Insieme Raccontiamo 26: La gita
Nuovo Insieme Raccontiamo e nuovo racconto di 300 parole. Stavolta Patricia Moll ci porta con il suo Incipit di rito nel bel mezzo di una gita noiosa. Quel che segue è il mio tentativo di renderla un po' più interessante. Io mi sono divertito molto a scrivere questo pezzo, spero anche voi a leggerlo.
#insiemeraccontiamo
#scritturebrevi
#scritturebrevi
Ma prima di incipit e finale, la citazione di rito del post di lancio dell'iniziativa sul blog Myrtilla's House. In cui non solo troverete tutte le informazioni che vi servono per partecipare al gioco (anche se sul filo di lana ormai), ma anche, in via provvisoria in attesa del consueto riepilogo generale, le prove degli altri giocatori.
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L'incipit di Patricia
Non sapeva perché aveva aderito a quella gita. Ora, però, tra ultrasessantenni si sentiva fuori posto. Non che lei fosse tanto più giovane ma sperava di trovare più allegria e chiacchiere. Un mortorio, invece. E solo chiese da visitare.
Un’occhiata e fu allora che le vide. Rovine di un vecchio castello in cima ad una collina verdeggiante.
Un’occhiata e fu allora che le vide. Rovine di un vecchio castello in cima ad una collina verdeggiante.
Il mio finale (300 parole)
“E quelle rovine lassù?” chiese alla guida.
L’uomo si voltò a guardare e con lui tutta la comitiva. Ma poi, l’attimo dopo, tutti si girarono nuovamente, verso di lei stavolta, con un’espressione sconcertata in volto. Alcuni si scambiavano tra loro occhiate fin troppo eloquenti e mancava solo che si picchiettassero con il dito la tempia.
Eppure non era un’allucinazione la sua, perché anche se chiudeva gli occhi e li riapriva, le rovine restavano al loro posto, sulla sommità della bassa collina. Nessuno in ogni caso badava già più a lei e tutti avevano ripreso a camminare come prima. A differenza di lei, le cui gambe sembravano non volerne più sapere di ubbidire ai suoi comandi mentali. E lo stesso la sua lingua, che sembrava come paralizzata. Poté così solo osservare i suoi compagni di gita sparire a uno a uno, oltre la prima svolta del sentiero, finché, quando ormai nessuno era più in vista, non tornò a guardare le rovine. C’era anche della paura in lei in quel momento, ma vissuta in modo lontano e opaco come se uno schermo si frapponesse fra lei e le sue emozioni, così come prima qualcosa si era frapposto fra lei e il suo desiderio di muoversi. In quanto al gruppo dei gitanti, qualcuno sarebbe certamente tornato indietro a cercarla, non appena si fossero resi conto che non era più con loro. Intanto però, in quell’attesa immobile, lei sentiva come se i piedi le penetrassero fin dentro la terra e le tirassero in alto i capelli.
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Al mattino, quando la Signora del castello si affacciò per la prima volta quel giorno alla finestra, indicò qualcosa alla sua damigella di corte. «Guarda» le disse. «Si direbbe che una ninfa di passaggio abbia trovato di suo gradimento un angolo del nostro giardino. Quell’albero ieri non c’era».
La foto scelta da Patricia per il suo incipit |
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L'illustrazione di apertura del post è: Thomas Gainsborough, Landscape with ruined castle (1750 - 54c.).
ahahahahahahahahah bellissimo!!!!! Potevo pensarne di finali ma come il tuo ahhahahah
RispondiEliminaDove si è fermata lei, c'era un buco spazio temporale? Oppure la donna è la reincarnazione di una castellana antica?
Bello bello bello!!!!! Merci!!!!!
Diciamo che in quel preciso punto c'era un wormhole e che per suo tramite ninfa e donna e passato e presente si sono fusi insieme. Aggiungerei solo che Roger Penrose per le sue teorie si ispira giustappunto alle mie prove per IR ;D
EliminaGrazie per aver molto apprezzato, Patricia. E per l'invitante incipit. Ora attendo il riepilogo :-))
Ho letto anche il racconto di Cristiana, anche quello molto bello, non sto a dire quale mi sia piaciuto di più poiché siete stati entrambi bravissimi, nel tuo si nota una bella atmosfera da ambientazioni gotiche
RispondiEliminae da amore per le fiabe nord europee tipica di alcuni dei tuoi interessi.
Hai detto bene, Nick. Gotico e fiaba sono due ingredienti fondamentali di gran parte di quel che amo scrivere e di cui amo leggere. Grazie mille per le belle parole di apprezzamento :-))
EliminaUna svolta fantasy... ecologista :-D
RispondiEliminaAhahaha! Ecologista perché, oltre che un nuovo ramo del fantasy, ho fatto spuntare un nuovo albero sul pianeta?
EliminaGrazie Ariano :-))
Bellissimo, l'idea della trasformazione arborea è molto suggestiva.
RispondiEliminaUn abbraccio!
Grazie per il gradimento, Francesca! Per il motivo della trasformazione avevo in mente il mito di Dafne e Apollo :-))
EliminaQuanto mi piace! E' una pennellata romantica e misteriosa.
RispondiEliminaIn generale tutti i racconti di visioni mi piacciono, e questo "scambio" fra epoche è proprio bello.
Gli scambi temporali stanno in effetti diventando uno dei miei marchi di fabbrica. E "Pennellata romantica e misteriosa" mi piace davvero molto come giudizio. Grazie mille, Luz ^__^
EliminaMolto bello! :)
RispondiEliminaCome avevo letto una volta su Dylan Dog "forse per i fantasmi i fantasmi siamo noi".
Resto sempre stupito della bravura con cui riesci a trovare una bella idea a chiudere l'incipit.
Non è la prima volta che gioco su questa ambiguità, Marco. Lo avevo fatto, sempre per una puntata di IR, anche in occasione de La casa gialla.
EliminaChe altro dire, se non che il tuo commento mi fa un enorme piacere, soprattutto se penso che proviene da qualcuno che nei racconti brevi sa il fatto suo *__*
Bellissimo, Ivano. Qui la mano dell’artista ha intinto il pennello in una gamma di tinte profonde e delicate al contempo. Del resto, ci hai abituati a finali raffinatissimi e non ti smentisci mai.
EliminaGrazie per le bellissime parole, Clementina. Mi fanno molto piacere.
EliminaBuon fine settimana!
Accidenti, e stavolta c'era pure il castello! Ma ormai sono proprio fuori tempo massimo, e nel fine settimana non riuscirei a farmi venire delle idee... Sarà per la prossima volta, comunque molto originale la tua idea. Si parte con una persona che sembra afflitta da allucinazioni e poi... :) Dici che i suoi compagni si sono proprio dimenticati persino dell'esistenza della poverina?
RispondiEliminaE chi lo sa, Cristina... personalmente non conosco nessuno dei partecipanti alla gita. Passavo di lì per caso ;-)
EliminaBuon fine settimana!
Bellissimo Ivano.
RispondiEliminaCerto che, scritto da te non mi aspettavo niente di meno coinvolgente.
Cristiana
Un grosso grazie per il gran bel complimento, Cristiana :-))
EliminaE buona domenica!
Ciao Ivano,
RispondiEliminaIl racconto fa parte del mio genere preferito: un misto tra thriller, fantasy, realtà e paranormale. Quasi surreale. Bellissimo!
Bentornato Giuseppe e grazie infinite per le belle parole di elogio!
EliminaInutile dire che ormai ti avevo dato, come credo in molti, per disperso. E sappi che tra un po' toccherà al sottoscritto sparire, anche se prevedo per un periodo di tempo minore del tuo. Comunque, o prima o dopo, ci risentiamo senz'altro ;-)
Molto bello e dopo aver letto i tuoi bei post sul tema...si potrebbe intitolare "Gita al rudere appeso"...
RispondiEliminanon so, mi ha fatto pensare a quello (sono criptica apposta per non spoilerare niente a nessuno).
Bello anche perché non dà l'idea di incompiuto.
Ah ah! Mi sa che questa davvero la capiamo solo in due, Kukuviza ;-D
EliminaGrazie mille per il bel commento e per aver gradito il raccontino!
Preferisco che la capiamo solo noi due :D
EliminaMa bellissimo Ivano! Un incantesimo!
RispondiEliminaMolto felice di averti incantata, Alessia. Buona domenica :-)
EliminaFinale originale ed ecologico, bravo Ivano 😉
RispondiEliminaL'originalità era nelle mie intenzioni, Giulia. Ma non mi aspettavo proprio che il raccontino sarebbe diventato anche un manifesto ecologico ;-D
EliminaGrazie e buona domenica!