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Insieme raccontiamo 24: Cervo e Serpente




Insieme Raccontiamo compie due anni. E Patricia Moll celebra prorogando la scadenza del gioco al 10 settembre e lasciando libertà di lunghezza. Ma potrete meglio soddisfare ogni curiosità al riguardo abbeverandovi direttamente alla fonte, cioè al consueto post di lancio dell'iniziativa. Di lì proviene la bella foto in alto e sempre lì, lo ricordo ogni volta, troverete le prove di tutti gli altri partecipanti (in attesa del consueto riepilogo generale).



#insiemeraccontiamo
#scritturebrevi


Venendo ora alla mia di prova, stavolta il mio seguito è stato segnato fin dal primo momento in cui ho letto l'incipit di Patricia. Con quell'immagine del cervo che scappa e del serpente che attacca non potevo infatti non pensare alla poesia di Kenneth Patchen The Deer and the Snake, che ho deciso perciò di farvi entrare a ogni costo anche se non avevo idea di come. Alla fine ne sono comunque venuto a capo, in un modo o nell'altro.


* * *


L'incipit di Patricia


Ci son strade che portano ovunque
Ci sono incroci che portan lontano
Ma quando vedrai
un cervo che scappa
un serpente che attacca
e di un uomo le gambe soltanto
saprai che sotto al varco dovrai passare
e il pericolo andare ad incontrare.


Ok! Poteva andare bene e incominciò a spedire gli inviti.


Il mio finale (333 parole)


I destinatari erano tutti i suoi ex studenti di cui era riuscita a rintracciare l’attuale recapito. Voleva vedere se qualcuno di loro si sarebbe fatto vivo con lei.
Attese un mese intero, poi ricevette finalmente una lettera di risposta.
Aprì la busta con trepidazione, spiegò il foglio A4 battuto a macchina e cominciò a leggere.


Cara prof,
è vero, come lei scrive, che la vita è piena di incroci e strade che ci portano lontano, soprattutto gli uni dagli altri. Mi è tuttavia bastato leggere la sua lettera per tornare con la memoria ai giorni della scuola e alla sua passione per gli indovinelli e l'enigmistica. Ci ho messo un po’ di più a capire che il cervo che scappa e il serpente che attacca sono riferimenti a una poesia che ci fece imparare a memoria nell’ora di inglese. Per fortuna ho ritrovato il vecchio quaderno del liceo dove vi è trascritta la mia prova di traduzione di allora. So che non le dispiacerà se la riporto qui per intero:

Umile è la cerva, amabile come Dio l’ha creata
La guardo negli occhi e penso alle meraviglie che han catturate 

Misteriosi preti penetrano la cattedrale della foresta
E Sette Marie mondan loro le mani perché riescano a catturarla

Pronto alla fuga il suo zoccolo, aguzze le orecchie
Dalle punte frementi come cime di foglie

Ma il serpente colpisce, in un arco di velluto
Come un lampo - bello e assassino

Simile a acqua di montagna a cui un cerbiatto si abbeveri
Per fermarsi là, per sempre, mentre il veleno lavora

Intanto io sono qua, a contare le braccia della tua Croce
E penso a quanti Cristi vi potrebbero stare appesi, tra le lacrime.
*

Ma l’uomo di cui si vedono le gambe soltanto? Mi sono fatto una mia idea al riguardo, ma qui si entra davvero nell'esoterico e amerò discuterne con lei di persona, poiché verrò certamente a trovarla come desidera, cara professoressa Patricia.

Il suo sempre devoto allievo,

* * * * *    * * * * *


* * *


Ma ritengo anche doveroso, a questo punto, apporre in chiusura del post una breve nota su Kenneth Patchen, questo dalle nostre parti (ma non solo) sconosciuto.




Kenneth Patchen (1911-1972) fu poeta, romanziere, autore di teatro, pittore e performer di readings jazzistici. Di estrazione operaia, abbandonò presto gli studi regolari per dedicarsi alla scrittura e a lavori saltuari. Molto apprezzato, tra gli altri, da Henry Miller, è da taluni annoverato tra i precursori del beat, movimento a cui si accostò negli anni '50 senza però entrarvi a far parte. Anche a causa di una malattia invalidante alla spina dorsale che lo costrinse, da un certo momento in poi, a una vita da recluso, sebbene addolcita dalla presenza costante al suo fianco della moglie Miriam.


Biglietto d'invito a una mostra di acquerelli di Henry Miller e
Kenneth Patchen alla Gotham Book Mart & Gallery, 16-18 aprile 1971


Aggiungo inoltre un estratto dalla voce dedicatagli dalla Enciclopedia Treccani online:
Gli scritti di P., caratterizzati da una completa libertà di forma, comprendono generi diversi, come la satira, la poesia metafisica e d'amore. Sostenuta da una forte spinta sperimentale e ancorata alla realtà sociale contemporanea, la poesia di P. ignora scuole e movimenti, dando voce a una sensibilità ribelle e visionaria che ha spesso toni d'intenso lirismo.




E termino con le parole che gli ha dedicato il jazzista Charles Mingus nella sua autobiografia, Peggio di un bastardo:
Ho lavorato spesso con un poeta di nome Kenneth Patchen. Vestiva la sua giacca scarlatta mentre stava seduto su uno sgabello su un piccolo palco in un teatrino della Quattordicesima. Noi improvvisavamo mentre lui leggeva le sue poesie, ed erano davvero nuove e affascinanti. Patchen era un vero artista.




* * *


* Kenneth Patchen, The Deer and the Snake. Collected Poems (1939). Traduzione mia.

Commenti

  1. Wow! Che finale colto! Ho imparato qualcosa di nuovo stasera.
    Bravo allievo Landi! Promosso a pieni voti!
    😊😊😊😊 grazie e buonanotte!
    Domani aggiorno il rirpilogo

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    1. Grazie e te per l'incipit, che mi ha anche permesso di dedicarmi a tradurre Patchen, un'impresa che non avevo neanche mai accarezzato con il pensiero.
      Rispondo ora che siamo ormai alle soglie dell'11... e dell'apocalisse blogghica ;D

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    2. L'apocalisse...addirittura? No, nientr di cosi tragico. 😊

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  2. Confesso che non conosco l'autore che citi, ma tu sai sempre come stupirci!
    Un finale ricercato :)
    Bella prova!
    Buona notte.
    Marina

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    1. Non so cosa ci sia di tradotto di Patchen in Italia, a parte il suo romanzo "Memorie di un pornografo timido". Forse niente. Normale che non sia conosciuto.
      Grazie mille per le tue parole di apprezzamento, Marina.
      A presto

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  3. Un ottimo pretesto per fare conoscere la poesia di un autore poco conosciuto.
    Grazie per avercelo presentato.
    (Senza dire che l'incipit di Patricia sembrava proprio fatto apposta. 😉)

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    Risposte
    1. Grazie a te per l'interesse, Marina. In realtà ho anche cercato un modo per collegare la poesia al seguito dell'incipit di Patricia, ma l'impresa si preannunciava come titanica se non addirittura impossibile. Meglio rimandare tutto all'incontro a quattrocchi con la prof ;-)

      Elimina
  4. Bello il tuo proseguimento Ivano, hai saputo inserire la poesia a te cara perfettamente nel contesto del racconto! Bello anche il seguito sulla vita dell'autore che non conoscevo (mi scopro sempre più ignorante ...) buona domenica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah ah! Patchen non è esattamente un autore che si incontra dietro l'angolo, Giulia. Io l'ho conosciuto grazie a due circostanze favorevoli: l'intermediazione del mio Henry Miller e un minimo di interesse per la poesia beat. Adesso comunque non è più un perfetto sconosciuto neanche per te ;-)
      Grazie mille del gradimento ^__^

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  5. Avevo annusato Patchen, ma pensavo di aver sbagliato!
    Grazie per avermelo ripoerato alla mente.
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
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    1. Anche tu appassionata di poesia beat? O hai seguito altre strade?
      Grazie a te del commento, Francesca. Un abbraccio altrettanto.

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  6. Kenneth Patchen, un poeta meraviglioso ma poco conosciuto. Chissà perché!

    Questa poesia è una delle mie preferite:

    LA VENTITREESIMA STRADA VA VERSO IL PARADISO
    Stai alla finestra come le luci si accendono
    per la strada. Altrove un tram, che porta
    commesse e impiegati a casa, cigola in questa
    sera prima del Sabbath. Un gatto nel cortile piange
    per aver trovato chiusa l’immondizia; gli strilloni
    iniziano il loro giro omicidio-a-penni.
    Siamo al chiuso, per un po’ al sicuro, salvi fino
    a domani. Togli il vestito, levi
    le calze, attenta a non smagliarle. Ora, nuda,
    soffice luce su soffice carne, ti fermi
    un attimo; ti giri e mi guardi –
    sorridi come sanno solo le donne
    che a lungo rimangono distese con i loro amanti
    e se ne son fatte più verginali.
    La cena è povera ma stiamo così bene.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo è un destino comune a molti poeti, cara Ofelia. Pare non ci sia abbastanza spazio per tutti.
      Uhm... una traduzione italiana di 23rd Street Runs Into Heaven? Ma chi è il traduttore? Non capisco molto il perché di quel "murder-into-pennies" tradotto in quel modo così indecifrabile.

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  7. Come sempre ogni tuo post, anche la conclusione dello spunto narrativo proposto da Pat, si trasforma in una perla di erudizione :-)

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    Risposte
    1. Be' dai, facciamo quasi sempre, anzi spesso, anzi... ;-D
      Grazie del mega-complimento Ariano. A presto!

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  8. Grazie di questa splendida proposta, riesci sempre a stupirci! E dalle parole del jazzista Charles Mingus trapela non soltanto una grande stima nei confronti di Patchen, ma anche la meravigliosa prova di come le arti siano come vasi comunicanti.

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    Risposte
    1. Grazie del tuo commento, Cristina! Pensa che io l'autobiografia di Charles Mingus la comprai subito alla sua uscita nelle librerie. In quegli anni era uno dei miei jazzisti preferiti. Però il nome di Patchen mi scivolò subito via dalla memoria, probabilmente l'istante dopo averlo letto. Lo avrei riscoperto molti anni dopo, per altre vie. Non è escluso che ci faccia un post ;-)

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  9. Davvero sopraffino il tuo finale questa volta, Ivano! :)
    Per restare in tema, ricordiamo però che ai crocicchi a mezzanotte si poteva trovare il Diavolo, e in altro orario le streghe, quindi meglio fare attenzione perché poteva trattarsi della Caccia Selvaggia! :D

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    1. Grazie mille, Marco!
      Ottimo spunto in effetti il tuo. Si vede che lo storytelling ce l'hai nel sangue... e che non sei intossicato ;-)

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  10. Ivano, non finisci mai di stupire e di renderci partecipi di cose belle. La poesia è azzeccatissima e capisco che l'incipit di Patricia te l'abbia ricordata. Grazie per averla tradotta per noi e nel mio caso di avermi fatto conoscere ancora una volta un personaggio (in questo caso un poeta) e una storia che non conoscevo.

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    Risposte
    1. Grazie a te per avere apprezzato il mio esperimento di fusion, Anna Maria. A presto :-))

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  11. Bellissimo il finale *_* Si troverà Patchen tradotto? Forse no... domani faccio ricerca web. Bella anche la citazione finale nell'immagine.
    E sono pure decisa a recuperare l'autobiografia di Mingus, da appassionata di jazz *_*

    Ciao Ivano, latito ma non dimentico ;) e pian piano recupero :D

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    1. Grazie Glò! *__*
      Di Patchen credo esistano in italiano solo le traduzioni di un paio di romanzi, ma dovrebbero essere fuori catalogo. Peggio di un bastardo di Mingus è stato invece ristampato di recente quindi non dovresti avere problemi a trovarlo.
      Anch'io continuo a seguire all'incirca tutti ma molto al rallenty. L'estate è stata sovraccarica di cose e ho speso molte energie, per cui in questo periodo ho la modalità bradipo attivata -__-

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  12. Non c'è che dire, ti sei superato. Adoro il riferimento all'alunno che scrive alla prof, per ovvie ragioni. :)

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    Risposte
    1. Addirittura superato, Luz? Grazie! Anche se personalmente mi sono piaciuto di più in raccontini come L'occhio dal profondo, Occhi gialli o Cenere alla cenere, tanto per citare tre dei più recenti ;-)

      Elimina

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