Solve et Coagula - pagina 4
Capitolo 1 - parte 4
Le restava comunque un po’ di tempo a disposizione prima dell’arrivo dell’amica. Pensò di mettersi a leggere un libro ma di nuovo le tornò in mente Zio Lupo. Capì così di non avere scelta e avviò il computer, per poi digitare le parole “Zio Lupo” nella casella di ricerca di Google.
Non si aspettava niente di che, ma era possibile che a qualcun altro oltre lei fosse stata raccontata quella storiella durante l’infanzia e che questo ex bambino o bambina potesse, a differenza di lei, non averla dimenticata. Quando però, dopo mezzo secondo, le apparve la schermata con i risultati della ricerca, Luisa strabuzzò gli occhi incredula: più di settecentomila risultati?! Alla faccia della stirpe! E anche se era facile supporre che tutte quelle voci avessero solo in minima parte a che fare con la fiaba vera e propria, già la prima schermata era comunque sufficiente a farle capire il reale stato delle cose. In poche parole, mentre lei da bambina l’aveva considerata una specie di segreto tra lei e sua nonna, la storia di Zio Lupo sembrava in realtà essere appena poco meno famosa di quella di Cenerentola e della Bella Addormentata nel bosco. Era contenuta persino nella raccolta di fiabe italiane redatta da Italo Calvino, un libro che in passato era stata anche sul punto di acquistare.
Ma anche i commenti che le capitò di leggere distrattamente nella stessa schermata sembravano messi lì apposta a toglierle ogni pretesa di esclusività. E mi lesse questa storia che mi mise tanta paura... diceva il primo. E un altro: Sono molto legata alla fiaba di Zio Lupo perché mi ricorda la mia infanzia. Frasi che avrebbe potuto benissimo scrivere lei stessa. Così, pensò con un po’ di amaro in bocca, il più classico degli schemi della sua vita tornava a ripetersi: lei si costruiva un castello in aria e la cruda legge della realtà glielo mandava all’aria in quattro e quattr'otto.
Stavolta tuttavia per Luisa fu più facile di altre volte vedere il lato ironico della situazione. In fondo, in confronto ad altre che aveva vissuto, questa era una ben piccola delusione, poco più di uno scherzo. Entrò quindi nella pagina di un sito con l’intenzione di leggere la favola e chiudere lì la faccenda - cosa che avrebbe richiesto più o meno tre minuti visto la quantità di testo - ma ebbe subito un nuovo ripensamento e si limitò a un copia e incolla. In fondo, rifletté, si trovava sul punto di compiere un gesto quasi sacro, che l’avrebbe forse ricollegata all’atmosfera magica della sua infanzia e leggere adesso quelle poche righe, come per tappare il buco dell’attesa dell’arrivo di un’amica, le sembrava una specie di sacrilegio… Magari l’avrebbe letta quella notte al ritorno dalla conferenza, oppure, nel caso fosse crollata dal sonno, direttamente l’indomani.
Non si aspettava niente di che, ma era possibile che a qualcun altro oltre lei fosse stata raccontata quella storiella durante l’infanzia e che questo ex bambino o bambina potesse, a differenza di lei, non averla dimenticata. Quando però, dopo mezzo secondo, le apparve la schermata con i risultati della ricerca, Luisa strabuzzò gli occhi incredula: più di settecentomila risultati?! Alla faccia della stirpe! E anche se era facile supporre che tutte quelle voci avessero solo in minima parte a che fare con la fiaba vera e propria, già la prima schermata era comunque sufficiente a farle capire il reale stato delle cose. In poche parole, mentre lei da bambina l’aveva considerata una specie di segreto tra lei e sua nonna, la storia di Zio Lupo sembrava in realtà essere appena poco meno famosa di quella di Cenerentola e della Bella Addormentata nel bosco. Era contenuta persino nella raccolta di fiabe italiane redatta da Italo Calvino, un libro che in passato era stata anche sul punto di acquistare.
Ma anche i commenti che le capitò di leggere distrattamente nella stessa schermata sembravano messi lì apposta a toglierle ogni pretesa di esclusività. E mi lesse questa storia che mi mise tanta paura... diceva il primo. E un altro: Sono molto legata alla fiaba di Zio Lupo perché mi ricorda la mia infanzia. Frasi che avrebbe potuto benissimo scrivere lei stessa. Così, pensò con un po’ di amaro in bocca, il più classico degli schemi della sua vita tornava a ripetersi: lei si costruiva un castello in aria e la cruda legge della realtà glielo mandava all’aria in quattro e quattr'otto.
Stavolta tuttavia per Luisa fu più facile di altre volte vedere il lato ironico della situazione. In fondo, in confronto ad altre che aveva vissuto, questa era una ben piccola delusione, poco più di uno scherzo. Entrò quindi nella pagina di un sito con l’intenzione di leggere la favola e chiudere lì la faccenda - cosa che avrebbe richiesto più o meno tre minuti visto la quantità di testo - ma ebbe subito un nuovo ripensamento e si limitò a un copia e incolla. In fondo, rifletté, si trovava sul punto di compiere un gesto quasi sacro, che l’avrebbe forse ricollegata all’atmosfera magica della sua infanzia e leggere adesso quelle poche righe, come per tappare il buco dell’attesa dell’arrivo di un’amica, le sembrava una specie di sacrilegio… Magari l’avrebbe letta quella notte al ritorno dalla conferenza, oppure, nel caso fosse crollata dal sonno, direttamente l’indomani.
ok, adesso mi tocca leggere tutto, mannaggia alla dipendenza da lettore compulsivo.
RispondiEliminaMi fa molto piacere ;)
EliminaPerò ti consiglio di leggere prima questo post, dove spiego un po' meglio di cosa si tratta:
http://animadicarta.blogspot.it/2015/02/scrivere-una-blog-novel-intervista.html
Ecco, sapevo che il lupo ha una parte importante in tutta la faccenda, e questa puntata me lo conferma.
RispondiEliminaAmmetto di avere una specie di fissa per i lupi. E dire che il loro stile di vita sarebbe del tutto incompatibile con il mio!
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