Ricordo breve di Guido Ceronetti
Interrompo brevemente la mia pausa estiva dopo aver sentito oggi alla televisione della scomparsa, all'età di 91 anni, del filosofo e scrittore Guido Ceronetti - il "fustigatore mite", come lo ha ben definito il curatore del servizio del TG1, accostando insieme l'uomo, pacifico e vegetariano, e lo scrittore, l'acceso polemista dal pensiero libero e quasi sempre contro corrente. Affioratomi subito alla mente, all'apprendere la notizia, il ricordo di uno scambio di parole che ebbi con lui un pomeriggio di quasi venti anni fa, mi è venuto adesso voglia di condividerlo con i lettori di questo blog così come mi è rimasto inciso nella memoria.
Lavoravo, all'epoca, come commesso in una libreria del centro di Firenze visitata occasionalmente da Ceronetti, in veste di cliente. Ma non di acquirente di libri, che aveva tutta l'aria di non potersi permettere, bensì di biglietti illustrati, di quelli che presentano un aforisma più o meno celebre accompagnato da un'immagine più o mena bella e pertinente.
Caso volle che quel giorno, in quell'ora del pomeriggio, io fossi completamente da solo in libreria, senza né colleghi né clienti intorno a me, e avessi approfittato della circostanza per immergermi nella lettura dell'introduzione di Guido Almansi all'edizione BUR de L'arcobaleno della gravità di Thomas Pynchon. E caso ancora volle che Ceronetti facesse il suo ingresso proprio dopo che avevo appena letto di lui nell'introduzione di Almansi, dove, se la memoria non mi inganna, si faceva un confronto tra l'apocalittismo postmoderno di Pynchon e quello di Ceronetti, tutto a svantaggio di quest'ultimo.
"Sa che ho appena letto male di lei?" dissi a Ceronetti dopo il normale scambio di saluti.
"Nell'introduzione a questo libro", gli spiegai mostrandogli L'arcobaleno della gravità, che lui mi fece capire di non conoscere minimamente.
Quando poi però gli dissi chi era l'autore dell'introduzione, allora il suo volto si accese della luce della comprensione. "Ah! Almansi!" replicò, all'apparenza più divertito che adirato. "Sì, questo tipo ce l'ha sempre con me, anche se non ho mai capito bene il perché".
Così io avevo subito immaginato che Ceronetti, a quel punto, mi avrebbe chiesto di leggergli il passo incriminato, anche solo per sapere cosa si diceva in giro di lui. Invece... niente, sorvolò come se nulla fosse e si diresse come sempre all'espositore dei biglietti illustrati per cercare quello che più gli aggradava in quel momento. E sarei stato anche pronto a scommettere che aveva già rimosso dalla memoria ogni ricordo della parvenza del libro che gli avevo mostrato.
Personaggio notevole!
RispondiEliminaForse la critica non lo toccava oppure voleva leggersela da solo per eventualmente preparare un'invettiva mirata :)
Per come l'ho conosciuto, ritengo molto più probabile la prima ipotesi, Patricia. E sì, era un personaggio notevole, che riusciva a imporsi come presenza pur essendo minuto nel fisico e riservato nel carattere.
EliminaNon lo conoscevo.
EliminaForse l'avrò visto qualche volta in TV.
Da quello che scrivi mi sembra un grande.
Uno che se ne fregaa delle critiche è sicuramente una persona singolare.
Contento di leggerti...anche se per questa triste notizia.
Sì, Max, è probabile che Ceronetti sia apparso in qualche trasmissione tv, ma seguendo pochissimo il mezzo non saprei dirti né dove né quando.
EliminaE per la persona... un vero piccolo grande uomo. Speriamo che la morte dia un po' più di visibilità alle sue opere. Farebbero bene alla coscienza di questo paese.
Ciao Ivano. :)
RispondiEliminaUn bell'esempio da cui prendere spunto. Dovremmo imparare da lui a saperci distaccare dalle inutili facezie e vivere con maggiore serenità.
Ciao Marco e bentornato!
EliminaCeronetti giustamente, da filosofo, la vita la prendeva con filosofia :-)
Mi vergogno di ammettere che pensavo fosse già scomparso da anni. (Tra l'altro mi è venuto fortemente in mente qualche giorno fa... non è strano?).
RispondiEliminaNegli anni ho letto di Ceronetti tante cose che mi hanno fatto arrabbiare molto e altre cose che invece mi commuovevano. Non ero un suo lettore, mi limitavo ai suoi "elzeviri" quando comparivano su un noto quotidiano nazionale. Ne intuivo la statura, ma la sua figura, o meglio la percezione che avevo di lui, non mi ha mai fatto grande simpatia. Come si fa sempre - forse un po' squallidamente - in questi casi, ne approfitterò per conoscere un po' meglio la sua opera. Che la terra gli sia lieve.
Un caro saluto a te, Ivano.
Ciao Orlando e un bentornato anche a te su queste pagine!
EliminaCritico della modernità, che vedeva come un progressivo allontanamento dal vero e dal bello, Ceronetti si è attirato l'antipatia di molti. Basti pensare alla polemica su Samantha Cristoforetti, che mentre era idolatrata da quasi tutto il resto d'Italia, lui additava come il peggior esempio possibile.
Un caro saluto a te. E a presto rileggerci :)
Bello questo tuo ricordo Ivano e lui era un grande
RispondiEliminaMi fa piacere sentirtelo dire, Giulia. Grazie! :-))
EliminaChe bel ricordo. Ho letto peraltro che viveva a Cetona, piccola città della Valdorcia in cui sono stato qualche volta - effettivamente è un borgo delizioso - perché lì mia moglie aveva dei parenti (suo nonno era nato lì).
RispondiEliminaGià, è vero, si era trasferito a Cetona. Io non ho memoria di essermici mai fermato in paese, anche se la Val d'Orcia, data la vicinanza a dove abito, l'ho percorsa varie volte.
EliminaUn grande, da "inchiesta"
RispondiEliminaCi pensi tu? ;-)
EliminaSarebbe da fare, mi sa che lo farò, grazie dell'assist
EliminaFigurati. Grazie mille a te :-)
EliminaUno che può permettersi di dire sempre quello che pensa già il curriculum se lo scrive da solo in un'epoca in cui il bipensiero è la regola. Comunque il caso non esiste e ogni incontro, pur nella libertà delle nostre scelte, ha qualcosa da insegnarci
RispondiEliminaCiao
In effetti dovrei scrivere "caso" o tra virgolette o con la maiuscola, per far capire che lo intendo in senso greco (antico), come potenza strettamente legata alla necessità. Idea che è stata curiosamente assorbita, in ambito profano, dalla scienza moderna almeno a partire dal libro di Monod. Nietzsche li accostava invece in senso più vicino all'originale quando parlava della "necessità che fa danzare anche il caso al ritmo delle stelle".
EliminaCiao e mille grazie per avermi permesso di chiarire questo punto, Roberto :-)
Hai fatto bene, in rete sei stato tra i pochi ha ricordare Ceronetti! Bravo!
RispondiEliminaSul serio? Sarei stato pronto a giurare il contrario. Di solito quando muore qualcuno si scatena il festival delle commemorazioni... forse non era un tipo abbastanza "pop" ;-)
EliminaGrazie Nick!
Spiegato in modo magistrale, complimenti!!!
RispondiEliminaGrazie!!!
EliminaMi riprometto da una vita di leggere qualcosa di suo e lo farò.
RispondiEliminaDeve essere stato bellissimo quest'incontro, la semplicità a volte si annida nei gesti e negli individui da ci ti aspetteresti tutt'altro.
Anch'io è da un po' che mi riprometto di leggere qualcosa di recente di lui, a parte gli occasionali articoli di giornale, Alessia. In particolare avevo adocchiato "Per le strade della Vergine" uscito un paio di anni fa. Con i suoi libri sono infatti fermo ai tempi de "L'occhiale malinconico" (1988).
EliminaCiao, Ivano! Rieccomi dopo la pausa estiva e i numerosissimi impegni che mi hanno accolta all'inizio di settembre (la replica de Il Diavolo nella Torre e soprattutto l'esame di Storia della Stampa e dell'Editoria, nonché la ripresa lavorativa). Grazie di aver condiviso questo episodio con noi su Ceronetti, particolarmente bello perché immerso nell'atmosfera della libreria. Quello che narri la dice lunga sul tipo di persona che era. Dovremmo tutti imparare, come lui, a distaccarci di più dall'inutile rumore che fanno certe persone, mosse per lo più da pura malevolenza.
RispondiEliminaCiao Cristina e bentornata tra noi!
EliminaBasta partire dall'assunto che ci sarà sempre qualcuno a cui non piaceremo e ci tirerà le pietre. Certo, se non piaciamo proprio a nessuno, allora forse qualche domanda conviene porsela. Ma questo non era di sicuro il caso di Ceronetti, pubblicato da Adelphi e ammirato da gente come Fellini.
Un bell'aneddoto, davvero! Forse non gli interessava la critica di quel critico nello specifico.
RispondiEliminaGrazie Kukuviza! Io, per come l'ho conosciuto, penso più che ci avesse ormai fatto il callo a certe cose e non gli disse più importanza del necessario.
EliminaCertamente. Ma soprattutto quando uno ti critica sempre, non dico per partito preso, ma quasi, arriva un momento che non ci dai più di tanto peso.
EliminaInfatti.
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