Solve et Coagula - Pagina 136
Parte II - Capitolo 1 /8
La Bury
St. Edmunds Library era una vecchia costruzione di mattoni rossi a due piani,
di grandi dimensioni e dalla forma irregolare ma compatta, situata all'angolo tra St. Andrews Street e Sergeants Walk. Un'aggiunta recente a un solo piano, di vetro e acciaio, portava alla sala di ingresso e al bancone della reception.
Massimo era tuttavia deciso a
non interpellare nessuno se non si fosse rivelato necessario. Entrò senza quasi guardarsi intorno, e subito si incamminò nella sala semivuota, con tutta la disinvoltura di cui era capace, fino al pannello di laminato bianco con impressa la pianta dell'edificio. La stanza con i libri dedicati alla storia locale si trovava al piano terra, e lui vi si
diresse senza indugio. La sua idea era di provare a rintracciare il libro di storie e
leggende del Suffolk che aveva avuto tra le mani per alcuni minuti, nell’unico
pomeriggio in cui Paula Susi si era presa cura di lui da sveglio. Se fosse
riuscito a trovarlo, avrebbe avuto la prova inoppugnabile che non si era
sognato un bel niente. Cercò di ricordarsi l’immagine di copertina, ma la
visione nella sua mente era così sfocata e fluida da ridursi a una serie di macchie di
colore dall’aspetto variabile come quello di protozoi che tentassero
di divorarsi a vicenda. Era comunque abbastanza certo che il titolo
comprendesse sia la parola “folk-tales” che il toponimo Suffolk e di disporre quindi di elementi sufficienti a permettergli di riconoscere il libro,
nel caso fosse stato negli scaffali.
Ed eccomi
tornato sul pianeta terra, si disse una ventina di minuti più tardi al termine
della sua ricognizione. La strana, quasi sovrannaturale certezza, che lo aveva
accompagnato fino a un minuto prima, sul successo a cui era destinata la sua ricerca, si era
appena infranta contro l’evidenza di un nulla di fatto. I termini “Suffolk” e “folk tales” comparivano sì più volte nei titoli
dei volumi presenti nella stanza, ma nessuna copertina li presentava
associati tra loro. Non era però detta l’ultima parola: forse il libro
aveva una diversa collocazione, oppure era in prestito. Non gli restava che vincere la sua esitazione e andare alla reception a informarsi.
Dopo un
rapido scambio di saluti con la ragazza dai
capelli rossi in piedi dietro al bancone - “Patricia Hendricks”, lesse automaticamente sulla
targhetta che aveva spillata al petto - Massimo le affidò la sua richiesta.
«Un libro
con le parole “Suffolk” e “folk tales” in copertina?» ripeté lei senza cambiare
tono di voce «Controllo subito». Ma non aveva finito di voltarsi verso il casellario con le
schede dei titoli, che sollevò la mano all’altezza della fronte, come se si fosse appena ricordata di qualcosa.
«Santo
cielo» esclamò, «sono proprio una sciocca a non averlo capito a prima vista. Lei può
essere solo l’italiano… il ricercatore amico di Paula, voglio dire».
Massimo
per un momento sentì come se il terreno gli sparisse da sotto i piedi e si
tenne d’istinto con entrambe le mani al bordo del bancone. Se la ragazza lo
avesse guardato in quel momento, avrebbe visto un volto assurdamente esangue,
pietrificato in un’espressione di stupore assoluto. Per fortuna, si era invece
messa a cercare qualcosa sotto al banco.
«Ero
certo di averla messa in questo cassetto… ah, ecco».
Tornò completamente eretta e gli porse
una busta. «Paula è stata qui ieri» continuò, «e mi ha detto che si sarebbe fatto
vivo uno di questi giorni. L’aspetta a casa sua, a Woolpit. Ha lasciato in questa
busta le istruzioni per trovare il posto. Sa, abita un po’ fuori del paese».
Massimo
allungò la mano e prese la busta. «Grazie» fu tutto quello che, con grande
sforzo, riuscì ad aggiungere.
E l'immane lavoro prosegue...
RispondiEliminaNon hai idea di quanto immane, caro Maximilian... Per fortuna è anche divertente ^__^
RispondiEliminaCi credo, ci credo. Vale anche per me.
EliminaQuesta pagina promette sviluppi interessanti. Finalmente la certezza che non se l'è sognata. Questo pezzo mi piace di più per la maggiore fluidità della scrittura. L'ho sentito più "familiare".
RispondiEliminaA presto.
Buongiorno Annalisa :) Le pagine di Solve et Coagula sono scritte quasi di getto oltre che isolate l'una dall'altra, quindi ci sta che anche lo stile vari un po' a seconda delle giornate. Grazie e a presto.
EliminaUn in bocca al lupo per il tuo lavoro.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Grazie! Un saluto altrettanto e a presto :)
EliminaOk, a questo punto qualcosa deve succedere *__* Speriamo che la Susi non abbia cattive intenzioni o.O O forse...
RispondiEliminaLe intenzioni di Paula/Pohjola non mi sono ancora del tutto chiare, ma quel che è certo è che Massimo ne uscirà vivo e vegeto, dal momento che a 28 anni di distanza è ancora tra noi ;)
EliminaVivo sì... ma con prole strana? E mentalmente ok? o.O
EliminaVivo e vegeto, ma in qualche modo diverso...
EliminaArrivo in ritardissimo ma arrivo!!!!
RispondiEliminaBElla sorpresa questa! Che cercasse il libro si poteva anche magari prevedere ma che Paula avesse parlato di lui e lasciato una busta...
A questo punto, sì, indubbiamente Alessandra (se non anche Luisa in qualche strana maniera, magari uno scambio in culla) è figlia di Pohjola e Massimo.
Per Luisa..... potrebbe essere entrato in lei lo spirito di Paula???
Che Massimo cambi c'è da aspettarselo. Un'esperienza simili non può non lasciare segni.
Presto o tardi, l'importante è che arrivi, altrimenti qui si blocca tutto ^^
EliminaChe qualche filo sparso avrebbe cominciato a riannodarsi lo avevo annunciato. Eh sì, diciamo che le tue intuizioni vanno nella giusta direzione ;)
Questo è un bel colpo di scena, direi. Il classico sasso che ti cade sulla capoccia in un ambiente sereno e insospettabile come una biblioteca. :-)
RispondiEliminaSono le donne del destino... che possono essere anche fatali. Un bell'esempio lo mostra il film con Alberto Sordi "La più bella serata della mia vita" :-)
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