The Studio Section Six - 1976-79: Gli anni di The Studio /6
Marcel Proust, in una sua straordinaria riflessione contenuta ne La prigioniera, quinto volume di Alla ricerca del tempo perduto, parla dell'artista come del "cittadino di una patria sconosciuta", diversa da ogni altra patria di ogni altro artista che sia salpato o salperà, come lui, per la Terra. Questa loro patria perduta, gli artisti non la ricordano, ma vi rimangono comunque "inconsciamente accordati in un certo unisono". E sebbene possa a volte tradirla "per amore della gloria" (o del denaro, aggiungo io), quando l'artista canta in accordo con il suo luogo di origine, la monotonia del suo canto, identico a se stesso qualunque sia il soggetto trattato, rivela "la fissità degli elementi che compongono la sua anima".
Ho voluto sintetizzare questo brano del grande scrittore francese perché mi sembra stabilire alcuni fondamentali punti fermi, utili anche per questa mia ricerca sui quattro componenti di The Studio. E' infatti facile vedere quanto l'ispirazione di ognuno di loro lo renda unico e diverso dai suoi tre compagni e gli garantisca, in più, una "monotonia" di stile e tematiche che lo accompagna dagli esordi fino all'esperienza di The Studio e oltre.
Così come appare chiaro, sempre secondo le considerazioni espresse da Proust, che la stessa partecipazione all'esperienza di The Studio, che significa prima di tutto operare secondo una maggiore autonomia e libertà di intenti, conduce ognuno dei quattro a un più alto livello di accordo con la propria patria dimenticata (ma inconsciamente ricordata).
Così come appare chiaro, sempre secondo le considerazioni espresse da Proust, che la stessa partecipazione all'esperienza di The Studio, che significa prima di tutto operare secondo una maggiore autonomia e libertà di intenti, conduce ognuno dei quattro a un più alto livello di accordo con la propria patria dimenticata (ma inconsciamente ricordata).
Abbiamo del resto imparato a conoscere in questo lungo percorso, post dopo post, proprio questa unicità e, insieme, monotonia di "canto" che ho appena evocata. Grazie a determinate caratteristiche di ognuno dei quattro artisti di The Studio, che balzano subito all'occhio. Come non vedere, per esempio, che tutta l'opera di Bernie Wrightson è percorsa in lungo e in largo dal suo spiccato gusto per il macabro e il grottesco? O che nel "medievalista" Barry Smith predominano i temi eroici, il simbolismo e il mito? Oppure che in Jeff Jones, il più "naturalista" dei quattro, tutto ruota attorno a una vera e propria ossessione per la figura femminile? E che Mike Kaluta si inebria ora dell'Art Nouveau ora delle atmosfere dei film e dei romanzi degli anni trenta?
Basta inoltre prendere quasi qualunque albo a fumetti disegnato da ciascuno di loro negli anni precedenti la creazione di The Studio, e vi rinveniamo senza problemi gli stessi elementi che, tra il 1976 e il 1979, saranno alla base del loro lavoro creativo all'interno della piccola congrega artistica.
Basta inoltre prendere quasi qualunque albo a fumetti disegnato da ciascuno di loro negli anni precedenti la creazione di The Studio, e vi rinveniamo senza problemi gli stessi elementi che, tra il 1976 e il 1979, saranno alla base del loro lavoro creativo all'interno della piccola congrega artistica.
Ma ogni comunità, per esistere, ha anche bisogno che accanto alle differenze sussista una certa condivisione di interessi e di intenti. A legare tra loro i quattro di The Studio sono principi come l'inattualità e il distacco dalla società, l'ossessione per la bellezza, quasi sempre avvolta in un'aura decadente e a tratti funerea, l'amore per il fantastico inteso come genere.
E a proposito di questi punti di contatto, vi è uno uno scrittore del passato che sembra riassumerli meglio di ogni altro e che, forse proprio per questo, sembra essere il solo entrato nel curriculum di tutti e quattro i nostri artisti nel percorso che dagli esordi li ha portati fino alla nascita di The Studio, sebbene in misura molto diversa per ognuno di loro: assolutamente dominante in Barry Smith, marginale in Bernie Wrightson, abbastanza significativo in Jess Jones e Mike Kaluta. Il suo nome? E' presto detto: Robert Ervin Howard.
* * *
Sappiamo come, prima di diventare Barry Windsor-Smith, Barry Smith aveva costruito tutta la propria fama sulle pagine del fumetto Marvel Conan the Barbarian. E sullo personaggio, o su altri meno noti di R.E. Howard, o ancora su personaggi anonimi a lui chiaramente ispirati, imposta anche i suoi esordi di illustratore, dalle prime stampe d'arte: The Ram and the Peacock, The Sepia Horsemen, Something Ic Waes, fino ai vari portfolio: Tupenny Conan, The Four Ages, e in particolare, come indica chiaramente il titolo, REH. Tutte opere prodotte tra il 1974 e il 1975.
Barry Windsor-Smith, Something Ic Waes (Gorblimey Press, 1974) |
E i suoi tre compagni di avventura?
Proprio nell'anno di fondazione di The Studio, il 1976, Berni Wrightson affida ai tipi della Christopher Enterprises un Conan the Cimmerian (immagine a sinistra), che uscirà come prima stampa della serie Heroic Fantasy Print*. L'interpretazione del personaggio da parte di Wrightson appare decisamente grottesca, al limite della caricatura, soprattutto se confrontata con la versione solenne che ne offre, in contemporanea, l'amico Barry Smith.
Non va inoltre dimenticato che Wrightson, nella prima metà degli anni '70, oltre ad aver prodotto disegni a tema howardiano per varie fanzine, aveva anche iniziato, e subito terminato, la sua collaborazione con la Marvel, disegnando la storia The Skull of Silence, di cui era protagonista un altro personaggio di R.E. Howard: King Kull.
In quanto a Mike Kaluta, il suo rapporto con l'opera di R.E. Howard si spinge certamente più in là rispetto a Wrightson. Ultimo dei quattro ad arruolarsi, dopo una serie di resistenze, nelle fila di The Studio, aveva già legato il suo nome a due raccolte di racconti di R.E. Howard pubblicate, rispettivamente nel 1974 e nel 1976, dalla FAX Collector’s Editions: The Lost Valley of Iskander e The Swords of Shahrazar.
Oltre alla copertina, ciascuno dei due volumi contiene, a firma Kaluta, varie illustrazioni in bianco e nero e tre illustrazioni a colori fuori testo. Delle tre pubblicate qui sotto, le prime due sono relative a due racconti del volume The Lost Valley of Iskander: The Daughter of Erlik Khan e The Lost Valley of Iskander; la terza, al racconto The Curse of the Crimson God, contenuto in The Swords of Shahrazar. Già a colpo d'occhio è facile notare il netto cambio di stile che separa il primo volume dal secondo.
Manca a questo punto, all'appello, solo Jeff Jones, che accettò l'invito di Bernie Wrightson e Barry Smith a entrare nelle fila di The Studio nella primavera del 1976, proprio nel momento in cui stava portando a termine una serie di quattordici copertine per la collana di libri di Robert E. Howard della Zebra Books. Erano, per lui, solo le ultime di una lunga serie di copertine per i paperbacks, almeno centocinquanta in tutto, concentrate però in gran parte nella fase iniziale della sua carriera, visto che Jones, almeno fino alla sua uscita dal mondo del fumetto, quando ha potuto guadagnarsi di che vivere con le storie disegnate ha sempre contemporaneamente ridotto il suo lavoro nel settore delle copertine.
Ma ha anche avuto, nel frattempo, modo di cambiare e affinare il suo approccio all'illustrazione, così che le copertine realizzate per la collana della Zebra Books risentono più dell'influenza dei grandi illustratori del passato, Newell Convers Wyeth in testa, e della pittura simbolista e preraffaellita, che di quella dei maestri del fantastico suoi contemporanei. E questo è soprattutto vero quando al centro della scena vi sono delle figure femminili, che appaiono allora come tante diverse versioni pittoriche della sua Idyl.
Jeff Jones, The Undying Wizard (front and back cover) |
Ed ecco per finire, l'elenco completo dei quattordici tascabili Zebra Books di Robert E. Howard, o ispirati al suo universo narrativo, di cui Jeff Jones ha realizzato le copertine tra il 1975 e il 1976. La data che segue i titoli è quella di edizione.
Opere di Robert E. Howard:
- The Sowers of the Thunder (Mar 1975)
- Tigers of the Sea (featuring Cormac Mac Art #1) (Maj 1975)
- Worms of the Earth (featuring Bran Mak Morn) (Jul 1975)
- A Gent from Bear Greek (featuring Breckinridge Elkins) (Sep 1975)
- The Vultures of Whapeton (Nov 1975)
- The Incredible Adventures of Dennis Dorgan (Dec 1975)
- The Lost Valley of Iskander (Jan 1976)
- The Book of Robert E. Howard (Feb 1976)
- The Iron Man (Mar 1976)
- The Second Book of Robert E. Howard (Maj 1976)
- Pigeons from Hell and other weird and fantastic adventures (Jun 1976)
- Andrew J. Offutt, Sword of the Gael (featuring Cormac Mac Art #5) (1975)
- Andrew J. Offutt, The Undying Wizard (featuring Cormac Mac Art #6) (1976)
- Karl Edward Wagner, Legion from the Shadows (featuring Bran Mak Morn) (1976)
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The Studio - Complete Comics Chronology X: September - December 1971
Puoi vedere le immagini in formato più grande cliccandoci sopra.
Barry Windsor-Smith: Cover + "The Garden of Fear"* (19 pg) Conan the Barbarian #9 - Marvel Comics group, September 1971 (Comic-book) Editor: Stan Lee Writer: Roy Thomas (adaptation from an original story by Robert E. Howard); Inker: Sal Buscema * Colored by Barry Smith w/ Mimi Gold | |
Bernard Albert Wrightson: Illustration Phase #1 - S.Q.P. Inc., September 1971 (Fanzine) Editor: Doug Foley, Sal Quartuccio | |
Jeffrey Catherine Jones: "Home" (4 pg) Phase #1 - S.Q.P. Inc., September 1971 (Fanzine) Editor: Doug Foley, Sal Quartuccio | |
Michael William Kaluta: "As Night Falls: Sally’s Song" (2 pg) Phase #1 - S.Q.P. Inc., September 1971 (Fanzine) Editor: Doug Foley, Sal Quartuccio | |
Barry Windsor-Smith: Cover* + "Beware the Wrath of Anu"** (23 pg) Conan the Barbarian #10 - Marvel Comics group, October 1971 (Comic-book) Editor: Stan Lee Writer: Roy Thomas; Inker: Sal Buscema * W/ Marie Severin (Kull vignette); ** Colored by Barry Smith w/ Mimi Gold | |
Bernard Albert Wrightson: Cover + "Things Old... Things Forgotten" (10 pg) House of Mystery #195 - DC Comics, October 1971 (Comic-book) Editor: Joe Orlando | |
Michael William Kaluta: "Trick Or Treat" (1.5 pg) House of Mystery #195 - DC Comics, October 1971 (Comic-book) Editor: Joe Orlando | |
Bernard Albert Wrightson: "There's More Than One Way to Get Framed" (9 pg) The Unexpected #128 - DC Comics, October 1971 (Comic-book) Editor: Murray Boltinoff Writer: Len Wein | |
Jeffrey Catherine Jones: "Explored" (3 pg) Imagination #1 - Imagination Publishing Co., 1971 (Fanzine) Editor: David Jablin | |
Bernard Albert Wrightson: "Conjure Woman" (3 pg) Imagination #1 - Imagination Publishing Co., 1971 (Fanzine) Editor: David Jablin | |
Michael William Kaluta: "Necromancy" (3 pg) Imagination #1 - Imagination Publishing Co., 1971 (Fanzine) Editor: David Jablin | |
Barry Windsor-Smith: Cover + "Rogues In the House"* (34 pg) Conan the Barbarian #11 - Marvel Comics group, November 1971 (Comic-book) Editor: Stan Lee Writer: Roy Thomas; Inker: Sal Buscema * Colored by Barry Smith w/ Mimi Gold | |
Bernard Albert Wrightson: Cover + Inking w/ Alan Weiss on "A Bottle of Incense -- A Whiff of the Past!" (8 pg) House of Secrets #94 - DC Comics, November 1971 (Comic-book) Editor: Joe Orlando Writer: Gerry Conway; Penciler: Alan Weiss | |
Jeffrey Catherine Jones: Assist to Dick Giordano on "Computed to Kill" (10 pg) Superman's Girl Friend, Lois Lane #116 - DC Comics, November 1971 (Comic-book) Editor: E. Nelson Bridwell Writer: Robert Kanigher Artist: Dick Giordano | |
Bernard Albert Wrightson: "Munchmo Coming" (3 pg) Swank #11/71 - Magnum-Royal, November 1971 (Magazine) Editor: Jay Fielding Writer: Vaughn Bodé | |
(From an idea of) Bernie Wrightson (and Harlan Hellison): "Night of the Reaper!" (25 pg) Batman #237 - DC Comics, December 1971 (Comic-book) Editor: Julius Schwartz Writer: Denny O'Neil Penciler: Neal Adams; Inker: Dick Giordano | |
Barry Windsor-Smith: "The Dweller in the Dark"* (16 pg) Conan the Barbarian #12 - Marvel Comics group, December 1971 (Comic-book) Editor: Stan Lee Writer: Roy Thomas * Colored by Barry Smith w/ Mimi Gold | |
Bernard Albert Wrightson: Inking on "The Blood of the Dragon"* (7 pg) Conan the Barbarian #12 - Marvel Comics group, December 1971 (Comic-book) Editor: Stan Lee Writer: Roy Thomas Penciler: Gil Kane * Only on pages 4-5 | |
Jeffrey Catherine Jones: Cover Nightmare #6 - Skywald, December 1971 (Magazine) Editors: Sol Brodsky, Herschel Waldman | |
Michael William Kaluta: "Medea" (1 pg) + "The Cosmos Strain"* (6 pg) Nightmare #6 - Skywald, December 1971 (Magazine) Editors: Sol Brodsky, Herschel Waldman * Written by Mike Kaluta as Steve Stern |
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Note
* La serie Heroic Fantasy Print continuerà e si concluderà poi con la riproduzione di un'altra opera: The Sacrifice di Mike Kaluta (indicata talvolta come Conan: the Sacrifice), che nella sua prima edizione sarà però erroneamente attribuita, dalla Christopher Enterprises, sempre a Wrightson.
L'immagine di apertura del post è di Jeff Jones ed è l'immagine di copertina (fronte e retro) di The Book of Robert E. Howard, 1976
La patria sconosciuta degli artisti è la loro straordinaria interiorità. Mi viene in mente un'altra citazione, relativa però a Nathaniel Hawthorne: una donna che lo conobbe disse di lui che nel suo animo conteneva un intero oceano e che tramite i suoi scritti a noi ne sono pervenute solo alcune gocce.
RispondiEliminaDisegni bellissimi come sempre.
Più che "nel suo animo" direi: "nella sua anima", proprio come dice Proust. L'animo è qualcosa di puramente psicologico, transitorio e mutevole, che secondo me può contenere ben poco.
EliminaGrazie e buona settimana, Ariano :-)
Quindi questa sesta parte sarebbe anche l'ultima. In effetti le riflessioni iniziali davano un po' il senso di "tirare i fili" del discorso.
RispondiEliminaNo, Marco, non siamo ancora alla fine della Section Six. Dovrò realizzare come minimo altri due post prima di poterla dichiarare conclusa. Ma potrebbero essere anche tre o addirittura quattro.
EliminaIn realtà mi piacerebbe chiuderla con un numero come il 10, anche se un po' la cosa mi spaventa.
Grazie e buona settimana anche a te :-)
Leggendo questo post e guardando queste tavole non ho potuto fare a meno di pensare a quanto mi piaceva disegnare, quanto mi faceva stare bene, quanto mi manca quella parte di me che all'improvviso ho smesso di alimentare...
RispondiEliminaGrazie, Ivano, non dico che sia indolore ma hai portato a galla qualcosa che avevo sepolto, ingiustamente, persino troppo bene.
Probabilmente anche tu, come me, ti sei imbattuta in passioni per te più essenziali di quella del disegno, Clementina, altrimenti credo ti sarebbe stato del tutto impossibile lasciarla andare.
EliminaGrazie mille per il commento e a presto :-)
Certamente è così, caro Ivano!
EliminaA ogni modo, anch'io ci tenevo a dirti che questi tuoi post sono un'assoluta meraviglia: bravissimo *__*
Faccio il copia-incolla di quel che ho scritto sotto a Ferruccio? Ma no! Ti ringrazio e basta *__*
EliminaA presto!
Questi post bruciano l'anima e trasudano di profonda cultura. Mi vergogno a commentare
RispondiEliminaUrka, Ferruccio! Se scrivi così poi mi fai sentire sovrastimato. In ogni caso, grazie mille per il passaggio e le bellissime parole *__*
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