Dieci cose che forse non sai di Alice
Mi piacerebbe poter dire che questo post segna il mio pieno ritorno all'attività di blogger, ma non è così. Si tratta in realtà di un post estemporaneo, formatosi quasi da solo in conseguenza di un mio incontro fortuito (e fortunato) con il catalogo Electa di una mostra tenutasi nel 2012 al MART (museo di Arte Moderna e Contemporanea) di Trento e Rovereto e intitolata Alice in Wonderland. Il catalogo, oltre a un ricco apparato iconografico, presenta nelle sue pagine anche tre ottimi articoli su Alice e il suo creatore Charles Lutwidge Dodgson (Lewis Carroll, 1832-1898), oltre a uno splendido poema intitolato Tra cibo e amore. Un'aliziosa favola con note (titolo originale: ???) di Carol Mavor, dove il termine "aliziosa" traduce alicious, combinazione di Alice e delicious. Non tutte le notizie e le immagini che riporto in questo elenco di curiosità provengono in realtà dal succitato catalogo, dato che sono comunque anni che mi interesso al mondo di Alice, ma una buona parte sì.
Riguardo invece alla mia attività di blogger, confermo quanto da me scritto a dicembre, sul fatto che questo 2019 sarà per me un anno con pochi o pochissimi post intervallati da lunghe pause. Al momento ho altre priorità e inoltre, come qualcuno di voi che mi segue su facebook già sa, ho anche ripreso a disegnare e dipingere, più che altro in risposta a una mia crescente esigenza di contatto con la manualità e la materialità, in opposizione più o meno velata al mondo virtuale, che viceversa mi appassiona sempre meno. E' anche per questo che ho scelto un tipo particolare di pittura... ma ne riparlerò al momento dovuto, quando sarà.
Ritengo tuttavia anche doveroso specificare che, a dispetto di questa premessa, non mi sono mai realmente allontanato dal mio blog, poiché ho anche utilizzato il mese e mezzo appena trascorso per riformattare i vecchi post e adeguarli alla seconda, e credo definitiva, versione grafica del blog. E poiché sto procedendo a gambero, ossia dai post più recenti ai più antichi, e sono quasi a metà strada, se vi saltasse in testa di riguardare i miei post fino a poco meno di due anni fa, vi trovereste davanti una montagna di immagini nuove, alcune delle quali veramente sfiziose.
Aggiungo inoltre, già che ho citato facebook, che il mio blog è stato di recente bloccato su detta piattaforma, perché non conforme agli standard della Community. Il che, se da un lato è una scocciatura, dall'altro è per me motivo di vanto, se si considera che gli standard di facebook sono all'incirca gli stessi di Città del Vaticano ("Il seno nudo è ammesso solo se ritrae mamme che allattano bambini"... che teneri).
E annuncio, per finire, che in concomitanza con questo mio breve rientro, mi concederò pure una settimana per visitare i blog a cui tengo di più e aggiornarmi sulla recente attività dei miei blogger preferiti... per quel che mi sarà possibile, visto che durante tutto questo tempo ho volutamente evitato anche solo di dare un'occhiata al mio blogroll. Avrò così anche modo di confabulare un poco con qualcuno di voi.
Detto ciò, vi lascio alla lettura del mio elenco di curiosità su Alice e il suo mondo, che ho organizzato in dieci punti ognuno contrassegnato con un titolo.
1. Self-Publishing
La prima edizione di Alice's Adventures in Wonderland (MacMillan & Co., 1865) è un caso esemplare di self-publishing. L'autore si occupò di persona anche della grafica, dell'impaginazione, della scelta dei caratteri tipografici e della correzione delle bozze di stampa del volume, oltre che dell'arruolamento dell'illustratore John Tenniel, i cui disegni di animali per un'edizione illustrata delle favole di Esopo piacquero molto a Carroll.
Naturalmente Carroll si sobbarcò anche tutte le spese di tipografia, e per ben due volte. Bloccò infatti, su consiglio di Tenniel, la distribuzione della prima tiratura del volume (2.000 copie) a causa della pessima qualità di stampa.
La composizione originale, di Lewis Carroll, del famoso paragrafo a coda di topo. |
2. Multimedialità
I due romanzi Alice's Adventures in Wonderland e Through the Looking-Glass (MacMillan & Co., 1872) sono anche veri precursori delle moderne opere multimediali. Ecco alcuni esempi:
2a. Nelle pagine di Alice's Adventures in Wonderland in cui compare per la prima volta il Gatto del Cheshire, o Stregatto, l'animale è riprodotto nella stessa posizione sulle due pagine dispari, in modo da creare, voltando pagina, un effetto dissolvenza nello stile dei libri animati.
La pagina intermedia (92) va qui visualizzata come retro della pagina 91. |
2b. Le due illustrazioni di Through the Looking-Glass che mostrano Alice che attraversa lo specchio sono collocate fronte-retro, così che le due pagine corrispondano ai due lati dello specchio e, allo stesso tempo, alla soglia di passaggio da un mondo all'altro.
2c. Nel capitolo "Looking-glass Insects" di Through the Looking-Glass, la "piccola voce" che sussurra all'orecchio di Alice è riprodotta in caratteri più piccoli rispetto agli altri della pagina, così da suggerire l'appropriato effetto audio.
2d. Correte dunque a controllare che le vostre edizioni di Alice nel paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio della coppia Carroll/Tenniel rispettino queste e altre scelte grafiche decise dall'autore in persona. In caso contrario, non disponete della versione autentica delle due opere.
3. Alice prima di Alice
L'illustratore John Tenniel utilizzò la sua Alice ancor prima dell'uscita della prima edizione di Alice's Adventures in Wonderland, in una copertina per un numero del 1864 della celebre rivista Punch.
4. Alice Under Ground
La prima versione di Alice's Adventures in Wonderland, lunga meno della metà della versione definitiva, si intitolava Alice's Adventures Under Ground e fu in origine scritta, illustrata e rilegata da Charles Dodgson come dono natalizio per la sua amica Alice Pleasant Liddell, in memoria della gita in barca del 4 luglio 1862 in cui prese vita il personaggio letterario di Alice. Il dono fu consegnato dall'autore alla bambina nel novembre 1864.
Più di venti anni dopo, Lewis Carroll richiese in prestito ad Alice il manoscritto per farne stampare una versione in fac-simile, distribuita nel 1886. Alice Hargreaves (nata Liddell) conservò poi l'originale ancora fino al 1928, anno in cui fu messo in vendita a un'asta di Sotheby.
Alice mantenne in ogni caso, fino alla fine della sua vita, un archivio personale di articoli di giornale, pubblicazioni, gadget e ogni altra cosa riguardasse il personaggio da lei ispirato.
5. La piccola amica
Dodgson-Carroll fotografò Alice Pleasant Liddell dall'età di quattro anni fino ai diciotto, età limite superata la quale le sue modelle perdevano gran parte del loro fascino ai suoi occhi.
Sia lei che le altre ex modelle ricordavano senza eccezioni, in età adulta, l'amicizia con il grande fotografo e scrittore come un capitolo felice della loro infanzia.
Così la rievocò una volta Alice Hargreaves:
Molto più esaltante dell'essere fotografata era poter accedere alla camera oscura e osservarlo mentre sviluppava le grandi lastre di vetro. Nulla poteva essere più entusiasmante che vedere i negativi prendere forma poco a poco... Per di più la camera oscura era un luogo misterioso e sembrava che lì dentro potessero accadere avventure di ogni sorta.
Le tre sorelle Liddell fotografate da Charles Dodgson nel 1858. Delle tre, Alice è la bambina sulla destra.
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L'ossessione di Dodgson-Carroll per la piccola Alice Liddell era inoltre tale che lui aveva anche incollato una fotografia della bambina all'estremità del suo telescopio, così da poterla contemplare come stella più luminosa del firmamento.
6. Merchandising
Lewis Carroll in vita non frappose mai ostacoli allo sfruttamento della sua creatura letteraria a fini commerciali, ma dette il benestare alla realizzazione di numerosi gadget, che andavano dai mazzi da gioco alla carta da lettere.
7. Ruskin, Rossetti e... le altre
Lewis Caroll fu in stretto contatto con la cerchia dei Pre-raffaelliti, di cui ammirava, e talvolta acquistava, la produzione pittorica, scultorea e fotografica. Realizzò, tra gli altri, ritratti fotografici di John Ruskin, Dante Gabriel-Rossetti e utilizzò parte dei proventi derivategli dalla fortuna del personaggio di Alice per aiutare giovani artisti privi di mezzi economici, soprattutto donne, a pagarsi i costosi corsi tenuti dagli artisti famosi nei loro studi.
The Lady with the Lilacs di Arthur Hughes (1865) è una delle opere preraffaellite acquistate da Lewis Carroll. |
8. 1907: Piovono illustratori
Nel 1907, in coincidenza con lo scadere dei diritti d'autore, vi fu una fioritura di nuove edizioni illustrate dei due libri di Alice. Per l'autunno di quell'anno se ne erano già aggiunte altre quattordici a quella "ufficiale" di Tenniel.
Alice in Wonderland illustrato da Charles Robinson nel 1907. |
9. Di bianco-celeste vestita?
I colori canonici del vestito e del grembiule di Alice, azzurro il primo e bianco il secondo, divennero tali solo nel 1911, con la prima edizione in un unico volume, sempre a cura della MacMillan & Co., dei due romanzi. Erano tuttavia già stati utilizzati occasionalmente in precedenza, anche quando lo stesso Lewis Carroll era in vita. Per esempio, nel dipinto del 1879 che ho messo in apertura del post, o nel 1892, nella serie di scatole di biscotti della Jacobs Biscuits ispirate a Through the Looking-Glass e disegnate da Barringer, Wallis & Manners.
Per inciso, il colore originale del vestito, approvato da Carroll per la sua The Nursery "Alice" (McMillan & Co., 1890), era il giallo. Mentre nei due volumi della Little Folks Edition del 1903 diventa momentaneamente il rosso.*
10. La bella May e... lo Stregatto?
E sempre del 1903 è il primo film su Alice: Alice in Wonderland, di Cecil Hepworth e Percy Stow. Durava solo una decina minuti ma era, all'epoca, la pellicola più lunga mai prodotta in Gran Bretagna.
L'attrice May Clark, 14 anni, incontra uno svogliato Stregatto nel film del 1903. |
Mentre la prima rappresentazione teatrale è, come è facile immaginare, precedente e risale al 1876. Lewis Carroll ebbe così modo di vederla, ma la giudicò troppo lontana dalla storia originale e ne rimase insoddisfatto. Per questo accarezzò anche l'idea di adattare lui stesso i suoi due libri per il teatro, sebbene alla fine non ne fece di niente.
* * *
Note
* Il catalogo Electa indica invece erroneamente proprio la Little Folks Edition del 1903 come quella che stabilisce in via definitiva il colore azzurro del vestito.
L'immagine di apertura del post è: George Dunnlop Leslie, Alice in Wonderland (1879)
L'immagine di apertura del post è: George Dunnlop Leslie, Alice in Wonderland (1879)
Che dire..!
RispondiEliminaSei tornato con il botto!
Complimenti per il post.
Non pensavo di questa tua passione per Alice.
Però se posso permettermi...sembri pure tu un personaggio quasi fiabesco.
Che stai preferendo il reale al virtuale è una bella cosa secondo me.
Son curioso di vedere se li pubblicherai i tuoi dipinti.
Ciao Ivano alla prossima.
Non è la prima volta che parlo di Alice sul mio blog, caro Max. Ma, io un personaggio fiabesco..? Ohibò! Da quale angolo della tua cabeza esce tutto ciò? ^__^
EliminaE mai avuto dubbi su cosa preferire tra i due, Max. E' solo che ultimamente il virtuale stava prendendosi troppo spazio nella mia vita e ho pensato che fosse ora di correre ai ripari...
I miei dipinti li pubblicherò senza dubbio, ma solo quando li riterrò degni di esser mostrati, non prima. Potrebbe quindi volerci una discreta quantità di tempo...
Grazie mille per il gradimento del post, Max. Alla prossima!
Si dai sembri quasi una specie di elfo😀
Elimina...hai qualcosa di magico!
Stammi bene
Ciao
Eh, eh , eh... chissà.
EliminaCiao!
Ciao Ivano, tutto nuovo per me quello che hai scritto di Alice. Sarà anche che lessi secoli fa solo la versione per bambini.
RispondiEliminaA presto, ciaooo!
Carroll stesso aveva scritto una versione per bambini dagli 0 ai 6 anni, ma non so se l'abbiano mai pubblicata in Italia. Dovrei fare una ricerca...
EliminaGrazie mille della visita e del commento, grande Pat. A presto senz'altro!
Ivano... non mi ricordo proprio di che libro si trattasse. E' passato troppo tempo...ahimè!!!! :)
EliminaImmagino. Di solito la versione per bambini più diffusa è quella disneyana, ma nel 1968 esisteva pure questa: http://wonderlandbooks.blogspot.com/2013/03/guy-dore-alice-nel-paese-delle.html
EliminaHo guardato ma non mi dice niente... parliamo della preistoria 😅😅😅
EliminaGrazie, grazie, grazie Cassidy! Ti dirò che fa uno strano effetto ritrovarmi qui a quasi due mesi dall'ultima volta. Non so se avrò tempo stasera, ma domani al massimo comincio, come promesso nel post, il giro dei vostri blog :-)
RispondiEliminaSoni ovviamente corso a vedere la mia copia di Alice (che è un Garzanti) e confermo che Alice che attraversa lo specchio, attraversa anche la pagina, rimanendo fedele al posizionamento delle illustrazioni nel testo. Hanno invece fatto casino con lo Stregatto: anche se hanno messo le due illustrazioni correttamente in due pagine dispari consecutive, le hanno posizionato una in alto e una in basso, mandando a pallino l'effetto di cui tu parli.
RispondiEliminaBentornato! O meglio, ben passato di qua per poco prima di sparire di nuovo...
Buondì, Obsidian! E grazie per il bentornato o meglio... ^__^
EliminaFacile immaginare che chi impagina i libri per conto di una casa editrice nulla sappia di queste sottigliezze... mi pare di aver letto che in talune edizioni italiane sia sparita anche la "vocina".
Passo presto a trovarti!
Bellissimo articolo Ivano, e bentornato, anche se una tantum!
RispondiEliminaGrazie mille anche a te, Raffaele! Vale quanto ho scritto sopra a Obs... ci vediamo presto.
EliminaUn buon ben-non-tornato a te!
RispondiEliminaTe ne dico un'undicesima curiosità. C'è un passaggio in Alice in cui la bambina fa dei conti utilizzando delle basi diverse dal 10 (piccolo scherzo del matematico Dodgon-Carroll). Ebbene, il traduttore della Bompiani, che non lo aveva compreso (se non si conosce la matematica sembrano dei calcoli assurdi e privi di senso, cosa che era nelle intenzioni di Carroll), aveva così pensato bene di tagliarlo in toto! Me ne accorsi un giorno perché cercavo proprio quel passaggio che ricordavo bene esserci e nell'edizione che avevo per le mani sul testo in inglese c'era, in quello italiano era assente.
Grazie mille, Marco. Il "buon non-ben-tornato" qui ci sta tutto ^--^
EliminaGiusto ricordare l'importanza della matematica nelle storie di Alice. Ricordo che lessi al riguardo, una vita fa, un libro di Martin Gardner... sarebbe una rilettura da fare.
Interessante poi la faccenda della traduzione Bompiani. Chissà come si sono comportate nello stesso caso le altre edizioni italiane, delle quali so poco. In casa dei libri di Alice ho solo l'edizione madrelingua. A presto!
Meraviglioso, questo post è meraviglioso. Alla faccia dell'estemporaneo. Sei sempre un blogger di gran classe.
RispondiEliminaUn mega grazie per il mega apprezzamento, grande Max. Mi fa piacere che tu abbia gradito così tanto. A presto :-))
EliminaBentornato :-)
RispondiEliminaMolte di queste curiosità (non tutte) le sapevo già perché anch'io ho una vera passione per Alice. Purtroppo negli ultimi anni è stata sfruttata dalla Disney per due improbabili sequel che... beh, lasciamo perdere. A me sono sembrati una profanazione.
Ti credo sulla parola, Ariano, perché non ho mai osato guardarli; sono bastate le foto di scena e gli spezzoni intravisti nei TG a dissuadermi.
EliminaGrazie per il bentornato :-))
Che bel post!
RispondiEliminaMi sa che io Alice l'ho letto soltanto in formato digitale e di immagini neanche l'ombra! Devo assolutamente rimediare!
Ma vedo che Alice non era nemmeno bionda, pensavo che fosse il colore standard, insieme all'azzurro bianco del vestito.
Ahaha, il gatto del film si faceva i fatti suoi e non aveva nessuna voglia di fare uno stregatto con sorriso a 75 denti! Comunque penso che fosse difficile soprattutto all'epoca fare film o opere teatrali di un libro pazzesco davvero, come quello di Alice.
E' bello che tu abbia ripreso a dipingere e disegnare, in effetti stando troppo sul virtuale si perde una certa fisicità che invece è importante.
Grazie mille per aver gradito, Kuku!
EliminaLa questione delle immagini nei libri di Alice è in realtà complessa. Perché Carroll le aveva concepite come inseparabili dal testo, ma una volta che non sono più quelle originali di Tenniel, allora che succede? Per questo c'è chi ha paragonato le edizioni illustrate successive a tanti diversi adattamenti dell'opera originale, al pari delle versioni cinematografiche o teatrali.
Riguardo all'Alice bionda, fu un'idea di Tenniel e sembra che Carroll non ne fu affatto contento, anche perché la vera Alice era bruna. Probabilmente è a questo che si riferiva Borges, quando scrisse che Carroll era rimasto insoddisfatto delle illustrazioni di Tenniel.
Quella scena del film del 1903, poi, è davvero esilarante. La didascalia introduttiva spiega che il gatto indica ad Alice la strada per arrivare dal Cappellaio matto, ma quello che poi si vede per tutto il tempo è Alice che tenta invano di richiamare l'attenzione del Gatto, che non se la fila neanche di striscio ^__^
Ciao, bentornato anche se solo momentaneamente, cercherò di scriverti su Fb.
RispondiEliminaCiao, Nick e grazie per il bentornato! Domani passo anche da te... Ho iniziato oggi il giro, ma ho proceduto senza criteri particolari, pescando a caso dal mio blogroll.
EliminaBentornato, Ivano! Anch'io domani mi riaffaccio sul blog con ben due post che in realtà sono collegati tra loro e che spero strappino qualche sorriso. Per quanto riguarda il tuo articolo, che dire? L'argomento è affascinante, e ancora una volta tu ti riveli un vero esploratore nonché esperto. Tra le immagini proposte, trovo deliziosa quella di Charles Robinson con la sua regina geometrica come un mosaico o una vetrata. La bambina, tra l'altro, mi sembra molto somigliante alla vera Alice della fotografia. Le illustrazioni per le scatole dei biscotti danno proprio il "sapore" di un'epoca. Mi incuriosisce molto anche il film del 1903!
RispondiEliminaOttimo, Cristina, allora verrò a trovarti, visto che ho intenzione di restare in circolazione almeno fino a domenica. Dopodiché, per un altro po', dovrò tornare a immergermi in altro, compresa la prosecuzione del restauro del blog.
EliminaLa regina di Charles Robinson è una versione lievemente modificata di quella riprodotta sulle carte da gioco francesi.
Mentre il film del 1903 è facilmente reperibile su youtube. Ti consiglio di cercare in particolare la versione restaurata della BFI.
Grazie mille del commento e ciao a domani!
Che bel post, Ivano. Ben riaffacciato, si può dire? :D
RispondiEliminaLe "curiosità" mi hanno sempre attirato, quelle notizie sfiziose, i particolari inediti: quest'estate, dopo avere letto in un mese e mezzo i sette volumi di Harry Potter (sì, io, proprio io!) mi sono fatta una scorpacciata di curiosità sulla scrittrice e il suo personaggio.
Volevo anche dirti che mi è accaduta una cosa analoga: quando ho messo in pausa scrittura e blog mi sono buttata sulla manualità e sulla creatività espressa in manufatti artigianali (di cui sono esperta) e tutto ciò mi ha ritemprata. Quindi, buona pittura. ;)
Riaffacciato? Perché no ^__^
EliminaSapevo già, penso da fb, della tua maratona Harry Potter. Io però non mi sono messo in pausa dalla scrittura, anzi è vero l'esatto contrario. Avendo ormai ampiamente verificato che mi è impossibile conciliare blogging e scrittura, ho messo in pausa il blog proprio per riprendere la revisione del mio romanzo dopo l'ennesima pausa di sei mesi. Dal che, a mali estremi estremi rimedi.
Disegno e pittura sono invece conciliabili perché esulano completamente dal discorso computer... anche per questo, almeno per il momento, non voglio neanche sentir parlare di disegno o pittura digitale.
Grazie per il commento e gli auguri, Marina. A presto!
Bel post, complimenti! Adoro Alice e ho la stessa edizione di Obsidian, quindi mi ritengo sufficientemente soddisfatto :) Grazie per le bellissime immagini che hai inserito, belle e preziose.
RispondiEliminaUn carissimo saluto!
L'edizione Garzanti non me la ricordo proprio... forse non l'ho neanche mai vista.
EliminaGrazie mille a te per aver letto e apprezzato, Orlando. Ora mi inabisso per un altro po' dietro le quinte.
Un carissimo saluto altrettanto!
Molto bello questo post, amo Alice!!! Lo salvo ò per eggerlo con calma. E tu continua a scrivere, anche a saltelli, nel blog lasciamo qualcosa di noi e tu lasci cose interessanti 😉
RispondiEliminaCiao Giulia, è bello ritrovarti qui. Sì, continuerò, sebbene "a saltelli".
EliminaGrazie mille per aver apprezzato e a presto!
Molto interessante, mi sembra che in qualche film su Alice avessero usato il vestito giallo per Alice. È molto interessante vedere come spesso l'immagine del pubblico sorpassi l'idea che l'autore si era fatto del personaggio (la stessa cosa accadde per Sherlock Holmes, che nell'immagine popolare sembra quasi un personaggio a se).
RispondiEliminaConosco poco e niente il famoso personaggio di Conan Doyle, ma su Alice è proprio come dici: per noi è ormai quasi impossibile pensare alla creatura di Carroll vestita in colori diversi dal bianco e l'azzurro, soprattutto dopo Disney. Sul vestito giallo nei film non saprei dirti, anche perché la maggior dei film su Alice che ho in mente sono in bianco e nero.
EliminaGrazie mille anche a te per aver trovato l'articolo interessante Long John. A presto!
Il tuo ritorno con questo bellissimo post è una delle cose più belle degli ultimi tempi. Adoro il romanzo di Carroll e qui leggo una serie di cose mai minimamente immaginate. Uno scrigno di meraviglie.
RispondiEliminaQuando portai questa storia in palcoscenico, la adattai come spettacolo finale di un laboratorio ragazzi e non toccai molti aspetti di questo complesso romanzo. Credo che un giorno o l'altro meriti un serio approfondimento.
Sono felice di sapere che l'articolo ti abbia interessato così tanto, Luz. Grazie del passaggio e del commento. E a presto!
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