Insieme raccontiamo 33 - No, non "quel" Carter
Dopo una nuova breve pausa mi rifaccio vivo su Insieme Raccontiamo, questo mese grazie anche a un incipit di Patricia Moll particolarmente stuzzichevole. Lo trovate, d'obbligo, più avanti in questo post, oltre che, altrettanto d'obbligo, sul blog Myrtilla's House, nel secondo caso insieme a una foto diversa da quella da me utilizzata. Devo infatti confessare di avere per una volta bellamente ignorato sia il limite delle parole (ho superato di alcune decine le 300) sia il suggerimento fotografico, cosa di cui mi scuso fin d'ora con Patricia. Temo inoltre, come se non bastasse, che il mio contribuito possa, stavolta più che mai, apparire incomprensibile ai più (sebbene sono sicuro non a tutti). Per questo ho anche ritenuto opportuno aggiungere, in chiusura di post, alcune righe di spiegazione.
#insiemeraccontiamo
#raccontibrevi
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* * *
L'incipit di Patricia Moll
Alzò gli occhi al cielo. Era diventato tutto nero d’improvviso. Quello che fino a pochi minuti prima era uno zaffiro trasparente e lucente ora pareva pece, come se qualcuno avesse rovesciato pittura nera.
Una giornata di gennaio con parecchi gradi sottozero era diventata notte di colpo.
Fu allora che…
Una giornata di gennaio con parecchi gradi sottozero era diventata notte di colpo.
Fu allora che…
Il mio finale (373 parole)
…capì di essere morto.
Ma tutto quel che si racconta su ciò che succede dopo? Dov’era il tunnel di luce? E i milioni di farfalle colorate? E la suprema beatitudine?
Faceva ancora freddo, invece. Perfino più di prima. E lo circondava sempre una tenebra assoluta.
Almeno finché non cominciarono a spuntare le stelle, sopra e intorno a lui. Dapprima poche e isolate, si riunirono pian piano in tracciati di costellazioni che gli erano solo in parte familiari. Avrebbe così detto di trovarsi a una grande altezza, come ebbe la conferma subito dopo, quando si accorse di essere trasportato in volo da qualcosa ai suoi occhi invisibile ma il cui battito d’ali membranose incrinava il silenzio per il resto assoluto.
Qualunque cosa fosse quella creatura, sembrava comunque dirigersi senza esitazioni verso una particolare fonte luminosa, di cui lui poteva solo dire con certezza che non era una stella, poiché le sue proporzioni aumentavano a ogni istante. La paragonava piuttosto alla luce di un faro che splendesse giallastra lontano nella notte.
Ma ben presto cominciò anche a delinearglisi davanti il nero profilo di una possente costruzione: una torre sul cui contorno cilindrico si rifletteva l'argento delle costellazioni. Era quasi dalla sua sommità che si originava la luce misteriosa, incastonata nella parete di basalto come un occhio sulla fronte di uno smisurato ciclope.
Si trattava, in realtà, di una finestra dalle forme sghembe, attraverso il cui intaglio risplendeva la luce di un fuoco che ardeva in una stanza. Ma questo dettaglio lui lo afferrò vagamente solo quando si trovò a varcarla insieme al suo accompagnatore invisibile.
Trovò ad accoglierlo, all'interno del locale, un’alta figura avvolta in una tunica gialla dai rossi ricami, sul cui volto era posata una maschera di seta, sempre di colore giallo. Fu con voce stentorea che si rivolse al visitatore:
“Bentornato, Carter, nella tua nuova, eterna dimora. Mica avrai creduto di poterci eludere per sempre, con quel tuo sogno infantile della Città del tramonto?”.
Al che l’ometto, che non aveva capito un bel niente di quel che gli era stato appena detto, si guardò intorno perplesso per alcuni istanti, prima di decidersi a replicare alla figura mascherata:
“Stanislao Moulinsky, presumo… in uno dei tuoi consueti travestimenti. Davvero, non mi aspettavo che ti avrei avuto tra le scatole anche dopo morto!”.
Nota esplicativa: Come alcuni di voi si saranno certo accorti, questo mio scherzetto prende le mosse dal romanzo breve di Howard Phillips Lovecraft, La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath, di cui ho utilizzato in totale libertà alcuni elementi narrativi. Il suo protagonista, Randolph Carter, appare anche in altri quattro racconti del Ciclo dei Sogni, ciclo che si diversifica dal resto della produzione dello scrittore americano per l'accentuato lirismo di almeno parte delle descrizioni. Non posso ovviamente sapere se il solitario di Providence avrebbe o no apprezzato un simile stravolgimento dei suoi temi e delle sue atmosfere, ma non sarei neanche pronto a giurare che in fondo in fondo, sotto la spessa scorza del pessimista cosmico, non si nascondesse in realtà un gran burlone.
Mentre "l'altro Carter", ossia il Carter del mio intervento, è, naturalmente, l'inossidabile Nick Carter, principale protagonista della memorabile trasmissione televisiva del 1972 Gulp! i fumetti in TV.
Ma tutto quel che si racconta su ciò che succede dopo? Dov’era il tunnel di luce? E i milioni di farfalle colorate? E la suprema beatitudine?
Faceva ancora freddo, invece. Perfino più di prima. E lo circondava sempre una tenebra assoluta.
Almeno finché non cominciarono a spuntare le stelle, sopra e intorno a lui. Dapprima poche e isolate, si riunirono pian piano in tracciati di costellazioni che gli erano solo in parte familiari. Avrebbe così detto di trovarsi a una grande altezza, come ebbe la conferma subito dopo, quando si accorse di essere trasportato in volo da qualcosa ai suoi occhi invisibile ma il cui battito d’ali membranose incrinava il silenzio per il resto assoluto.
Qualunque cosa fosse quella creatura, sembrava comunque dirigersi senza esitazioni verso una particolare fonte luminosa, di cui lui poteva solo dire con certezza che non era una stella, poiché le sue proporzioni aumentavano a ogni istante. La paragonava piuttosto alla luce di un faro che splendesse giallastra lontano nella notte.
Ma ben presto cominciò anche a delinearglisi davanti il nero profilo di una possente costruzione: una torre sul cui contorno cilindrico si rifletteva l'argento delle costellazioni. Era quasi dalla sua sommità che si originava la luce misteriosa, incastonata nella parete di basalto come un occhio sulla fronte di uno smisurato ciclope.
Si trattava, in realtà, di una finestra dalle forme sghembe, attraverso il cui intaglio risplendeva la luce di un fuoco che ardeva in una stanza. Ma questo dettaglio lui lo afferrò vagamente solo quando si trovò a varcarla insieme al suo accompagnatore invisibile.
Trovò ad accoglierlo, all'interno del locale, un’alta figura avvolta in una tunica gialla dai rossi ricami, sul cui volto era posata una maschera di seta, sempre di colore giallo. Fu con voce stentorea che si rivolse al visitatore:
“Bentornato, Carter, nella tua nuova, eterna dimora. Mica avrai creduto di poterci eludere per sempre, con quel tuo sogno infantile della Città del tramonto?”.
Al che l’ometto, che non aveva capito un bel niente di quel che gli era stato appena detto, si guardò intorno perplesso per alcuni istanti, prima di decidersi a replicare alla figura mascherata:
“Stanislao Moulinsky, presumo… in uno dei tuoi consueti travestimenti. Davvero, non mi aspettavo che ti avrei avuto tra le scatole anche dopo morto!”.
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Nota esplicativa: Come alcuni di voi si saranno certo accorti, questo mio scherzetto prende le mosse dal romanzo breve di Howard Phillips Lovecraft, La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath, di cui ho utilizzato in totale libertà alcuni elementi narrativi. Il suo protagonista, Randolph Carter, appare anche in altri quattro racconti del Ciclo dei Sogni, ciclo che si diversifica dal resto della produzione dello scrittore americano per l'accentuato lirismo di almeno parte delle descrizioni. Non posso ovviamente sapere se il solitario di Providence avrebbe o no apprezzato un simile stravolgimento dei suoi temi e delle sue atmosfere, ma non sarei neanche pronto a giurare che in fondo in fondo, sotto la spessa scorza del pessimista cosmico, non si nascondesse in realtà un gran burlone.
Mentre "l'altro Carter", ossia il Carter del mio intervento, è, naturalmente, l'inossidabile Nick Carter, principale protagonista della memorabile trasmissione televisiva del 1972 Gulp! i fumetti in TV.
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L'immagine di apertura del post è: Sunset. Providence, RI by Tenchiro
E però avrebbe dovuto rispondere: "Ebbene sì maledetto Carter, hai vinto anche stavUlta!" :-D
RispondiEliminaI mitici cartoni in tivvù di SuperGulp! Me li ricordo bene, quelli sì che erano tempi in cui la televisione si guardava volentieri, a differenza di oggi...
Eh, sarebbe in effetti un bello shock per i lettori di Lovecraft scoprire che l'Innominabile altro non è, sotto la maschera, che Stanislao Moulinsky e che Randolph Carter era in origine vittima di uno scambio di persona con Nick Carter ;D
EliminaA quei tempi la televisione si guardava più volentieri perché era ancora una presenza relativamente discreta nelle nostre vite. La nascita dei canali privati è stata una vera catastrofe nazionale.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGrande Ivano.
EliminaI tuoi 'insieme raccontiamo' sono sempre particolari e divertenti, grazie alla grande conoscenza che hai del mondo dei fumetti, e non solo.
Cri
Grazie del gradimento, Cristiana :-)) Ma dove eri sparita? E' da una vita che non vedo più tuoi post in giro :O
EliminaAl solito posto Ivano, ma grazie per l'interessamento.
EliminaNon ti sgrido se hai sforato, tranquillo :)
RispondiEliminaCome sempre i tuoi finali hanno quel tocco particolare. Questo non ti smentisce. Ci sei tu dentro con la tua cultura e con l'ìironia tipica fiorentina.
Mi piace! Bentornato! :D)
ps il Carter di Lovecraft non lo conosco ma quello di Supergulp sì.... eccome!!!
Grazie per il gradimento del raccontino, Patricia... e per la tolleranza ;D
EliminaP.S. Ieri sera sul tardi (perché non ho avuto tempo subito dopo la pubblicazione, come cerco di fare di solito) mi sono messo a ritoccare il raccontino per migliorarne lo stile, così che è anche diminuito di tre parole, passando da 376 a 373. Ti chiedo quindi di inserire nel riepilogo la versione che vedi adesso e non quella che hai trovato qui ieri al tuo arrivo.
Va beh, Ivano. Farò sto sacrificio :) però ti avviso. Fiorentina e chianti eh in cambio ahahahahahahah
EliminaPer la fiorentina puoi provare con le inserzioni dei giornali... magari ce ne è una disposta a trasferirsi dalle tue parti. Per il Chianti, invece, mi sa che devi venire tu a visitarlo...
EliminaVedo che alla fine hai partecipato anche tu con un bellissimo racconto. Onirico, riesci sempre a divincolarti con maestria tra il genere fantasy e l'horror, alla maniera del più fedele fan di Lowecraft.
RispondiEliminaComplimenti Ivano! Un salutone!!!
Chi si rivede! Bentornato, Giuseppe! Ma il tuo è un ritorno da commentatore puro o hai anche rimesso in funzione il blog?
EliminaE grazie mille per i complimenti. Un salutone altrettanto!
Sono ritornato, finalmente. Possiamo dire terminato l'anno sabbatico. E sono qui. Il mio blog? Ripartito anche lui!!!
EliminaBuono a sapersi. Allora, appena possibile, passo a ricambiare la visita.
EliminaBellissimo, ottima prova. Forse tra le migliori, a mio parere. Magari sono influenzato dalla citazione. Bravissimo.
RispondiEliminaGrazie infinite, Massimiliano. Anche per la ricondivisione.
EliminaNon essendo più presente ogni mese come prima, ho perso ormai il conto del numero dei miei finali, comunque sì, mi sento anch'io di collocare questo nella mia personale Top Ten di Insieme Raccontiamo.
E l’ultimo chiuda la porta! :D
RispondiEliminaUn finale intrigante e burlesco che ho molto apprezzato.
Grazie mille dell'apprezzamento, Clementina :-)
EliminaMagari, chissà, il cinesino stavolta avrà detto, vista la situazione, "e l'ultimo chiuda il coperchio!".
Pensa che fino all'ultimo ero convinto che il Carter di cui parlavi fosse il barsoomiano. ;)
RispondiEliminaDavvero? Eppure gli indizi erano molti: la torre di basalto, il sacerdote con la maschera gialla, il sogno della Città del tramonto...
EliminaDiciamo che l'originalità e il crossing-over sono due tue caratteristiche costanti...
RispondiEliminaTi ringrazio per le belle parole, Marco.
EliminaA presto! (Sono due giorni che tra colpo di stato presidenziale e adeguamento al GDPR non riesco a visitare un solo blog, ma spero da domani di rimettermi in carreggiata).
Bellissima la scrittura, come sempre del resto. Il finale mi ha un po' spiazzato, devo ammetterlo, perché immaginavo che Carter sarebbe stato trasportato in un luogo di tormenti dalla creatura provvista di ali membranose. Anche la finestra sghemba mi ispirava parecchio. Grazie anche per la postilla con i riferimenti a Lovecraft. :)
RispondiEliminaGrazie infinite, Cristina :-))
EliminaSenza postilla, poi, sarebbe stato praticamente impossibile capirci qualcosa per i non lovecraftiani!
Ciao.
RispondiEliminaHo letto due volte questo tuo racconto , la seconda volta con coscienza delle note che avevi riportato e la visione è stata abbastanza cinematografica.
Grazie per avermi fatto ricordare Supergulp!!!
Da ragazzino aspettavo sempre con impazienza le puntate dei cartoni dei F.Q che erano sempre poche rispetto a quelle che dedicavano all’Uomo ragno.
O ai veri Fumetti in Tv come Mandrake o Corto Maltese.
Nick Carter non mi è mai stato particolarmente simpatico preferivo Alan Ford e il suo gruppo TNT.
Però come si dice buona la prima.
La prima volta che ho letto il tuo racconto ho pensato alla gente che si risveglia dal coma.
La luce , il tunnel ecc.
Sembrava il racconto di uno che si stava risvegliando da quello che chiamano il non sonno.
Complimenti
Ciao Max! E grazie per il bel commento!
EliminaSai che credo di non averlo mai visto "Supegulp!"? Il mio raccontino è infatti riferito al "Gulp!" del 1972, programma dei cui personaggi per la verità mi è rimasto impresso solo Nick Carter. Si vede che gli altri non mi piacevano...
Riguardo alle frasi iniziali, quelli che ho citato sono tutti elementi tipici delle esperienze cosiddette di pre-morte, cioè dei racconti di gente ritornata nel mondo dei vivi dopo un assaggio di aldilà.
Grazie dei complimenti!
Mi avete istruita talmente bene con gli Yellow Mythos e la letteratura lovecraftiana che ne avevo annusato la presenza prima ancora che la confermassi in parte nella nota. Comunque mi è piaciuta molto la tua ‘conclusione’!
RispondiEliminaIn effetti, il piano mio e di TOM comincia a dare i suoi frutti e i discepoli dei Grandi Antichi si moltiplicano a vista d'occhio...
EliminaScherzi a parte, grazie per avere apprezzato la mia 'conclusione', Alessia. Rimane il mistero di come abbiano fatto a prendere un Carter per un altro, ma questo lo lascio all'immaginazione dei lettori ;-D
Non ho letto il romanzo di Lovecraft che citi perché io con Lovecraft non vado molto d'accordo. Comunque il tuo racconto mi è piaciuto!
RispondiEliminaPeccato per Lovecraft, Kukuviza... Ma grazie mille per aver gradito!
EliminaSenti un po' come la lettura del tuo racconto mi ha decisamente condizionato. Poco dopo averlo letto, ne ho letto un'altro che iniziava con il protagonista che si beccava una pallottola e poi partiva la narrazione di cosa era successo. Solo che io mi ero fissata che sto tipo veniva ucciso dalla pallottola, perché il tuo incipit ancora mi frullava per la testa, per cui mi aspettavo che alla fine del racconto il protagonista venisse ucciso. Invece no, e non riuscivo a capacitarmi, solo dopo mi sono resa conto che avevo mischiato mentalmente i due racconti!
EliminaPoteva andarti peggio. Per esempio, se sognavi di essere trasportata in volo da un essere invisibile fino a una lontana torre di basalto...
EliminaNOooooooooo!!!Non suggestionarmi!!!:D
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