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Trilogia delle Madri /6 - Le origini: dal Triangolo Magico al Triangolo di Plutarco (Re-edit)




Nota: Questo non è il mio primo re-edit, ma i precedenti riguardavano tutti articoli di vecchia data, la cui forma e contenuto, a distanza di anni, non mi soddisfacevano più del tutto. In questo caso mi trovo invece a dover fare i conti con un articolo pubblicato appena il giorno prima, a causa di una mia ricostruzione ipotetica di un brano che è stata poi smentita nei commenti da parte di un amico blogger. La prima parte di questo post si è così trasformata nel resoconto, passo dopo passo, proprio di questo evento di ricostruzione e smentita. Ho lasciato invece immutata la metà successiva del post, quella dedicata a Plutarco.

* * *

Viaggiammo in lungo e largo per l’Europa, sulle tracce del film che stavamo scrivendo insieme. Studiammo i testi esoterici e alchemici più famosi dell’Ottocento e dei primi decenni del Novecento, scandagliammo le teorie di Rudolf Steiner, visitammo cattedrali che odoravano d’incenso, biblioteche che sapevano di muffa e molti luoghi considerati «maledetti». Raccogliemmo numerose testimonianze di presunte streghe, negromanti o di gente che aveva assistito a fenomeni paranormali nel cosiddetto «triangolo magico» - la zona al confine tra Svizzera, Germania e Francia.
Così si trova scritto a pagina 196 di Paura, la notevole autobiografia di Dario Argento curata da Marco Peano e pubblicata da Einaudi nel 2014. Oggetto del discorso è il viaggio attraverso l'Europa compiuto da Argento e l'attrice Daria Nicolodi, all’epoca moglie del regista, in preparazione del film sulle streghe che sarebbe poi diventato, con il titolo di Suspiria, il primo capitolo della Trilogia delle Madri. Il nome di Daria Nicolodi, a detta di Argento una vera esperta di occultismo, figurerà poi accanto a quello del regista nell'accredito della sceneggiatura del film.

Dal film Suspiria (Dario Argento, 1977).


Ma devo anche dire che rileggere in modo più approfondito il paragrafo sopra citato mi aveva suscitato più di una perplessità. Non riuscivo infatti a far quadrare quanto vi era riportato con le cognizioni di cui ero in possesso, che consistevano essenzialmente di due dati:
1) Secondo tradizione, il "triangolo magico" per eccellenza vede ai suoi vertici le tre città di Torino, Lione e Praga.
2) Nella “zona al confine tra Svizzera, Germania e Francia” si situa la città svizzera di Basilea (e quindi Dornach, e quindi il Goetheanum).

La mia impressione era, in altri termini, che nel brano di Argento le due nozioni si fossero, per qualche oscuro motivo, soprammesse e confuse tra loro. Ho perciò provato a fare una verifica sulla magica Wikipedia e scovato questo passaggio, all'apparenza utile ai miei scopi, che cita come fonte il documentario Suspiria 25th Anniversary incluso nel Disco 2 dell'edizione in DVD CDE Eagle del 2004:
Il regista ha dichiarato che l'ispirazione iniziale per il film nasce da un viaggio da lui compiuto attraverso le Capitali magiche europee (ovvero Torino, Lione e Praga) e alla visita della Scuola di Waldorf fondata da Rudolf Steiner e situata vicino Basilea nei pressi del centro del Triangolo Magico formato dalla sovrapposizione dei confini di tre stati (Francia, Germania e Svizzera).

Questa versione alternativa della storia a me sembrava rafforzare la mia tesi della soprammissione e confusione, poiché allo stesso tempo che nominava le tre capitali europee del "triangolo magico", tirava anche in ballo un'inverosimile sovrapposizione dei confini di tre stati. Ero, in altre parole, sempre più dell'idea che solo raffrontando i due brani con i dati oggettivi a disposizione (punto 1 e punto 2), sarei forse riuscito a districare la matassa. E in effetti il risultato finale dell'operazione mi sembrava a prima vista armonioso e convincente:
Argento e Nicolodi nel loro viaggio europeo hanno visitato le tre capitali del triangolo magico (Torino, Lione e Praga), hanno raccolto testimonianze su presunti fenomeni paranormali avvenuti all’interno dello stesso triangolo e in più hanno visitato la Scuola Waldorf vicino Basilea (il Goetheanum), al crocevia con i confini di Francia e Germania.

Il resoconto acquistava finalmente, almeno ai miei occhi, un senso compiuto, sebbene una inevitabile residua percentuale di dubbio mi facesse allo stesso tempo sperare nel soccorso di qualcuno che fosse in grado di confermare o smentire la mia ricostruzione. E questo qualcuno è in effetti arrivato, nientemeno che nella figura di un amico blogger: Severino di The Obsidian Mirror. E' stato lui a offrirmi, in un commento alla prima versione di questo post, il punto 3, ossia il dato oggettivo che a me mancava e che sembra davvero sistemare ogni cosa a puntino.

Il grande TOM ha rintracciato nientemeno che questo video con la notizia di un "triangolo magico (pitagorico)", effettivamente situato al confine tra Svizzera, Francia e Germania, e che ha al suo centro proprio la città di Basilea. Si tratta, in definitiva, di un nuovo più piccolo triangolo che, aggiunto ai due di Torino-Lione-Praga e Torino-Londra-San Francisco, porta a tre il numero dei triangoli magici collegati all'Europa di cui sono a conoscenza.

Interno del Goetheanum (Dornach, Basilea).
Dunque, un piccolo mistero (almeno per me era tale) risolto. Resta invece ancora tutto da indagare se e quanta parte della visione steineriana delle Madri sia poi effettivamente confluita nei film della trilogia argentiana. Al momento opportuno farò anche un tentativo di rispondere a questa domanda, mentre adesso voglio soltanto sottolineare qualcosa che quasi certamente vi sarà già saltato all’occhio: che tutta questa storia si svolge fin dall’inizio, intenzionalmente o no, all’insegna del tre: Tre Madri, il triangolo magico Torino-Lione-Praga, un triangolo magico che si situa all'intersezione di tre stati (e incorpora dentro mdi sé il Goetheanum). E altri numeri tre, e altri triangoli, sono in arrivo. E' tempo infatti di tornare sulla sponda del Mar Rosso, vale a dire al Tramonto degli oracoli di Plutarco, e riprendere il discorso interrotto a luglio nel finale di questo post.

Riassumendo quanto detto prima, il Tramonto degli oracoli è un dialogo plutarcheo ambientato a Delfi, sede del famoso oracolo, e vi figurano sei dialoganti attivi: Lampria, Ammonio, Cleombroto, Demetrio, Eracleone e Filippo. Quest'ultimo ha da poco terminato di esporre l'episodio della Morte di Pan, destinato a una grande fortuna postuma, e Cleombroto, in una specie di gara a chi suscita più meraviglia, espone a sua volta l'insegnamento che ha ricevuto dal Maestro del Mar Rosso. La prima parte di questo insegnamento si collega al tema centrale del dialogo, vale a dire il rapporto tra l'oracolo e i demoni, e la tralasceremo. La seconda parte, che è quella che interessa qui, sposta invece a lungo (Capitoli 22-37) l'attenzione dei dialoganti sulla questione, assai dibattuta nel pensiero greco, della unicità, pluralità o infinità di numero del mondo o dei mondi.
Ecco il racconto di Cleombroto:
[Il Maestro del Mar Rosso] diceva dunque che i mondi non sono né infiniti né uno solo né cinque [in riferimento alle teorie platoniche, N.d.R.], bensì centottantatré e coordinati secondo una figura triangolare, ciascun lato della quale contiene sessanta mondi; dei tre mondi che restano, ognuno è sistemato a un angolo. I mondi adiacenti si toccano gli uni gli altri, senza scossa, facendo le loro evoluzioni come in una danza. La superficie interiore del triangolo è come il "comune focolare dell'universo" e si chiama "la pianura della verità". In essa, le ragioni e le forme e i modelli delle cose, che entrarono o entreranno nel divenire, giacciono immobili, cinti dall'eternità, donde il tempo, come una corrente, fluisce sui mondi.
[...]
Tali furono - concluse Cleombroto - le cose favolose che udii dal candido barbaro. Egli avvolgeva nel mito i suoi concetti, in modo spontaneo, come in un'iniziazione misterica, senza dare né dimostrazione né prova delle sue parole.

Plutarco rende l'entusiasmo di Cleombroto palpabile fin nella pagina scritta, riuscendo così a dare un particolare risalto, per contrasto, al successivo ironico commento di Lampria, che prende il via dalla citazione di un verso di Omero:
Certo, la sa lunga, non è affatto un ingenuo, ignaro di dottrine e di teorie d'ogni sorta; anzi, è molto esperto in lettere e non è affatto barbaro ma greco, di stirpe, ripieno del più diffuso spirito ellenico. Egli si smaschera attraverso il suo numero dei mondi, che non è dottrina egizia o indiana, ma dei Dori di Sicilia, e precisamente di un imerese chiamato Petrone.
Io, veramente, non ho letto il trattatello di costui, direttamente, e non so neppure se sia conservato; però Ippys di Reggio, di cui fa menzione Fania di Ereso, attesta che tale opinione con il congiunto computo, vale a dire che esistano centottantatré mondi in contatto tra loro per un elemento, è proprio dovuta a Petrone; che cosa, poi, significhi l'espressione "esser in contatto per un elemento", egli né spiega con chiarezza, né aggiunge qualche altra plausibile prova.

Tratterebbesi dunque, tirando le somme, di dottrina pitagorica. Ma cosa c'entra tutto questo con la questione delle Madri? vi starete chiedendo. Ebbene, è proprio questa parte del Tramonto degli oracoli, secondo Karl Julius Schröer, ad avere ispirato principalmente Goethe nella creazione del suo mito delle Madri. E Rudolf Steiner farà propria questa convinzione del suo vecchio insegnante dell'università. In un modo però, come vedremo, davvero molto originale.

Dal film Suspiria (Dario Argento, 1977).


* * *


Le citazioni plutarchee sono tratte da: Plutarco, Iside e Osiride e Dialoghi delfici. Bompiani 2002. A cura di Vincenzo Cilento.

L'immagine in apertura del post è una foto della Finestra Rossa del Goetheanum di Dornach.

Commenti

  1. Molto interessante. Quello che mi evoca l'argomento che hai sviluppato in tutte le puntate, è ciò che penso stia all'origine. Per fare un esempio, mi viene in mente ad esempio il mito de "Le Morrigan" La Dea una e trina, nelle sue tre fasi di Macha, Morrigan e Boadb. Il principio del femminile che attiene alla vergine, alla madre e alla sterile anziana nella cultura celtica. Trilogia, Trinità, tre e multipli di tre, li ritroviamo agli albori della storia di molte civiltà. Partendo dal Triskel per arrivare al Tau così evocativo del sacrificio di cristo sulla croce e con forti richiami alla Trinità. Mi fermo. Ci vorrebbero mesi per trattare questo argomento. La trilogia delle madri, nel modo splendido che hai esposto, è senz'altro un ottimo spunto per affrontare un argomento che riporta alle radici dell'uomo. Dove tutte le varie interpretazioni antropologiche, letterarie, non sono altro che un tentativo di spiegare il mondo dell'assoluto, il mondo dell'aldilà, il mondo dell'umano.

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    1. Pardon, scritto di getto senza correggere le ripetizioni e gli strafalcioni.

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    2. Ho letto commenti, a cominciare da quelli che lascio io, ben più disastrati del tuo che è quasi del tutto privo di pecche, Massimiliano. Detto ciò, quello che mi interessa soprattutto qui è evocare associazioni inedite o comunque poco conosciute, che certo, e qui hai centrato bene il punto, guardano tutte ai primordi, alle sorgenti della nostra cultura.

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    3. Bè in merito alle associazioni inedite direi che hai offerto una piattaforma di discussione del tutto fuori dagli schemi. Come spesso ti dico: Chapeau.

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  2. La frase "...situata vicino Basilea nei pressi del centro del Triangolo Magico formato dalla sovrapposizione dei confini di tre stati..." potrebbe non essere sbagliata.
    Nel senso che non è detto che il triangolo magico che viene indicato in quella frase sia per forza lo stesso (che noi conosciamo) formato dalle "capitali magiche Torino-Lione-Praga". Se ci fai caso non il brano che hai riportato NON parla esplicitamente di triangolo riferendosi alle tre città.
    Siccome questo particolare mi suonava strano ho fatto una piccola ricerca e ho trovato quest'altro triangolo magico, il cui centro coinciderebbe proprio con Basilea.
    Ha senso?

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    1. Grande TOM! Quasi certamente hai trovato la soluzione giusta! Io non ho minimamente pensato all'idea di una ricerca generale ma mi sono buttato subito su Wikipedia e avervi trovato citate Torino, Lione e Praga, assenti nel primo brano, mi ha lasciato pochi dubbi sul fatto che le cose avessero finito per incasinarsi, per un difetto di comunicazione o qualcosa del genere.

      P.S. Pensi che a questo punto dovrei riscrivere la prima metà del post integrandovi il tuo contributo? Forse non proprio tutti leggono tutti i commenti...

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    2. Come vuoi. Riscrivere mezzo post mi sembra un po' eccessivo. Forse basta un asterisco. ;)

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  3. E niente, voi siete degli studiosi e io assisto meravigliata ai vostri impeccabili studi sull'argomento godendomi lo spettacolo!
    (Dico "voi", perché fra l'interazione tra te e Obsidian e i commenti dotti e puntuali di Massimiliano è un vero arricchimento leggere i tuoi post!)

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    1. In effetti non è la prima volta che io e Obsidian ci scambiamo informazioni aggiuntive nei commenti dei post. Stavolta il suo intervento è stato però talmente apocalittico da condurmi al re-edit. Ben vengano interventi così!
      In quanto a Massimiliano, praticamente i suoi commenti sono dei veri e propri inserti supplementari.
      Grazie della tua meraviglia, Marina! (E ho cominciato anche a lavorare al post che sai)

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    2. Bene bene, non vedo l'ora di leggerlo! :)

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  4. Adoro il lavoro di ricerca e i risultati che si ottengono quando gli appassionati collaborano e si "contagiano" a vicenda ;-)
    Non sono appassionato di Madri ma questa tua ricerca la trovo eccezionale e la seguo con gran piacere.

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    1. Anche per è stato una gioia l'intervento di Obsidian, Lucius. Nonostante siano quasi quattro decenni che bazzico certi argomenti, non mi ero mai imbattuto in questo misterioso triangolo svizzero. E come dice la vox populi, quando ci si sente troppo padroni della guida finisce che prima o poi si sbanda ^O^
      E grazie per seguirmi con così tanto coinvolgimento *__*

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  5. Non sono un'esperta, ma ho sempre avuto un po' di confusione in testa sul cosiddetto triangolo magico. Torino sembra essere l'unica città sempre menzionata, e spesso anche Praga, mentre alle volte si cita Londra e alle volte Lione.

    Gran bel post... e il racconto di Cleombroto è comunque affascinante, nonostante il commento ironico di Lampria! ^_^

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