisto a un’intera
settimana di lectures sullo sciamanesimo tenute da Carlos Castaneda all’Università della California (UCLA). Ne approfitto
per recarmi anche da Howard Y. Lee, il guaritore cinese ma trapiantato in
California a cui Castaneda ha dedicato il suo libro The Fire from Within (in Italia: Il
fuoco dal profondo). Scopro così che è, tra le altre cose, il personal trainer
di molte star di Hollywood (anche se l’unico nome che riesco a ricordare adesso
è quello di Meg Ryan).
Dopo di allora incontrerò Howard Lee varie volte lungo l’arco
di più di un decennio, sviluppando con lui una quasi amicizia. E una sera,
durante una cena in un ristorante, lo intervisterò anche per la rivista online Il Monte Analogo che ho diretto dal 2000
al 2002.
Poi, viaggio di tre settimane, tutto on the road, da Tijuana fino a Mexico City.
1997: In estate, un lungo viaggio attraverso mezza Europa: Barcellona, Parigi, Monaco, Berlino… Al museo del Louvre, nella calca
davanti alla Gioconda, la mia compagna
viene borseggiata e restiamo senza un soldo.
* * *
L'immagine di apertura è un dettaglio di copertina della prima edizione di Journey To Ixtlan di Carlos Castaneda.
Davvero delle belle avventure. Ci ho rivisto a tratti Solve et Coagula e le anticipazioni della Trilogia di Shaula.
RispondiEliminaE a ragione, Marco. In tutto quello che scrivo la percentuale di autobiografico supera quasi sempre, di molto o di poco, la percentuale di immaginazione.
EliminaChe vita interessante e movimentata che hai avuto! A questo punto non vedo l'ora di conoscere il resto.
RispondiEliminaIl resto, Ariano? Beh, posso già preannunciarti che alla fine arriverà anche la fase di stanca. E che stanca! ;-)
EliminaQuesta seconda parte incolla alla sedia come la prima.
RispondiEliminaSe ne trae un ritratto tuo molto particolare, fatto di vita intensa, arte, strade da percorrere ed effettivamente percorse, scoperte interessanti, passioni.
Imparo la definizione di "meditazione vipassana".
Grazie, Luz. Sicuramente non ho mai ceduto alle tentazioni della sicurezza e della comodità, e di questo ringrazio il cielo.
EliminaLa vipassana è una forma di meditazione buddista centrata sull'attenzione con cui si arriva a ottenere il vuoto mentale. Il fatto che sia molto pratica e molto poco teorica la rende facilmente accettabile anche a chi non è troppo attratto dalle cose di religione.
Hai detto bene, Cassidy. Mi chiedo cosa sarebbe stata la mia vita senza i fumetti. Va beh, risposta facile, non sarei nato e basta ;D
RispondiEliminaBellissimo viaggio nei tuoi ricordi... in effetti negli anni 90 l sorveglianza del Louvre era pari a zero, se adesso invece ci torni ti controllano tutto, mutande comprese.
RispondiEliminaUn abbraccio!
Ma forse un borseggiatore abile non riuscirebbero a fermarlo comunque...
EliminaGrazie, Francesca. Un grande abbraccio a te :-)
Che avventure, che incontri meravigliosi, che vita intensa e affascinante! Concordo con Marco sulle analogie con Solve et coagula. Ma quando hai scritto che vestendoti di nero ti scambiavano per il parroco del paese, mi sono rotolata dal ridere :D
RispondiEliminaGrazie mille per il tuo entusiasmo, Clementina!
EliminaE pensa che fino ad allora io con i preti avevo sempre avuto pochissimo contatto. Poi ho sviluppato una forte amicizia con il vero parroco del paese e, poco tempo dopo, un mio amico di gioventù è diventato a sua volta prete.
Ah però, che avventure! Questo mi scoraggia dal raccogliere l'iniziativa: visto che non ho mai viaggiato verrebbe fuori una roba molto "statica" :-P
RispondiEliminaDavvero complimenti ;-)
Mai dire mai, Lucius. Una vita sedentaria può riuscire ugualmente interessante agli occhi di chi ti conosce attraverso i tuoi blog.
EliminaGrazie per i complimenti :-)
Che vita incredibile, Ivano, quanti viaggi, quanti cambiamenti. La parentesi buia è stata presto sostituita da un nuovo slancio verso l'avventura. È stato un bene, no? E adesso il gran finale.
RispondiEliminaSperiamo che non sia proprio un finale ancora, Marina :-D
EliminaScherzi a parte, i cambiamenti continueranno a piovere, almeno per un po', anche nella terza parte.
E tu? Va meglio?
Il mio post di oggi risponde alla tua domanda, Ivano. Grazie per l'interessamento. ☺️
EliminaInteresssantissima anche questa seconda parte! Nel complesso mi ha colpito molto il tuo essere on the road non appena potevi. Mi è piaciuto il senso di libertà che esprimono questi anni, e ora ho anche capito un po' meglio perché è così intenso il tuo legame con il mondo del fumetto.
RispondiEliminaComunque mi ha fatto molto ridere il paragrafo sul 1988 quando eri stato scambiato dal parroco del paese!
Mi succedeva almeno una volta a settimana di essere scambiato per il parroco. Del resto, una volta, un astrologo che lesse la mia carta del cielo mi disse che ero un potenziale leader religioso ^^
EliminaUna fase ricchissima per spostamenti ed esperienze :O Anch'io sono rimasta colpita dal tuo essere scambiato per un prete XD
RispondiEliminaEd è solo la superficie, Glò... a scendere nei dettagli non si finirebbe più. Comunque considero che l'essenziale dell'essenziale ci sia tutto in questi tre post e sono piuttosto soddisfatto del risultato finale ^__^
EliminaVita tranquilla eh? 😊😊😊
RispondiEliminaPensare al suicidio però mamma mia!
E' solo una delle tante alternative che avevo preso in considerazione per uscire da un brutto cul de sac, Patricia. Ma non sarebbe mai potuto succedere... nel mio destino, l'ho scoperto poi, il suicidio non è contemplato.
Elimina