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Di' loro
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Di' loro
Non c'è nessuno qui
Tornerò tra cinquecento milioni di anni
Shinjiki Takahashi
* * *
L'immagine di apertura del post è un dipinto del maestro Zen Sengai.
E' che in quegli anni, per quelli come lui... cioè giovani, ragazzi che si esponevano, che ci credevano... in qualsiasi cosa credessero, morire era più facile. Eleonora Giorgi Questa estate ho avuto voglia di rivedermi, uno di seguito all'altro, i tre film con Alessandro Momo che avevo veduto negli anni '70, in occasione della loro prima distribuzione nelle sale: Malizia , Peccato veniale e Profumo di donna . Famoso al di là dell’immaginabile (per chi non c’era) negli anni ’70, grazie soprattutto a Malizia , film culto di un’intera generazione che gli procurò anche una nomination al nastro d’argento di Taormina come miglior attore esordiente, Alessandro Momo è presto sfuggito alla memoria collettiva oltre che alla memoria, a compartimenti stagni questa, degli addetti ai lavori. Per dire, il Dizionario del cinema italiano della Gremese, anno di uscita 1991, nel secondo dei due volumi dedicati agli attori passa con disinvoltura da Domenico ...
Si sentiva un'aria di cambiamento, gli anni '70 stavano rinnovando miti e liturgie anche nel nostro cinema, dopo che per anni non era venuto fuori niente di nuovo. Era un processo lento, ricordo che non ci sentivamo capiti, che critici e registi parlavano ancora un linguaggio da vecchi. Mentre noi andavamo allo sbaraglio, felici della nostra sincerità, che spesso sembrava solo sprovvedutezza. Ecco, questo era il nostro mondo, di Alessandro e mio. Eleonora Giorgi Alessandro Momo non morì subito. Se i dati della stampa in questo caso sono esatti, l’incidente avvenne alle 14,35 (ora in cui l’orologio da polso di Momo cessò di correre) sul lungotevere Cadorna, all’altezza dell’ostello della gioventù, e lui morì alle 23,05, dopo un inutile, estremo tentativo dei medici di strapparlo alla morte. Ebbe se non altro il tempo di scambiare alcune frasi con il padre prima di essere portato in sala operatoria. A caldo i giornali furono densi di dettagli sull’incidente e...
Le dieci qui elencate articolo sono in effetti solo una piccola parte delle serie a fumetti che hanno accompagnato la mia infanzia e prima giovinezza. Tra i fattori richiesti per inserirli nel post - che fa parte della serie dedicata all'autobiobibliografia - ho tenuto conto anche della possibilità per me di risalire, con una certa precisione, al momento del loro ingresso nella mia vita. Per questo motivo le serie non sono ordinate secondo la loro prima apparizione in edicola, ma in base al mese e all'anno in cui ho fatto la loro conoscenza. Forse ho barato un po' con le ultime due voci, ma questo potrete giudicarlo da soli quando arriverete a leggerle. * * * Febbraio 1972 - I Fantastici Quattro - Editoriale Corno 259 numeri - dal 1971 al 1981 I supereroi Marvel hanno accompagnato l'infanzia, e spesso non solo l'infanzia, di molti della mia generazione. Delle quattro collane storiche, L'Uomo Ragno , Devil , I Fantastici Quat...
Quando all'inizio di marzo dell'anno 845 Ragnar Lodbrok , alla testa di un esercito di centoventi navi e oltre cinquemila uomini, risale la Senna per raggiungere Parigi, è trascorso più di mezzo secolo dall'8 giugno 793, giorno del saccheggio di Lindisfarne e tradizionale data d'inizio dell'epopea vichinga, che si protrarrà per un periodo di circa due secoli e mezzo. Prima di Parigi, lungo il corso della Senna, cadono Rouen e Carolivenna, delle quali non restano che macerie fumanti. Ma anche Parigi è saccheggiata e costretta alla resa, e l'allora reggente Carlo il Calvo si trova a dover riscattare la capitale del regno con 7.000 libbre di oro e argento. Ragnar ritorna in patria nello stesso anno e riceve dal suo re, Horik I di Danimarca , un'accoglienza da eroe ma non scevra di dubbi. Horik stenta a credere che Parigi sia stata violata e Ragnar, che evidentemente aveva messo in conto il possibile scetticismo del suo re, gli mostra come prova una tr...
Almeno una parte dei lettori più affezionati del mio blog sa che il mio blog è percorso al suo interno, fin dall'inizio, da una sorta di mini saga che potremmo chiamare: La riconquista dei Quindici . Il primo capitolo della saga narrava il modo in cui ero fortunosamente rientrato in possesso della famosa enciclopedia per ragazzi a quasi quaranta anni di distanza da quando me ne ero privato. Avevo cominciato a desiderare di riaverla con me, insieme a tutti gli altri libri che hanno accompagnato la mia infanzia, e il desiderio si era concretizzato nel giro di poco come per magia. La biblioteca comunale del mio quartiere, diventata ormai una mia seconda casa, si stava infatti liberando proprio in quei giorni dell'enciclopedia ed io mi sono mi sono fatto subito avanti per averla (per la cronaca: ho poi donato alla biblioteca un equivalente numero di libri in cambio). Qualcun altro era però arrivato prima di me e si era già portato via i primi due volumi, quelli di...
I sette libri della fiaba sono un'enciclopedia ideata da Roberto Giannotti e curata da Francesca Lazzarato per i tipi della Editori Riuniti. Raccoglie centinaia di fiabe classiche, sia popolari sia d'autore, ed è stata edita per la prima volta nel 1987 e per quanto ne so mai più ristampata. Sono sette volumi di indubbia bellezza, la cui realizzazione tipografica deve però fare i conti con la scelta dell'editore di offrire un prodotto alla portata di tutte le tasche. La conseguenza è che le copertine sono molto delicate e soffrono terribilmente della mancanza di una sovracopertina, mentre la stampa delle illustrazioni all'interno del volume spesso non rende giustizia alle illustrazioni stesse, specie se sono ricche di dettagli. In compenso, la rilegatura è solida, come mi hanno confermato anche le scannerizzazioni a cui ho sottoposto il volume per ricavare le immagini di questo post. Riguardo invece ai sette indici delle fiabe , uno per ogni libro, li avevo tras...
Questo post odierno dovrebbe essere, se ho tenuto bene il conto, il mio terzo che trae ispirazione da uno di quei giochi di accostamento tra immagini e testo che stanno diventando un vero marchio di fabbrica del blog Il Manoscritto del Cavaliere ( questo è il link al post d'ispirazione ). Devo tuttavia ammettere che stavolta mi sono discostato ancor più del solito dal progetto originale di Cristina, che prevedeva di scegliere sette opere d'arte da utilizzare per le copertine di altrettanti romanzi. Il punto è che accostare testi e immagini è qualcosa che a me è sempre venuto naturale e in una vecchia cartella del mio computer, non aggiornata da almeno quattro anni, ho ritrovato una serie di poesie di grandi poeti che avevo scelto di conservare in una sorta di biblioteca ideale della poesia, corredandole di un'immagine ciascuna. Molti di questi esercizi di accostamento, una ventina in tutto, li avevo poi pubblicati, a suo tempo, su una delle mie pagine facebook. Le set...