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Cobra Trap - Come muoiono gli eroi /1






Il suo nome era nell'aria da un po' - l'ho citata una prima volta nel post sulle dieci serie a fumetti che hanno scandito i miei anni '70, e una seconda nell'elenco delle cento letture che più mi hanno influenzato - ed è lei, Modesty Blaise, la protagonista di questo articolo, insieme al suo braccio destro, e compagno di oltre cento avventure, Willie Garvin.
Prima però di arrivare all'essenziale della faccenda, che è quel che è suggerito dal titolo, è necessario che io spenda due parole di carattere più generale, sul personaggio e sui suoi autori.

Modesty Blaise è un'eroina del fumetto inglese protagonista della serie omonima, che la vede coinvolta, insieme all'inseparabile Willie Garvin, in una serie di avventure di genere spionistico-poliziesco condite anche di un pizzico di erotismo, dovuto essenzialmente alla facilità con cui la nostra si alleggerisce dei propri vestiti in varie situazioni, non solo intime.

Modesty Blaise nei disegni di Jim Holdaway

Personaggio e fumetto nascono nel 1963, su testi di Peter O'Donnell e disegni di Jim Holdaway, in forma di striscia per i quotidiani, e in tale forma saranno pubblicati per quasi quarant'anni tutti gli episodi della serie, con pochissime eccezioni. Ma mentre O'Donnell terrà saldamente nelle proprie mani, fino alla fine, le redini della sua creatura, Jim Holdaway, sarà sostituito già nel 1970, anno della sua morte, dallo spagnolo Enrique Badia Romero. Sarà poi questo secondo disegnatore a rimanere in carica fino al termine naturale della serie, nel 2000, fatta eccezione per un periodo intermedio, tra il 1978 e il 1986, in cui la parte grafica venne affidata, nell'ordine, alle matite di John Burns, Patrick Wright e, soprattutto, Neville Colvin. A Romero si deve inoltre l'episodio finale della saga, The Dark Angels, da lui ricavato nel 2002 da una storia preesistente di O'Donnell, per il magazine svedese Agent X-9. E si tratta di un finale su cui tornerò più volte.

Modesty Blaise (e Willie Garvin) nei disegni di Enrique Romero

Ma l'universo di Modesty Blaise non è confinato alle sole strisce a fumetti. Già dopo un paio di mesi dall'inizio delle pubblicazioni su The Evening Standard, Peter O'Donnel inizia a essere contattato da varie case editrici, che pensano che la sua eroina sia una perfetta figura da romanzo. Il punto è che tutti questi editori, a eccezione di uno, vogliono semplicemente acquistare i diritti di utilizzo del personaggio e far scrivere i libri ad altri, qualcosa di cui O'Donnell non vuole sentir parlare. Solo la Souvenir Press si mostra disponibile a che sia lui stesso a scrivere i romanzi, ed è quello che O'Donnell vuole sentirsi dire. L'accordo è quindi preso, e nel 1965 vede la luce il primo degli undici romanzi che andranno a formare, insieme a novantanove episodi a fumetti e a due antologie di racconti, il ciclo complessivo delle avventure di Modesty Blaise.
In Italia il libro fu edito da Garzanti nello stesso anno, nella collana di volumi rilegati romanzi '65, la stessa che già presentava lo 007 di Ian Fleming.

Il perché della presenza di Monica Vitti in copertina apparirà chiaro nel seguito del post. Mentre considero di un certo interesse riportare adesso per intero la nota introduttiva alla collana stampata sul retro dei volumi:
In questi anni è avvenuto un fatto semplice ma sorprendente: mentre il romanzo come genere finiva sul banco d'accusa e critici e saccenti ne proclamavano la crisi o addirittura la morte, il romanzo poliziesco riprendeva vertiginosamente quota. L'agente 007 e altri agenti segreti o investigatori fantastici attirano sempre più il pubblico, arrivano a intervenire sul costume. E contemporaneamente, i loro autori si impegnano con maggior puntiglio sulla pagina, approdando a risultati in cui spesso il perfetto artigianato pare spiccare il volo verso più alti traguardi. In questa collana troverete i nuovi classici dell'avventura, forse gli unici veri romanzi dei nostri tempi.
La rivincita della letteratura di genere, insomma. Nel 1965! Che O'Donnell sia tra coloro che "si impegnano con maggior puntiglio sulla pagina" è in ogni caso innegabile. Il suo stile è quello di uno scrittore consumato, capace di intrattenere il lettore con trame sempre intricate e avvincenti, che hanno ben poco da invidiare a quelle concepite dai più blasonati maestri del genere.
Eppure è opinione condivisa tra i fan di Modesty Blaise che i romanzi si collochino, in generale, a un livello di qualità leggermente inferiore rispetto agli episodi a fumetti. Lo stesso Peter O'Donnell del resto, in un'intervista rilasciata in Svezia*, non esita a definire le sue sceneggiature per i fumetti "piuttosto sofisticate", destinate a un pubblico a sua volta sofisticato come quello dell'Evening Standard. ll passaggio al romanzo era insomma nell'aria fin dall'inizio, e anche il cinema non poteva - e sarebbe il caso di aggiungere "purtroppo" - stare a guardare.
E' la fine dell'anno di grazia 1966, quando nelle sale inizia a essere proiettato il film Modesty Blaise. Alla regia figura il veterano Joseph Losey, mentre nei panni di Modesty è stata inspiegabilmente arruolata Monica Vitti. Se vi chiedete perché "inspiegabilmente", provate a guardare le prime tre immagini del post e confrontatele con il frame riprodotto qui sotto. Chiaro, no?


Ma passiamo oltre. A scrivere la sceneggiatura di questo filmaccio della durata di quasi due ore, provvisto di una sigla iniziale tale da far accapponare le orecchie, infarcito all'inverosimile di situazioni da commedia (ecco forse spiegato perché hanno convocato la Vitti), e non infierisco oltre... A scrivere la sceneggiatura, dicevo, viene chiamato lo stesso Peter O'Donnell. Bene, si dirà, ma poi succede qualcosa... qualcosa che sfida l'immaginazione. Il suo script viene rimaneggiato una prima volta in Inghilterra a opera degli editor della compagnia cinematografica inglese, poi tradotto in italiano perché vi possano intervenire anche gli editor dei lidi italici, dopodiché il tutto viene ritradotto dall'italiano all'inglese e restituito al povero O'Donnell che, da parte sua, può solo constatare che del testo scritto da lui rimane forse una riga e che Modesty Blaise semplicemente non sarà un film su Modesty Blaise.

Messa una pietra sopra al fattaccio, O'Donnell riprende in mano la sua sceneggiatura e ne trae il suo secondo romanzo, Sabre-tooth, pubblicato in Italia nella stessa collana del precedente volume con il titolo Modesty Blaise e il giorno della tigre (1966, questa qui a lato è la ristampa in edizione pocket del 1974 che possiedo io).
Altrettanto fallimentare si rivelerà inoltre un tentativo, compiuto nel 1982, di dare inizio a una serie tv. In questo caso è la visione dell'episodio pilota a convincere O'Donnell che la casa di produzione ha di nuovo rovinato tutto.
In compenso la striscia ha raggiunto nel frattempo una diffusione su scala mondiale, al punto che lo stesso O'Donnell fa fatica a spiegarsi una simile convergenza planetaria di gusti attorno alla sua creazione. E a questo proposito mi creo qui una piccola parentesi personale, tirando nuovamente in ballo, come mi capita spesso di fare in questo blog, la Svezia. Stavolta a proposito della richiesta che feci una volta a un'amica svedese, mentre muovevo i miei primi passi nella sua lingua, di inviarmi da lassù dei fumetti da leggere. Lei mi chiese subito se mi andava bene Modesty Blaise.
Mi sarei poi reso conto ancor meglio da solo, in seguito, dell'altissima considerazione che gode in quella nazione questa striscia a fumetti, superiore a quella di ogni altro paese. Si spiega così l'intervista rilasciata in Svezia da O'Donnell, ma anche il motivo per cui, una volta che O'Donnell dichiarò conclusa la serie e Enrique Romero gli chiese il permesso di aggiungere un finale, il già citato The Dark Angels, l'episodio venne concepito per il mercato svedese e solo successivamente pubblicato in Inghilterra e nel resto del mondo.
Un'altra testimonianza ci è poi fornita dalla giallista svedese Åsa Larsson, che nel suo romanzo Det blod som spillts (Il sangue versato) paragona a un certo punto la sua Rebecka Martinsson, a Modesty Blaise. E non ha bisogno di aggiungere altro, perché sa bene che i suoi lettori sanno di chi lei stia parlando.


* * *


* Intervju med Peter O'Donnell av Olle Dahllöf (1989).

L'immagine di apertura del post è un dettaglio della copertina di Antonio Bosch Penalva per Modesty Blaise #6 (1968).
Clicca sull'icona a lato per la visualizzazione intera.

Commenti

  1. Conosco e apprezzo. Per quello che riguarda la grande Monica Vitti, sarà per questo che due anni dopo Monicelli la lanciò nell'indimenticabile "la ragazza con la pistola". Scherzi a parte, bell'articolo.

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    1. Grazie, Massimiliano. Mi fa piacere sapere che conosci e apprezzi questo fumetto così unico.
      Rimani sintonizzato, vedrai cose che gli umani... ^_-

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  2. Fai venir voglia di recuperare queste perle *__*
    Resto sintonizzata pure io :O

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    1. Poi però voglio vedere la foto della collana!

      Mi raccomando, eh? ...stazione 406 ^_^

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  3. il bello di certi blog, non si finisce mai d'imparare

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    1. Allora ne approfitto per assegnarti i compiti a casa... voglio l'elenco di tutte le cose che hai imparato da questo post ^_^

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  4. Risposte
    1. Grazie mille, Nick! Ma il tuo quando è? Io sono negato per i compleanni, compreso il mio...

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    2. Auguri! (Ho scritto su Fb ma dubito che tu abbia aperto quel social XD) ^_^

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    3. Grazie, Glò!
      Sto andando ora a aprirlo quel social là...^^

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    4. Beh, per il mio compleanno c'è ancora tempo: arriva il 1° di maggio, quindi non c'è fretta! :)

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    5. Beh, per il mio compleanno c'è ancora tempo: arriva il 1° di maggio, quindi non c'è fretta! :)

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  5. Ho sentito parlare tante volte di Modesty Blaise ma non l'ho mai letta (il film non ci provo neppure ;-)
    Magari se riesco a rimediare le prime storie posso vedere che effetto mi fanno...

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    1. Il film, se non sei proprio masochista, evitalo!
      Almeno nelle strisce a fumetti, non è così importante la cronologia delle storie di Modesty Blaise. Puoi leggere quello che ti capita. Nei romanzi ha un po' più di importanza.

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  6. Povera Monica Vitti!!!! E' stata una grandissima attrice e uno scivolone a inizio carriera... ops!
    Tu sai che non amo troppo i fumetti quindi di Modesty Blaise ne ho sentito parlare da te e qualche altro blogger ma non la conosco proprio
    Interessante il tuo post!

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    Risposte
    1. Magari Monica Vitti sarà anche contenta di questo film, non ne ho la più pallida idea...
      Cos'è 'sta storia che hai sentito parlare di Modesty Blaise da altri blogger? Sono geloso :P
      Grazie per l'apprezzamento, Patricia. Salvo imprevisti, dovrebbe riuscire interessante anche il seguito ^^

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