Solve et Coagula - Pagina 158
Parte II - Capitolo 3/1
Massimo passò buona parte delle ore successive alla partenza
da Woolpit a maledire dentro di sé il momento in cui aveva acconsentito a
mettersi nelle mani di Paula Susi. Dopo aver cenato, secondo programma, in un ristorante tipico della cittadina, i due avevano preso un
taxi fino alla stazione di Cambridge, per poi salire su un treno diretto
alla stazione londinese di King's Cross. Dopodiché, sempre secondo
programma, avevano preso la coincidenza per Dover. Solo strada facendo Massimo aveva avuto modo di scoprire
che l'affermazione di Paula, sul passare la notte nella
cuccetta di un vagone letto, era stato qualcosa di detto così per dire, mentre la realtà era molto diversa. Da lì a Dover li attendevano ancora due cambi, il primo alla
stazione di London Bridge, dove presero un treno per Gillingham, nel Kent. Vi arrivarono che erano le due di notte.
«Siamo più o meno a metà strada» gli spiegò lei.
Ma era un’altra affermazione che si prestava a un'interpretazione libera. Vera nel senso della distanza chilometrica, ma se si metteva a
confronto il tempo che avevano impiegato a coprire la prima metà del percorso
con quello che sarebbe loro servito per arrivare a destinazione, allora si ottenevano
due risultati contrastanti. Da un lato, il tempo che rimaneva loro da trascorrere sul treno per arrivare a Dover era effettivamente di un’ora e mezzo scarsa - quindi la metà o anche meno
di quello che avevano impiegato per venire da
Cambridge - ma, dall’altro, non sarebbero arrivati a destinazione prima di altre cinque
ore. Il che si traduceva, in soldoni, in tre ore e mezzo di attesa nella sala di aspetto di Gillingham.
Era una prospettiva che non sembrava minimamente turbare Paula, che doveva del resto averla avuta presente fin dall'inizio nonostante se la fosse tenuta per sé, ma Massimo - che in un altro momento avrebbe senza dubbio reagito con tuto lo stoicismo di cui era capace, dato che aveva attraversato di peggio e non si era mai tirato indietro né
lamentato più del necessario - era affranto alla sola idea. Con il
morale sempre più a terra, e il fisico sempre più a pezzi, avrebbe fatto volentieri ritorno nel letto di ospedale che si era lasciato alle spalle meno di una settimana prima piuttosto che dover continuare a sonnecchiare sul sedile di un treno in corsa o sulla scomoda panca di una
sala d’aspetto. Per non parlare della nostalgia che provava per il suo vecchio, caro
sacco a pelo, che non avrebbe mai più rivisto in vita sua.
Riguardo infine alla presenza con lui della sua enigmatica accompagnatrice, da un lato ne era gratificato, ma dall’altro continuava a viverla come ansiogena. Con tutto quel suo giocare a fare la misteriosa, non sapeva ancora perché avesse voluto
coinvolgerlo in quel viaggio, e neanche quale fosse la
loro destinazione finale. Tutto quello che era riuscito a strapparle era che dal
porto di Dover avrebbero preso un traghetto per Calais, e
dall’Inghilterra
si sarebbero spostati in Francia. Era dunque l’Italia la loro
meta? Ma se era così,
perché non lei non lo dichiarava apertamente, invece di insistere su quel “una cosa alla
volta” che dava a Massimo la sgradevole sensazione di non avere più nessun controllo sul suo presente
né, tanto meno, sul suo futuro? In più, come se non fosse abbastanza, si trovava a dover convivere sia con l'imbarazzo creatogli dalla scelta di Paula di farsi carico di tutte le spese di viaggio, sia con lo sforzo costante di non costruirsi aspettative su di lei che temeva avrebbero anche potuto rimanere inesaudite. Ma, almeno su questo secondo punto, si poteva dire che la partita fosse per lui persa in partenza.
Quindi Massimo non sa dove sta andando nè quando ci arriverà perchè con Paula è possibile qualunque eventualità, anche un cambio di rotta.... uhm... mi sa che avrebbe fatto meglio a tornare in Italia da solo ma Ivano cosa avrebbe scritto poi? :))
RispondiEliminaSono convinta comunque he ne leggeremo ancora delle belle :)
Puoi giurarci, Patricia. Le intenzioni nascoste di Paula sono davvero molto particolari ;-)
EliminaA presto!
Mi avresti deluso atrimenti ahhahahahah
Eliminaciaooo
Ecco, riprendiamo il viaggio di Massimo! In effetti non avevo pensato a un'attraversata verso il continente :O
RispondiEliminaContrariamente a quel che avevo detto nel post "Anno Quarto" ho deciso di passare subito al terzo capitolo e riprendere quindi in mano le vicende di Massimo e Paula. La Normandia è la prossima tappa del duo, poi chissà ;-)
EliminaA presto, Glò!
Eccomi, mi sono portata in pari con le ultime due puntate. :-) Quasi mi ero dimenticata di Massimo in balia della misteriosa Paula, tutta presa dalle vicende di Luisa. Chissà, magari lei lo sacrificherà gettandolo sotto le rotaie del treno, ehehe... Però poi lui non potrebbe più diventare il padre di Luisa. Staremo a vedere!
RispondiEliminaP.S. Ti segnalo un piccolo refuso sul nome della stazione: King's Cross.
Non era un refuso. Avevo proprio in mente Kings Cross. Penso a causa del distretto di Sydney, in Australia, con quel nome.
EliminaHo visto che è arrivato Murakami atto II. Appena possibile passo a vedere ;-)
Il ritorno di Massimo in viaggio verso l'Italia o chissà dove insieme a Paula...
RispondiEliminaEh, già... e tra alcune pagine sapremo quale è la vera meta. Grazie e a presto, Giulia :-)
EliminaVedo che siamo tornati a Massimo...
RispondiEliminaMa lui e Luisa si incontreranno prima o poi?
Be', Massimo è destinato a diventare il padre di Luisa l'anno successivo agli avvenimenti qui narrati, quindi si può dire che l'incontro sarà inevitabile ;-)
EliminaNon avevo capito che Massimo era il padre di Luisa!
EliminaNon posso dirmi stupito perché capisco bene come non sia facile seguire una storia pubblicata in questo modo e per di più formata, nella parte II, da due storie parallele che si svolgono in tempi diversi (2013 e 1985).
EliminaIl finale della prima parte comunque presentava un lungo colloquio tra Luisa e suo padre Massimo, in cui quest'ultimo raccontava alla figlia una parte della sua esperienza in Inghilterra dell'estate del 1985. La parte relativa alle vicende di Massimo e Paula inizia appunto da dove si era interrotto il racconto di Massimo a Luisa.
Inoltre le vicende del 1985 servono a spiegare, almeno in parte, perché Luisa si trovi a vivere, nel 2013, quella interminabile serie di casini ;-)