Cobra Trap - Come muoiono gli eroi /4 (finale)
...i piccoli gesti di affetto che lei gli dimostrava ultimamente erano una cosa nuova - non che l'affetto di lei nei suoi confronti fosse mai stato in discussione, ma nel corso di tutti questi lunghi anni era stato tacito e raramente messo in mostra. Lui gradiva molto il cambiamento ma si chiedeva anche a cosa fosse dovuto.
Peter O'Donnelly sceglie di narrare la parte finale di Cobra Trap, attraverso il punto di vista di Willie Garvin. Questo breve estratto è parte di una sua riflessione sul mutamento a cui è andata incontro Modesty Blasie nelle settimane precedenti. Il rapporto tra i due non ha mai avuto i connotati di un amore ordinario. Negli oltre trent'anni di vita in comune non si sono mai messi insieme né hanno fatto sesso tra loro, e il fatto che nel film di Losey di cui ho parlato nella prima parte dell'articolo, Modesty e Willie finiscano invece per intrattenere una normale relazione amorosa, è forse il più grave tra i numerosi fraintendimenti che lo caratterizzano. In uno degli episodi a fumetti, qualcuno chiede a Willie Garvin se non provi mai gelosia a vedere Modesty Blaise tra le braccia di altri uomini; lui gli risponde che il suo rapporto con Modesty è per sempre, mentre tutti gli altri sono solo di passaggio. Tra questi uomini "di passaggio" vi è quindi compreso John Dall, un personaggio, presente anche nella parte iniziale di Cobra Trap, che è l'uomo con cui Modesty ha stabilito qualcosa per lei il più vicino possibile a una relazione di coppia. E ciononostante, perfino al momento di congedarsi da lui in modo definitivo, lo tiene all'oscuro di qualcosa di fondamentale che la riguarda.
Dave Dunstan: copertina per il magazine svedese Agent X-9 |
Soffiava a malapena un alito di vento, e c'era calma intorno a loro nel momento in cui Modesty disse piano: "Willie... dammi un bacio".
Lui si stupì, a differenza di quanto era accaduto prima, quando Dinah gli aveva rivolto quasi le stesse parole. "Eh? Oh... con piacere, Principessa". Si sporse a baciarle la guancia, ma lei gli afferrò la nuca e gli mosse la testa in modo che le sue labbra si posassero delicatamente per un momento, e per la prima volta, su quelle di lui.
E' il preludio alla confessione, da parte di Modesty, di qualcosa che farà comprendere a Willie ogni cosa a proposito dello strano comportamento da lei tenuto negli ultimi tempi. Ed è una confessione in due atti, dall'impatto devastante: prima Modesty espone a Willie la sua decisione di morire lì, in quel frangente, e lo invita, non appena i binari saranno riparati e il treno potrà ripartire, ad andarsene senza di lei, che gli coprirà la ritirata per tutto il tempo necessario; poi gli confessa la sua scoperta di avere un tumore al cervello, che le lascia pochi mesi ancora di vita. Quel che aggiunge dopo è un po' il riassunto della sua filosofia di vita, ma anche della filosofia sottesa all'intera serie di fumetti e romanzi che narrano le sue avventure. Traduco qui i punti più salienti:
"Lo so che è uno shock, ma sii felice per me, Willie. Ho avuto una vita meravigliosa, e lo sai. Ma il mio tempo è finito e so, da alcune settimane, che presto comincerò a morire, ma prima smetterò di essere me stessa e sarò come un vegetale. Qualcosa di cui a me importerà poco, perché non ne saprò niente, ma che non potrei tollerare per te, e fino all'ultimo sono stata indecisa se dirtelo, o solo sparire, o... chissà cos'altro.
[...]
Tra poco dovrò partire per il grande walkabout, e preferisco andarmene con un botto, facendo qualcosina di utile, piuttosto che mugolando. Ciò che ci sta accadendo adesso è davvero la miglior cosa possibile per me.
[...]
E' stato un vero regalo vivere così a lungo, Willie. Ora non rendermi le cose difficili. Voglio che cominci a ritirarti fin da adesso. Dirò io tutto per radio a Dinah, così potrai risparmiarti di doverglielo dire tu quando la vedrai. D'accordo?".
Disegno di Xiconhoca http://xiconhoca.deviantart.com |
La morte di Willie Garvin segue poi solo di un paio di pagine quella di Modesty. Ma la narrazione della storia focalizzata sul suo punto di vista, permette a O'Donnell di mettere in mostra tutto il suo virtuosismo letterario. L'ultima mezza pagina racconta di Willie che, ferito a una caviglia, ricava una stampella legando insieme le estremità di due canne di fucile e tenta una fuga disperata sotto una pioggia di proiettili.
"Comincia a mettersi male, Principessa". E mantenendo fisso l'occhio della mente su quel suo sorriso che lei riservava solo a lui, continuò a avanzare inciampando ma contento. Percorse però solo pochi metri prima di cadere nuovamente, e per un momento si sentì come intorpidito.
Poi era di nuovo in piedi e scendeva il pendio in scioltezza, con facilità e senza dolore, gli alberi ormai tutti scomparsi. Nell'assenza di tempo scendeva il pendio ricoperto di un'erba che non era erba ma forse l'essenza dell'erba; giù verso la valle, dove un sentiero d'argento o forse un fiume, sebbene in verità né l'uno né l'altro, scorrevano o forse semplicemente erano.
Da qualche parte poteva sentire le stelle cantare la loro canzone, e con nuovi sensi era consapevole in modi inimmaginabili di se stesso e di tutto quello che lo riguardava, ma soprattutto e come mai prima era consapevole della totalità di una presenza che gli era familiare e che si muoveva con lui.
Così si conclude Cobra Trap, ultima prova letteraria di Peter O'Donnell, che continuerà tuttavia a scrivere la striscia a fumetti ancora per quattro anni, fino al 2000. Anche la serie a fumetti avrà poi un suo finale, sebbene molto meno traumatico: la striscia #10183.
Non si tratta però di un vero finale, perché, come ho scritto in una precedente parte dell'articolo, la cronologia della serie a fumetti è diversa da quella dei romanzi e dei racconti e si conclude oltre venti anni prima gli avvenimenti narrati in Cobra Trap.
* * *
Gli eroi protagonisti di lunghi cicli avventurosi, che siano letterari o a fumetti, si sa, muoiono raramente. Tarzan, per esempio, non è mai morto, e forse non morirà mai, anche se non possiamo saperlo con certezza. Lo stesso vale per Tex o Diabolik.
Con Cobra Trap Peter O'Donnell ha voluto omaggiare i suoi eroi di una morte eroica, che è in fin dei conti un doppio suicidio, più palese nel caso di Modesty Blaise, un po' meno nel caso di Willie Garvin. Ma più o meno a metà tra le due morti, O'Donnell piazza nel racconto questo scambio di frasi rivelatore tra Steve Collier e la moglie Dinah Pilgrim, che ha continuato a mantenere, fin quasi all'ultimo, la comunicazione via radio con Willie.
[Dopo che Dinah gli ebbe riferito della morte di Modesty] Collier disse: "O Signore! D'ora in avanti per noi sarà come respirare con un solo polmone". Mise un braccio intorno a Dinah e la strinse a sé. "Pensi che lui ce la farà?".
"Willie... farà del suo meglio. Ma per lui adesso non ha più nessuna importanza farcela. E' questa la differenza".
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L'immagine di apertura del post è: Mike Flyer, In the Beginning.
Immaginavo che finisse con la doppia morte dei due eroi della serie. Ripeto il mio giudizio espresso già nel precedente post: probabilmente è l'unico finale possibile per dei personaggi iconici come Modesty e Willie.
RispondiEliminaBe', io mi sono comunque commosso. Soprattutto durante la realizzazione del post, che mi ha reso più intensamente partecipe degli eventi rispetto a quello che era successo con la sola lettura ;-)
EliminaMary Poppins!
RispondiEliminaOk, prima di prendermi per matto, lasciatemi spiegare :D
Siamo abituati a considerare l'eroe come un essere immortale che riesce -in modi più o meno difficoltosi- a risolvere tutto, uscendone pressoché illeso. Probabilmente i vari autori, spinti dal desiderio di continuare ad avere un seguito, cercano -per accondiscendenza- di comunicare quel sentimento che è comune a tutti: la speranza.
In effetti sono davvero pochi quelli che cercano in un finale l'estremo sacrificio per un bene superiore, e ancor meno quelli che vogliono realizzarne uno rischiando le probabili critiche successive (a quest'ora mi viene in mente solo il film "Titanic", ma lungi da me fare questo parallelo :D).
Premesso questo, capisco la scelta dell'autore di cambiare punto di vista della narrazione: è quasi calarsi nella scena prendendosi le responsabilità di quello che di lì a poco avverrà. E vien da sé che il finale diventi carico di significato e che la morte anche del comprimario non sia poi così esplicità: la "batosta" data ai lettori è forte, le immagini romantiche sono necessarie a lenire il dolore provato, quasi sicuramente anche il suo, conscio della scelta fatta.
Ma perché esordire nel modo in cui ho fatto? :D
Ricordo la tristezza provata la primissima volta che vidi il finale di quel film. L'eroina ha esaurito il suo compito e se ne va, fine. Con gli occhi da bambino già non è facile capire il messaggio racchiuso nella storia, figurarsi un finale del genere. Non che col passare degli anni questa sensazione abbia subito sostanziali variazioni sul tema, anzi, ma posso dire che è stata lenita dalla speranza -appunto- che la storia possa e debba ripetersi in un altro luogo e in un altro tempo.
Ora è più chiaro, spero :D
Ivano: ho seguito con interesse i 4 post e devo farti i consueti (e non soliti) complimenti, hai attirato la mia attenzione e la mia curiosità in un campo a me ignoto, non è roba da poco, e per questo ti ringrazio.
Ciao Paolo e grazie per i complimenti! Mi fa piacere averti suscitato interesse nonostante l'argomento ti risultasse sconosciuto. Forse è la cosa più difficile con cui si trova a dover fare i conti un blogger ^_^
EliminaEsistono in effetti dei finali che hanno l'effetto di una batosta, e che chiedono (in senso lato) una rettifica. Forse non è il caso di "Cobra Trap", ma pensa solo per esempio, se lo hai letto, a quello scelto da Stephen King per il suo "It" :O
E ci riesci a meraviglia :D
EliminaIt non l'ho letto, non l'ho visto, ma mi è stato gentilmente spoilerato il finale (con una nonchalance da togliere le forze...), e con questo riferimento mi è più chiaro cosa volessi intendere :P
Io mi sono rifiutato di vedere il film proprio per non avere il finale del libro spoilerato ^^
EliminaDavvero toccante *_* Mi ero immaginata un finale quasi esoterico...
RispondiEliminaModesty mette in una situazione ad alto rischio la persona che ama, questo mi ha un po' stupito.
Il finale è molto struggente e forse suggerisce altro (così mi piace pensare).
In realtà Modesty prevedeva di riuscire, prima di morire, a tenere impegnati gli assalitori abbastanza a lungo da permettere a Willie di raggiungere il treno sano e salvo. Però le cose non sono andate come da lei previsto.
EliminaIl finale è l'inizio, come suggerisce Modesty, del grande walkabout :))