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Bellissimi coetanei: I miei dieci film degli anni '60 (meme cinematografico) /3




Se la Parte II del mio percorso in questo meme (o tag), da me conosciuto grazie al blogger Miki Moz e al suo post Bellissimi coetanei (i miei dieci film preferiti del 1983), era caratterizzata nella sua prima metà dal fumetto classico, in questa terza la fa da padrone, nella seconda metà del post, il fumetto nero italiano. Protagonisti, i famigerati personaggi con la "k" nel nome, all'inizio (Kriminal, Killing), nel mezzo (Zakimort) o alla fine (Diabolik, Satanik).
Vi ricordo soltanto, ancora una volta, prima di passare ai film in elenco, che questa versione del meme è quella da me riadattata, nei modi e per le ragioni che ho spiegato nelle righe che introducono la prima parte dell'elenco, mentre per la versione originale vi rimando al link in alto al blog Moz O'Clock.


Bellissimi coetanei Parte III: 1967-68


1967 - Io sono curiosa (Jag är nyfiken - en film i gult) di Vilgot Sjöman

Paese di produzione: Svezia; durata: 2h 01min; genere: Drammatico, Erotico, Documentario; B/N; prima proiezione italiana: Marzo 1969.

Una ragazza svedese di nome Lena abita con il padre in un piccolo appartamento di Stoccolma. Curiosa di tutto, raccoglie ogni genere di dati attraverso delle prove test, da lei elaborate e messe in pratica, consistenti in interviste, esperimenti relazionali, ecc. Conserva poi tutto nella sua stanza, in un gigantesco schedario che si allunga ormai fino al soffitto. 

Film profondamente legato ai miei trascorsi svedesi e che, anche per questo, entra di diritto tra i miei "bellissimi" dei '60, con accompagnamento di fanfare e rulli di tamburo.
Ufficialmente considerato il primo film mainstream a mostrare un nudo integrale maschile, si spiega anche con questa ragione la cattiva fama che la pellicola si è guadagnata nello scorcio finale del suo decennio di produzione. In vari paesi, Svezia compresa.

Dettaglio di copertina del magazine americano Evergreen Review #56 (July 1968).


Uscito nelle sale italiane nel marzo 1969, è sequestrato nello stesso mese su tutto il territorio nazionale, su ordinanza del sostituto procuratore Angelo Dore, per le sue esposizioni di "sequenze di rapporti sessuali e di nudi femminili e maschili, lesive del comune senso del pudore". Se e quando abbia poi ripreso a circolare nelle nostre sale, non sono riuscito a scoprirlo (neanche dopo la consultazione di quattro opere in cartaceo, di cui due specifiche sulla censura in Italia). Forse non significa nulla, ma merita comunque citare che l'Editoriale Corno, nel proporre nel 1974 ai lettori italiani la storia di Spider-Man A Monster Called Morbius (Amazing Spider-Man # 101, Oct. 1971), traduce correttamente il titolo americano I am Curious in Io sono curiosa, e senza sentire la necessità di ricorrere a possibili titoli di riserva a noi più noti.

Dalla pagina 3 di Un mostro chiamato Morbius (L'Uomo Ragno n. 102, 28 marzo 1974).
Testi: Roy Thomas; disegni:Gil Kane; chine: Frank Giacoia.


Dubito in ogni caso che senza l'esplicita prestazione erotica dell'attrice protagonista Lena Nyman il film avrebbe potuto affermarsi al di fuori dei confini svedesi, con il suo farraginoso alternarsi di scene recitate e spezzoni di interviste a gente di ogni tipo, indifferentemente famosa o comune. Tra i personaggi più noti Martin Luther King, intervistato durante la sua visita a Stoccolma del 1966, e il politico socialdemocratico Olof Palme, futuro premier svedese dal 1969 al 1976 e dal 1982 al 1986, quando fu assassinato all'età di 59 anni. Palme fu tra l'altro anche oggetto, nel corso della sua carriera politica, di una richiesta ufficiale di dimissioni proprio a causa della sua partecipazione alla pellicola di Vilgot Sjöman.

Lena che si dà allo yoga nella campagna svedese è una delle scene stra-cult del film Io sono curiosa.


Nel 1968 il film vede un seguito, sempre a firma di Sjöman e sempre con Lena Nyman nei panni della protagonista: Jag är nyfiken – en film i blått (Io sono curiosa - un film in blu), a completare con il blu i colori della bandiera svedese, dopo che nel titolo originale del primo film era compresa la specifica "en film in gult" (un film in giallo).
Questo seguito, rispetto al primo molto attenuato nella componente erotica, per favorirne la diffusione internazionale, non vedrà mai nessun tentativo di distribuzione nel circuito delle sale italiane.


* * *


1968 - La bambinaia  di Mario Monicelli (Capriccio all'italiana, segmento 1)

Paese di produzione: Italia; durata: 05min; genere: Commedia; Colore.

La bambinaia di Mario Monicelli è il primo, e uno dei due più brevi, dei sei cortometraggi che vanno a comporre il film-mosaico Capriccio all'Italiana. Il regista sceglie di inserirsi nel dibattito, acceso in quegli anni, sull'influenza dei fumetti neri, i cosiddetti fumetti con la "k", sul costume e la società, e lo fa con intenti chiaramente grotteschi, sottolineati dall'età esageratamente piccola dei lettori protagonisti dell'episodio, e irridenti nei confronti di certo perbenismo.
La bambinaia teutonica interpretata da Silvana Mangano sorprende il gruppo di bambini di buona famiglia che le è affidato immerso nella lettura di fumetti vari, tra i quali risaltano quattro dei titoli neri più famosi  e discussi del periodo: Kriminal, Satanik, Sadik e Diabolik. Gli albi mostrati nel film risalgono tutti al maggio 1966 e sono, nell'ordine, Kriminal n. 46: Il gioco del più, unico con la copertina mostrata in primo piano (fig. 1), Sadik serie III n. 6: La mummia (fig. 2), Satanik n. 35: Il tempio di Giove (fig. 3) e, a malapena distinguibile nell'immagine, Diabolik anno V n. 10: La notte dei delitti (fig. 4).

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

Fig. 4


La bambinaia, tutta d'un pezzo com'è, inorridisce alla vista e comincia così a sequestrare gli albi e a gettarli nella piscina del giardino, a sommo sconforto di ogni moderno collezionista che attenda alla visione del film.
Spassoso in ogni caso il momento in cui uno dei bambini sventola sotto gli occhi della bambinaia un albo Marvel americano (in lingua inglese!) chiedendogli se quello vada invece bene come lettura. Per la cronaca, si tratta di The Avengers numero 28, Among Us Walks... A Goliath!, del maggio 1966.

Fig. 5 - Pure questo? Pure questo non va bene?


Ma niente da fare... l'irremovibile bambinaia teutonica ha in mente letture più sane ed educative, e in particolare le Fiabe di Perrault, che inizia a leggere ai bambini, con effetti su di loro che sono però facilmente deducibili dall'immagine riprodotta qui sotto. Il corto si chiude su un pianto a dirotto generalizzato.

Fig. 6


1968 - Il mostro della domenica  di Steno (Capriccio all'italiana, segmento 2)

Paese di produzione: Italia; durata: 23min; genere: Commedia; Colore.

Anche Il mostro della domenica di Steno, secondo segmento di Capriccio all'italiana, è all'insegna del fumetto nero. L'anziano anonimo signore interpretato dal grande Totò, alla sua penultima apparizione sullo schermo (l'ultima sarà nel quarto corto di questo stesso film, Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo Pasolini), odia i capelloni e la vista di un albo di Diabolik (I sette cobra, Anno V n. 23 del 14/11/1966) che spunta dalla tasca posteriore dei pantaloni di uno dei detestati giovinastri (fig. 7) lo ispira a passare dalle parole ai fatti (fig. 8). Usando l'arte del travestitismo, il neonato giustiziere comincia a ripulire la città di tutti i capelloni, adescandoli ora vestito da prete, ora da gay (fig. 9), ora da prostituta, ecc. Ma la polizia intanto indaga (fig. 10), poi lo arresta, gli fa confessare i suoi delitti e...

Fig. 7

Fig. 8

Fig. 9

Fig. 10


Come ho scritto all'inizio di questa seconda metà del post, il film Capriccio all'italiana si compone di sei cortometraggi, molto vari tra loro per natura e durata. Qui ho presentato i primi due, ma è mia intenzione presentarne ancora un terzo, in un'edizione speciale che troverete a breve sempre qui, su questo schermo.


* * *


L'immagine di apertura del post è un fermo immagine del film Io sono curiosa (Jag är nyfiken - en film i gult) di Vilgot Sjöman (1967).

Commenti

  1. Qui, ricordo solo "Il mostro della domenica" ma io adoro il Totò politicamente scorretto

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    1. Anch'io, Ferruccio. Diciamo che Totò è vivo e lotta con noi ;-)

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  2. Risposte
    1. Eh eh eh! Questi film li conoscono solo i cinefili stagionati, Patricia... incollati agli schermi per anni e anni ^__^

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  3. Wao Ivano!
    Qua ti sei superato: cinema, (yoga, ahaha) e fumetti neri.
    I film non li conosco, son sincero. Mai visti.

    Moz-

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    1. Grazie per l'apprezzamento, Miki :-)
      Negli anni '60 il fumetto cominciava pian piano a imporsi come fenomeno culturale e andava a braccetto con i cambiamenti di costume della società. Molti film di quell'epoca, anche italiani, ne tengono per fortuna traccia.

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    2. Vero, e tu hai sempre sottolineato la cosa nei tuoi post ;)

      Moz-

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  4. De "Il mostro della domenica" ho visto qualche spezzone. Il film svedese invece mi era totalmente ignoto.

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    1. Immagino sia stato in SuperTotò, l'antologia del 1980 che in effetti ne comprende degli spezzoni.
      Sul film svedese, mi domando anche quanti lettori dell'Uomo Ragno nel 1974 abbiano avuto presente il film. Sospetto da uno a nessuno. E a quei tempi neanche c'era la rete per fare ricerche.

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  5. Non solo non ne ho visto neanche uno, ma nemmeno li conoscevo.

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    1. Sono il frutto di scavi cine-archeologici, Marco ;-D

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  6. Ah, mi ero persa questa parata di chicche fumettistiche! Grazie della segnalazione ^_^

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    1. Ce ne è una parata anche nel post precedente questo, Lucius. Anzi, lì volendo c'è da fare una vera e propria ricerca aggiuntiva ^__^

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